Storia del LODO MORO, gli accordi segreti tra Italia e palestinesi dal 1972 al 1982

Must Read

di Gian Paolo Pelizzaro per “Storia In Rete.com”

Da pochi giorni è in libreria un libro fondamentale, frutto di anni e anni di ricerche di Gian Paolo Pelizzaro, amico e collaboratore di “Storia In Rete”, su uno dei capitoli più misteriosi della nostra storia repubblicana: gli accordi segreti tra Stato italiano e organizzazioni palestinesi per tenere l’Italia al riparo dal terrorismo palestinese che negli anni Settanta e Ottanta ha insanguinato buona parte dell’Europa. Quell’accordo ha preso il nome dal suo ideatore, Aldo Moro, ed è stato a lungo uno dei segreti meglio custoditi dallo “Stato profondo” italiano. Poi il muro del silenzio ha cominciato ad incrinarsi e Pelizzaro – che molte di quelle “crepe” ha provocato… – ci racconta come il Lodo Moro ha influenzato la politica estera ed interna della Prima Repubblica. Arrivando a intrecciarsi anche – ma non solo – con le indagini sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. (Sir)

Sono il protagonista di questa storia nella Storia: ho condotto una delle più lunghe, complesse e difficili inchieste del giornalismo italiano. È iniziata nell’autunno del 1999 ed è ancora in svolgimento. Questo libro è la cronaca di questa gigantesca indagine giornalistica su uno dei segreti più inviolabili della storia della Repubblica italiana: il cosiddetto Lodo Moro. Un tema oggi divenuto di grande attualità proprio grazie o a causa del mio lavoro. Fino al 2005 nessuno aveva mai sentito parlare del Lodo Moro. Fu l’allora senatore a vita e presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ad aver coniato questo termine e ciò avvenne durante i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul dossier Mitrokhin. Nel luglio di quell’anno, infatti, l’ex presidente del Consiglio, dopo aver letto in anteprima la bozza del mio articolo dedicato alla strage di Bologna scritto per il mensile Area, volle fornire – per la prima volta – la sua testimonianza su una serie di eventi che lo videro protagonista tra la fine del 1979 e i primi mesi del 1980, durante le fasi più drammatiche della crisi che venne a crearsi dopo il sequestro di due lanciamissili terra aria di fabbricazione sovietica avvenuto nei pressi del porto di Ortona, in provincia di Chieti, in cui furono coinvolti tre esponenti dell’Autonomia Operaia di Roma nonché l’emissario in Italia del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP), residente a Bologna.

Il nuovo libro di Gian Paolo Pelizzaro “IL LODO MORO – Gli accordi segreti con i palestinesi e le indagini sulla strage di Bologna. Memorie, documenti e testimonianze” (in due tomi per un totale di 832 pagine € 49,00), è pubblicato dalle Edizioni Settimo Sigillo di Roma e può essere acquistato anche su Libreria di Storia cliccando qui

Questo libro traccia la storia del Lodo Moro nel decennio 1972-1982, partendo proprio dalla testimonianza scritta di uno dei suoi più importanti protagonisti, Francesco Cossiga, il quale – negli ultimi anni della sua vita – ha cercato in ogni modo di dare un contributo onesto e sincero alla ricerca della verità, spesso sfidando oscuri gruppi di potere, vulgate e narrazioni ideologicamente orientate e dominanti in larghi settori dell’opinione pubblica. Pochi sanno che le vicende connesse al patto segreto italo-palestinese hanno attraversato, come un fiume carsico, la prima istruttoria sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980.

Cossiga, sollecitato proprio dalla lettura dell’articolo di Area che poi venne presentato in una conferenza stampa a Montecitorio il 20 luglio 2005, in quella sua lettera confermò l’esistenza dei “taciti accordi” con i palestinesi così come erano stati ideati, attuati e poi svelati dallo stesso on. Aldo Moro in una serie di lettere da lui scritte nell’aprile del 1978, durante le fasi finali del suo rapimento da parte delle Brigate Rosse, culminato con il suo omicidio il 9 maggio dello stesso anno. In quelle drammatiche lettere lo statista democristiano indicava ai suoi interlocutori politico-istituzionali una possibile soluzione della sua tragica vicenda, richiamandosi proprio a quei casi in cui venne richiesta e concessa clemenza ai terroristi arabo-palestinesi arrestati e condannati in Italia e poi rilasciati nel quadro dei “taciti accordi” con i palestinesi.

Questo saggio non è un libro a tesi con finalità ideologiche e non è neanche un tentativo per difendere o scagionare chi, nei decenni, è stato condannato per la strage di Bologna. Si tratta, invece, di una lunga e articolata indagine giornalistica svolta con i criteri della ricerca storica, favorita dalla scoperta di documenti inediti provenienti dagli archivi della disciolta STASI, la polizia segreta della ex DDR.

L’opera ripercorre – per la prima volta, sulla base di memorie, documenti e testimonianze in larga parte inedite – la genesi e la scoperta del cosiddetto Lodo Moro e cioè di quell’accordo segreto tra autorità italiane e dirigenza palestinese finalizzato a mettere al riparo il nostro Paese dalle minacce del terrorismo arabo-palestinese in cambio di coperture, aiuti e procedure speciali di carattere giudiziario sintetizzabili nel principio del “non trattenere”.

Si trattava di un “patto inconfessabile” voluto fortemente dall’allora ministro degli Esteri Aldo Moro e affidato alla diplomazia parallela dei servizi segreti proprio con l’idea di proteggere gli interessi e la stessa vita dei cittadini italiani dalle crescenti attività terroristiche collegate alla causa palestinese. Il Lodo venne implementato tra il 1972 e il 1973, dopo gli atroci attentati alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e all’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino del 1973, e proseguì quasi senza alcun intoppo fino al 7 novembre 1979 quando una pattuglia dei Carabinieri fermò nei pressi del porto adriatico di Ortona un furgone che trasportava una cassa di legno contenente due lanciamissili da guerra terra aria di fabbricazione sovietica.

Il libro è organizzato in otto capitoli in cui il Lodo italo-palestinese viene declinato in tutti i suoi principali aspetti, attraverso le varie fasi storiche in un arco temporale che va dai primi anni Settanta alla metà degli anni Ottanta. Un decennio durante il quale l’Italia è stata al centro di una serie di fatti, alcuni dei quali particolarmente gravi: traffico di armi ed esplosivi, collegamenti con organizzazioni terroristiche italiane e internazionali, omicidi, minacce di azioni ritorsive e attentati.

Viene così ricostruita tutta la vicenda della scoperta del Lodo, avvenuta a partire dal processo per la vicenda dei missili di Ortona, prima a Chieti e poi all’Aquila nel 1980, e poi proseguita durante l’istruttoria di Venezia tra il 1983 e il 1989 sul traffico di armi ed esplosivi tra le Brigate Rosse e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), a cui facevano riferimento le più importanti e agguerrite fazioni palestinesi, da Fatah di Yasser Arafat al FPLP di George Habbash.

Nei vari capitoli del saggio viene ricostruita una straordinaria sequenza di vicende collegate all’esistenza del Lodo e, in particolare, alle modalità con cui venne riesumato e riportato all’attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica dopo decenni di oblio, partendo proprio dalle attività svolte dall’Autore per le Commissioni d’inchiesta e poi sulla stampa attraverso anni di inchieste giornalistiche. Erano i primi anni Duemila.

L’impianto del libro poggia su migliaia di atti di vari processi, procedimenti giudiziari e documenti d’archivio dei servizi segreti italiani e esteri. Una ricerca senza precedenti, vastissima, che ha permesso di ricollegare fra loro tanti fatti rimasti isolati fra loro e senza alcuna apparente spiegazione per decenni, finalmente contestualizzati e svelati alla luce delle nuove scoperte fatte durante la presente inchiesta storico-giornalistica.

Fra gli highlight del libro possiamo elencare:

  • Come si è arrivati a dare conferma dell’esistenza del Lodo Moro durante i lavori delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul terrorismo e le stragi e sul dossier Mitrokhin.
  • Come il Lodo Moro ha caratterizzato la cosiddetta “diplomazia parallela” italiana nel decennio 1972-1982 e in che modo ha condizionato l’attività dei nostri servizi segreti durante gli anni di piombo nella fase più acuta della Guerra Fredda.
  • In che modo il Lodo Moro ha influito nelle scelte di politica estera dell’Italia soprattutto nel 1980 quando il governo italiano si trovò al centro di un durissimo scontro con i vertici della dirigenza palestinese proprio durante il semestre italiano di presidenza del Consiglio Europeo e la successiva reazione dei vertici dell’OLP e della Siria alla Dichiarazione dei Nove di Venezia (giugno 1980).
  • Le implicazioni del Lodo Moro durante il Vertice di Venezia del 12-13 giugno 1980, la difficile equilibro tra la linea Carter per il Medio Oriente (accordi di Camp David) e le tensioni con i vertici della dirigenza palestinese per la vicenda di missili di Ortona, l’arresto e la condanna dell’emissario in Italia del Fronte popolare di George Habbash.
  • Il Lodo Moro e la prima istruttoria sulla strage di Bologna. I collegamenti tra il giudice istruttore e il palestinese a capo della rete paramilitare clandestina del FPLP a Bologna.
  • Il Lodo Moro e le minacce di ritorsione palestinese tra gennaio e luglio 1980 a seguito della mancata scarcerazione dell’emissario del Fronte di Habbash. I collegamenti tra la rete palestinese in Italia e le Brigate Rosse.
  • Il misterioso viaggio del capo delle BR in Libano nell’estate del 1979 per recuperare le armi e gli esplosivi dei palestinesi, gli incontri strategici alla stazione di Bologna e il trasporto di armi ed esplosivi in treno da parte dei brigatisti delle varie colonne dopo lo sbarco dell’arsenale in Veneto. La gestione dell’arsenale dei palestinesi, l’arresto e la condanna del caporete del FPLP e la spaccatura nella colonna BR del Veneto proprio sull’utilizzo delle armi e degli esplosivi dei palestinesi.
  • Il Lodo Moro e le attività cospirative del gruppo Carlos nell’estate del 1980. Il caso Thomas Kram, il compagno senza bagaglio, il suo arrivo in Italia il 1° agosto 1980 e la sua presenza a Bologna il giorno della strage.
  • Le trame politico-istituzionali per impedire la ricerca della verità.
  • Il misterioso incontro proprio in un albergo di Bologna tra Thomas Kram, emissario del gruppo Carlos, e il latitante di Reggio Emilia Paolo Bellini nel febbraio 1980. Il Lodo Moro dalle rivelazioni di Paolo Bellini, condannato in primo grado per concorso in strage, nei mesi precedenti l’attentato alla stazione ferroviaria.
  • Il Lodo Moro dall’esame dei documenti del servizio segreto militare (SISMI) già coperti dal segreto di Stato e declassificati dal governo a partire dal 2014.
  • Il Lodo Moro e gli appunti manoscritti trovati in possesso del capo brigatista Giovanni Senzani al momento del suo arresto nel gennaio del 1982. I contatti tra le BR e la struttura segreta di Fatah in Francia, le intese operative, lo scambio degli obiettivi da colpire e gli attentati del 1980: Bologna, Monaco e Parigi. Il sequestro di Roberto Peci, fratello del primo pentito delle BR Patrizio Peci, e la strana missione a Roma del palestinese implicato nella vicenda di Ortona, favorita proprio dal giudice istruttore di Bologna nell’ambito delle indagini sull’attentato del 2 agosto 1980.

In appendice, allegati ai due tomi, una serie di approfondimenti tematici e decine di documenti originali in larga parte inediti.

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