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Ordine Nuovo, politica, fedeltà e Anni Settanta: le memorie di Francesco Rovella

Sembra passato più di un secolo, eppure stiamo parlando di eventi che hanno coinvolto singoli individui e interi gruppi di militanti fino a poco più di vent’anni fa; gli strascichi dei cosiddetti “Anni di piombo”, infatti, sono arrivati fino a metà degli anni Novanta, e in alcuni casi anche oltre, come racconta Francesco Rovella nella sua autobiografia politica appena pubblicata: Più forte del fuoco (Edizioni Settimo Sigillo, pp. 288, € 22,00). Il titolo fa riferimento a un motto assai popolare negli ambienti di estrema destra di allora: fedeltà è più forte del fuoco, e, come spiega il sottotitolo del libro, “Diario extraparlamentare nella Catania degli anni Settanta”, la fedeltà è quella dei militanti di Ordine Nuovo, che fu, assieme ad Avanguardia Nazionale, il più significativo movimento di estrema destra italiana fino al suo scioglimento, imposto nel 1973 dal ministro dell’interno Paolo Emilio Taviani, con l’accusa di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista.

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Leggere le pagine di Rovella, che iniziano in medias res con il resoconto di arresti, carcerazioni, violenze e rivolte in penitenziari dove a farla da padrone non erano gli agenti di custodia, ma i “politici” di estrema sinistra, significa precipitare in un gorgo temporale che ci porta lontanissimo, e che, per coloro che hanno meno di cinquanta/sessant’anni, aiuta a ripercorrere esperienze altrettanto lontane come quelle dei carbonari e degli eroi risorgimentali. Parlare oggi di fare politica perché se si hanno delle idee suona assurdo alle orecchie di chi, ormai da più di vent’anni, vede i partiti come ascensori sociali; pensare di rischiare qualcosa, o addirittura la vita, per difendere e testimoniare una visione del mondo risulta addirittura ridicolo, quando chiunque è disposto a scendere a qualsiasi compromesso pur di non essere disturbato nel proprio placido tran-tran.

Può quindi essere uno shock salutare affrontare la lettura di queste pagine, semplici e a volte apparentemente fin troppo ingenue, per ricordare come fosse vivere ai tempi delle ideologie, e per capire, quindi, come il mondo intero sia radicalmente cambiato, e non necessariamente in meglio.

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