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Storia in Rete n. 158, dicembre 2018

Redipuglia transennato. Nessuna celebrazione. I discorsi del presidente della repubblica riassunti dalla stampa tagliando via ogni riferimento alla Vittoria, al patriottismo, al coraggio e al sacrificio degli italiani… Così la “terza Repubblica” è riuscita a sprecare il centenario della Vittoria nella Grande Guerra. Fra autoflagellazioni giornalistiche e sciatteria l’Italia ha buttato via un’occasione unica e irripetibile per riunirsi, trovare nella sua storia l’orgoglio e la fiducia, guardare al domani.

Una nazione, insomma, che non vuole fare i conti con la propria storia. Così ci spiega Aldo A. Mola, a un anno di distanza dalla traslazione in Italia della salma di Vittorio Emanuele III, un re su cui ancora non si è aperto un dibattito storico approfondito e serio. E così ci spiega anche Nunzio Dell’Erba passando ai raggi X il “caso editoriale” del romanzo di Scurati, “M, il figlio del secolo”. Un libro che avrebbe potuto suscitare nuove riflessioni sul Fascismo e che invece si è dimostrato solo una miniera di strafalcioni storici.
Riflessioni, per esempio, che vengono invece suggerite da una mostra a Cremona curata da Vittorio Sgarbi e Rodolfo Bona sulle opere d’arte del premio voluto da Roberto Farinacci. O da un nuovo saggio sull’esperienza dei Campi Hobbit con cui la destra giovanile alla fine degli anni Settanta fece il suo “sessantotto”.
E ancora, anniversari sprecati: il centenario dalla nascita di Aleksandr Solženicyn completamente cancellato sui media italiani raccontato da Gennaro Malgieri.
Poi, muri e ponti. La storia del muro che separa Messico e Stati Uniti – iniziata molto prima di Donald Trump e portata avanti anche da presidenti “insospettabili” – e la storia dei ponti sospesi del Regno delle Due Sicilie, due capolavori di ingegneria progettati da Luigi Giura prima dell’Unità d’Italia.
Per concludere, un ritratto di Oskar Dirlewanger, “l’uomo più crudele del Terzo Reich” dalla sua ultima biografia e la mannaia della politica sul museo del XX secolo di Danzica, i cui vertici sono stati rimossi complice un’inedita alleanza fra sinistra tedesca e destra polacca, perché colpevole di aver “contestualizzato” troppo le grandi tragedie dei totalitarismi.
Infine, da questo mese un nuovo collaboratore apre una rubrica fissa per i lettori di Storia in Rete: Alfio Krancic, con le sue graffianti vignette satiriche.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di dicembre!!

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