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Ricostruzioni storiche ribelli

Ode alla mitica MILLE MIGLIA e alle più belle auto – d’epoca – del mondo

Anche se non è la Mille e Una Notte di Sherazade, per la storica corsa automobilistica “Mille Miglia” la magia non manca. Conto alla rovescia per la partenza, il 13 giugno ovviamente da Brescia, della corsa che Enzo Ferrari definì categoricamente la più bella al mondo. Quest’anno è previsto anche un giorno in più, oltre ad un passaggio in Piemonte, per la prima volta.

Nata nel 1927 e disputata fino al 1957, poi risorta nel 1977 e limitata a vetture prodotte entro il 1957 che avevano partecipato o risultavano iscritte alla corsa originale, la “Mille Miglia” è stata il frutto, come sempre, della volontà di alcuni “pionieri”. I quattro Aladini che strofinarono la lanterna meravigliosa, riuscendo a creare una delle competizioni automobilistiche più belle al mondo furono il Conte Francesco Mazzotti, pilota e finanziatore, Renzo Castagneto, l’organizzatore vero e proprio, il Conte Aymo Maggi, pilota e finanziatore, e Giovanni Canestrini il capostipite dei giornalisti italiani che si occupano di automobilismo. Nel novembre del 2004 è stato fondato il Museo Storico della Mille Miglia nello storico Monastero di Sant’Eufemia.

Non è solo una gara automobilistica ma un tripudio di eccellenza, eleganza ed orgoglio italiano, invidiato in tutto il mondo. Fin dalla prima edizione, i 1600 km del percorso fra Brescia e Roma toccano i paesaggi, fra i più affascinanti della penisola. Il maggior numero di partecipanti fu nel 2017 con 705 iscritti. Quest’anno corrono 405 vetture.

La Mille Miglia segue di pochi giorni un’altra splendida manifestazione, il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, antica dimora del Cardinal Gallio, che si affaccia sul primo bacino di uno dei laghi più affascinanti d’Europa, già luogo di villeggiatura ai tempi di Plinio.

Quindi i motori della Mille Miglia inizieranno a rombare nell’antica Brixia, l’attuale Brescia, fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo A.C., divenuta poi nell’89 A.C. municipio latino ed acquisendo in seguito, nel 27 A.C. lo stato di colonia romana.

La competizione riconduce immediatamente a nomi mitici come Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Juan Manuel Fangio e Piero Taruffi. Le loro storie evocano un mondo speciale. Tazio Nuvolari, il “mantovano volante” venne invitato nel 1932 da Gabriele d’Annunzio al Vittoriale ed Il Vate gli regalò una tartaruga d’oro con la dedica: “all’uomo più veloce, l’animale più lento”. La tartaruga divenne il portafortuna di Nuvolari ed anche il simbolo che fece cucire sulla divisa ufficiale. Juan Manuel Fangio, il magnifico pilota argentino – ma di origine abruzzese – si piazzò più volte alla Mille Miglia. Veniva chiamato ” il maestro” per la incredibile abilità alla guida. Achille Varzi, altro grandissimo pilota, con una sola macchia nella carriera, la vittoria nel 1933 del Gran Premio di Tripoli. Vinse, perché la Germania impartì l’ordine di scuderia di far vincere l’italiano, seppur alla guida di una vettura tedesca, per rendere omaggio all’Italia, considerato che la competizione si svolgeva nella colonia italiana. L’allora Governatore della Libia, Italo Balbo coprì di ironia Varzi per la sua antisportiva vittoria e Varzi ne soffrì molto. Non si può dimenticare, infine, Piero Taruffi, soprannominato, durante la Panamerica, “la volpe argentata” per la sua astuta tattica di pilotaggio.

L’eleganza delle linee e delle finiture delle vetture italiane che partecipavano alla corsa evocano immancabilmente il dopoguerra, durante il quale grandi imprenditori italiani ebbero modo di esprimere la propria genialità, sapendo diffondere energia, armonia, benessere e speranza ad un’Italia che si stava riprendendo dalla guerra e dai bombardamenti. Alcuni di loro parteciparono anche a questa prestigiosa competizione.

Il primo nome che balza alla memoria è quello di Giannino Marzotto, erede della omonima dinastia che fondò l’azienda nel 1836. Ma è anche impossibile dimenticare Alessandro Franzi, sempre prontissimo allo scherzo ed all’ironia. Scomparso due anni fa, chissà se da lassù non avrà la tentazione di giocare uno dei suoi tiri burloni. La Franzi, fondata nel 1864, famosa per il ben noto cuoio Franzi, fu l’antesignana della diffusione dell’eleganza italiana nel mondo. Guccio Gucci si vantava di aver appreso i segreti del mestiere,a 16 anni, come impiegato della Valigeria Franzi.

Bisogna, invece, attendere l’anno prossimo per la riedizione della Pechino Parigi, altra magnifica avventura, durante la quale, 3 italiani, a bordo della Itala, percorsero nel 1907 i 16.000 km che separano Pechino da Parigi, trovando anche il tempo per partecipare ad un ballo a San Pietroburgo. Erano il Principe Scipione Borghese, il famoso inviato del Corriere della Sera, Luigi Barzini, ed il pilota e meccanico Ettore Guizzardi.

Anche se alcuni “nuovi barbari” vengono ad acquistare aziende, albergi, immobili e terreni in Italia, non riusciranno mai ad impadronirsi dello spirito e della genialità, che può nascere solo da un Dna, stratificato nei secoli e che continua ad esprimersi anche grazie a manifestazioni come la Mille Miglia, che regalano sogni ad occhi aperti, offrendo anche un viaggio nella cultura, nell’arte, nell’ architettura e nella gastronomia italiana.

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