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Mussolini Nobel per la pace?

ebbene si. Nel 1935 il Duce d’Italia, il medesimo anno della guerra d’Etiopia, venne proposto per il premio Nobel per la pace.
Mussolini ricevette due diverse lettere di raccomandazione. Una dal professore di legge francese Gilbert Gidel dell’Università di Parigi, che nominò anche l’Accademia di diritto internazionale, e una dai professori di diritto dell’università di Giessen, in Germania.
I dati sulle due proposte sono presenti sul sito ufficiale “The Nobel Prize” ma le lettere contenenti le motivazioni sono andate perdute. Le proposte sono confermate da Renzo De Felice e da Denis Mack Smith.
Probabilmente le nomine derivavano dagli sforzi politico-diplomatici per il contenimento delle mire espansionistiche di Hitler. Mussolini infatti nel 1934 fu l’unico in Europa che si preoccupò degli accadimenti in Austria e inviò quattro divisioni al Brennero pronte a sostenere il governo legittimo contro la Germania nazista.
Il 3 ottobre 1935 Mussolini darà poi però ordine al Generale De Bono di iniziare la guerra contro l’Etiopia. Il conflitto terminerà il 5 maggio 1936 con la presa di Addis Abeba. Quello stesso giorno il Duce annunciava “al popolo italiano e al mondo che la pace è ristabilita” e che “che turbare la pace dell’Europa significa far crollare l’Europa”.
La proposta di Mussolini al Nobel per la pace non deve stupire. Chiarisce la questione Asle Sveen, storico del premio Nobel: “è sempre rischioso promuovere qualcuno. Non si è in grado di prevedere cosa può accadere in futuro. È questo ciò che rende il Nobel per la pace diverso da tutti gli altri. Altrimenti lo si assegnerebbe solamente a chi è ormai in punto di morte”.
Ad esempio l’unico italiano che si è aggiudicato il premio Nobel per la pace (nel 1907) Ernesto Teodoro Moneta, giornalista fondatore della Società per la pace e la giustizia internazionale e rappresentante italiano della commissione dell‘International Peace Bureau, nel 1912 si espresse favorevolmente all’intervento italiano in Libia e nel 1915 all’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, tanto che alcuni chiesero che gli fosse revocato il Nobel.
Oppure il caso del presidente americano Barack Obama, premio Nobel per la pace nel 2009. Durante la sua presidenza gli Stati Uniti hanno bombardato: Afghanistan, Libia, Somalia, Pakistan, Yemen, Iraq e Siria. Secondo l’analisi annuale del Council on Foreign Relations le bombe sganciate solo nel 2016 sono state 26.172, escludendo l’utilizzo dei droni in Africa. A tutto questo dobbiamo aggiungere che Obama è stato il Presidente americano che ha autorizzato il maggior numero di vendite d’armi in Medio Oriente nella storia del paese.
Tornando al 1935, il Nobel venne assegnato al giornalista tedesco Carl von Ossietzky, agli arresti per la sua inchiesta sul riarmo della Germania per la quale venne condannato già nel 1931 per spionaggio e alto tradimento, due anni prima che salisse al potere Hitler (nel 1990 la figlia di Ossietzky chiese il riesame del processo contro il padre. La Corte suprema riconfermò il verdetto del 1931: “spionaggio e alto tradimento”).
La nomina di Mussolini al Nobel per la pace non era uno scherzo o una provocazione come avvenne nel caso di Adolf Hitler nel 1939 da parte di E.G.C. Brandt, membro del parlamento svedese. Brandt voleva infatti criticare i difetti delle politiche internazionali dell’epoca, in particolare il Patto di Monaco del 1938, che permise alla Germania di annettersi parti della Cecoslovacchia.
Proprio in quella conferenza fu determinante il ruolo di mediazione svolto da Benito Mussolini che aveva fatto anche da interprete essendo l’unico dei capi di governo a conoscere tutte e quattro le lingue. La stampa americana scrisse: “Monaco è il più bel momento di Mussolini”. Il Corriere della Sera titolò la prima pagina: “Il Duce ha salvato la pace – La gratitudine del mondo intero al Capo incomparabile che col suo genio ed il suo prestigio ha aperto la via alla riconciliazione dei popoli”.
Quell’anno il Nobel venne conferito invece all’Ufficio internazionale Nansen per i rifugiati.
Dal 1939 al 1943 il premio non venne assegnato causa guerra. Nel 1944 venne tributato alla Croce Rossa “per l’ottimo lavoro svolto durante la guerra a favore dell’umanità”.
L’anno successivo, nel 1945, come accadde per Hitler e Mussolini, venne proposto Stalin, per i suoi sforzi per porre fine alla seconda guerra mondiale (proposta replicata nel 1948).





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