HomeBlog12 aprile 1936. Badoglio abolisce la schiavitù in Etiopia

12 aprile 1936. Badoglio abolisce la schiavitù in Etiopia

Nel 1933, viene pubblicato il volume Slavery opera di Lady Katleen Simon. Vi si legge: L’Etiopia è la regione più arretrata del mondo e colà il problema della schiavitù è urgente: sono esseri umani che divengono una semplice proprietà, proprietà che può essere torturata e venduta sul mercato al miglior offerente; si tratta di mogli vendute, separate dai mariti e viceversa; di madri strappate via dai loro figli che divengono proprietà di un altro. Insomma la schiavitù non riconosce neanche la maternità o la paternità e sancisce il diritto di spezzare le famiglie per ragioni di mercato” .
Il 3 ottobre 1935 l’Italia inizia la conquista dell’Etiopia. Dall’Eritrea il Generale De Bono varca il fiume Mareb e in pochi giorni conquista la regione del Tigrè. Giunto ad Adua, il 14 ottobre 1935, promulgò il primo bando per la soppressione della schiavitù.
Il 16 novembre Mussolini sostituisce De Bono con Badoglio. La conquista dell’Etiopia continua fino al 5 maggio con la presa di Addis Abeba (Il maresciallo Badoglio telegrafa1“Oggi 5 maggio alle ore 16, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba”).
Il bando del generale De Bono però non fu l’unico, infatti l’Italia aveva già abolito la schiavitù in Somalia anni prima. Fu il primo nell’Etiopia liberata e quindi il più noto. Ma man mano che l’avanzata delle truppe italiane procedeva le diverse regioni dell’Impero etiopico venivano liberate da quello “stato primitivo di barbarie feudale simile a quello dell’Inghilterra del 1066”.2
Così anche Pietro Badoglio, nell’aprile 1936 da Macallè, emise un bando3 di soppressione della schiavitù per le nuove regioni liberate. Ecco il testo:

«Genti del Tigrè, dell’Amhara, del Goggiam: Udite!
«La schiavitù è avanzo di antiche barbarie e dove è la bandiera italiana non vi può essere la schiavitù. Perciò nel Tigrè, nell’Amhara, nel Goggiam, dovunque è la bandiera d’Italia, la schiavitù è soppressa.

Ho vietato la compera e la vendita degli schiavi. Gli schiavi che sono nei vostri territori sono liberati. Quelli che hanno bisogno di aiuto si presentino alle autorità italiane riceveranno aiuto e protezione. Chi contravverrà alle disposizioni del presente bando sarà punito secondo la legge.
Macallè, 12 aprile 1936, anno XIV (4 Miazia 1928).
Maresciallo d’Italia BADOGLIO»
.
Benito Mussolini, dal balcone di piazza Venezia, durante il discorso del 5 maggio 1936 annuncia “al popolo italiano e al mondo che la pace è ristabilita” e che “l’Etiopia è italiana. Italiana di fatto, perché occupata dalle nostre armate vittoriose, italiana di diritto, perché col gladio di Roma è la civiltà che trionfa sulla barbarie, la giustizia che trionfa sull’arbitrio crudele, la redenzione dei miseri che trionfa sulla schiavitù millenaria.
All’indomani del proclama del Duce il testo ufficiale del bando di Badoglio venne citato alla Camera dei Deputati dall’Onorevole Egilberto Martire, in occasione della discussione del disegno di legge sullo stato di previsione delle spese per le Colonie per l’esercizio finanziario 1° luglio 1936-30 giugno 1937.

NOTE
1. “Il Maresciallo Badoglio telegrafa”, e non “mi telegrafa”, come spesso erroneamente viene trascritto
2. Patrick Balfour, giornalista, 1935
3. La legislazione fascista nella XXIX legislatura, 1934-1939 (XII-XVII), Gli ordinamenti politico-amministrativi, Capo IV

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