da AGENPARL dell’11 novembre 2023
A breve l’allestimento della mostra torinese “Africa. Le collezioni dimenticate” subirà delle correzioni. La conferma giunge da Giorgio de Vecchi di Val Cismon, pro nipote del Governatore della Somalia italiana Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon che, in seguito alle denunce a mezzo stampa del saggista Alberto Alpozzi, aveva segnalato alla direzione dei musei Reali le inesattezze riguardanti il suo bisavolo.
“Il particolare interesse della nostra famiglia – ha dichiarato de Vecchi – nella tutela della memoria di nostro nonno Cesare e della verità storica (le due cose vanno, e sono andate di pari passo) sembra essere stato soddisfatto. Il merito però va molto ad Alberto Alpozzi, che su questa mostra ha scatenato una battaglia mediatica”.
“Un’inesattezza fuorviante” ha comunicato la dott.ssa Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali, nel porgere le scuse a de Vecchi per le “imprecisioni contenute nel pannello sulla Somalia esposto in mostra” come sottolineato dalla curatrice dott.ssa Elena De Filippi.
Il pannello in questione (riporta al momento): “…l’impianto di Genale di Cesare Maria De Vecchi, gestito ricorrendo a soprusi come le punizioni corporali e il lavoro coatto” verrà corretto dalla direzione dei Musei Reali con la nuova dicitura: “Gli anni ’20 vedono la nascita di forme di colonizzazione agricola, come la Società Agricola Italo-Somala di Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi e il comprensorio di Genale per incentivare l’agricoltura sperimentale e favorire il lavoro salariato durante l’amministrazione del governatore Cesare Maria De Vecchi (1923-1928)”.
“Il confronto – ha dichiarato Alpozzi – è sempre costruttivo. La sostituzione del pannello in seguito alla mia analisi storica è segno che quanto da me evidenziato su Il Giornale del 7 novembre 2023 è stato verificato e quindi confermato: a Genale non vi fu il lavoro coatto e l’Italia in Somalia non ha mai perpetrato lo schiavismo, ma anzi lo ha debellato introducendo contratti di lavoro per gli indigeni. Questo contribuisce alla creazione di una storia più completa riguardante il nostro passato coloniale.
Sono lieto che la direzione dei Musei Reali di Torino abbia dimostrato di essere attenta e aperta agli approfondimenti. Auspico che anche gli altri pannelli vengano rivisti”.