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Storia, non storie

Addio a Marco Bertoncini: amico, giornalista, storico

E’difficile ricordare un amico scomparso all’improvviso senza scivolare nella retorica o nell’enfasi degli affetti. Per questo ritengo più opportuno limitarmi a raccontare quanto ho potuto apprezzare di Marco Bertoncini (1950 – 2023) durante il lungo rapporto intrattenuto con lui. L’ho conosciuto più di venti anni fa, in occasione della presentazione di un libro dove entrambi eravamo relatori. Rimasi subito colpito dalla precisione delle sue argomentazioni e dalla nettezza dei suoi giudizi che non facevano sconti a nessuno degli autori della pubblicazione presentata.

Quell’incontro fu l’inizio di una amicizia che è durata fino alla scomparsa di Marco, nel corso della quale ho avuto modo di apprezzare le sue molteplici qualità, scientifiche e umane, ma anche di realizzare insieme a lui alcuni lavori dei quali sono particolarmente contento. Cominciai ad andare a trovarlo in Confedilizia (della quale fu Segretario generale per molti anni, continuando poi a collaborare fino agli ultimi giorni), nella sede romana di via Borgognona, dove, tramite lui, conobbi il Presidente Corrado Sforza Fogliani, al quale lo legavano una profonda amicizia e una stima reciproca fondate, tra l’altro, sulla comune matrice politica e culturale schiettamente liberale, che aveva avuto modo di consolidarsi nel corso delle battaglie politiche intraprese insieme, in anni lontani, nella amatissima città di Piacenza, dove entrambi erano nati.

Bertoncini era anzitutto un giornalista che seguiva con passione e precisione le notizie quotidiane sulla carta stampata e non solo, traendone spunti per interventi, editoriali, elzeviri, di carattere economico e politico, che pubblicava con regolarità, partecipandoli spesso agli amici che sapeva interessati. Negli ultimi 25 anni, per citare solo la collaborazione più recente, i suoi articoli, assai apprezzati dagli addetti ai lavori e non solo,  sono apparsi regolarmente sul quotidiano “Italia Oggi”.

Marco era anche un intellettuale dalla cultura sterminata, appassionato di storia, di diritto, di politica, di economia, ma anche curioso delle imprevedibili notizie di costume proposte quotidianamente dalla lettura dei giornali. Ai suoi suggerimenti e alle sue informazioni facevano regolarmente ricorso tutti quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare insieme a lui o di conoscerlo da vicino, trovando sempre risposte esaurienti e pertinenti. Le sue segnalazioni di articoli o notizie che arrivavano via mail di prima mattina erano un appuntamento abituale per molti dei suoi amici. Ma Bertoncini aveva anche lo spessore del saggista. Insieme a lui, per esempio, ho avuto il piacere di curare per le collane di “Libro Aperto” le antologie degli scritti di classici del pensiero liberale: da Cavour a Sella, da Croce a Einaudi ecc. E anche in questi lavori di più lunga lena aveva modo di mettere in luce una solida preparazione fondata sui classici del liberalismo e non solo.

Il numero di “Storia In Rete” del dicembre 2007 con il dossier sull’ascesa e la prima crisi dello stato farnesiano di Piacenza e Parma, che include anche il saggio di Marco Bertoncini. Il numero (in pdf scaricabile subito) può essere acquistato cliccando qui

Il suo campo privilegiato d’intervento era, come si capisce, la storia contemporanea, a partire dalla Rivoluzione Francese. Ma non mancavano incursioni in epoche più lontane, soprattutto se riguardavano la sua amatissima Piacenza. Voglio ricordare un solo esempio che ci ha visto collaborare su un episodio famoso della storia piacentina: la congiura del 1547 dei nobili della città che si concluse con l’assassinio di Pier Luigi Farnese, primo duca di Piacenza e Parma. L’idea, maturata nelle discussioni tra Bertoncini  e Corrado Sforza Fogliani, consisteva nel pubblicare in edizione critica gli atti del procedimento in morte del figlio promosso da Paolo III Farnese (di cui mi sarei occupato io, in qualità di esperto di archivistica e paleografia)  e presentarli in un convegno internazionale di studi farnesiani. Il progetto trovò la sua realizzazione nel 2007 e Bertoncini collaborò anche al convegno con una relazione su analogie e differenze tra Cesare Borgia e Pier Luigi Farnese. In quella occasione “Storia in rete” dedicò alla congiura un numero speciale, realizzando anche un documentario a cura di Fabio Andriola e Alessandra Gigante.

Questo era l’intellettuale e giornalista Bertoncini. Poi ci sarebbe da ricordare il Marco Bertoncini uomo. La sua passione per la musica classica, per l’arte, per il teatro e per il cinema. Le sue battute spesso al vetriolo e i suoi leggendari giochi di parole. Il suo bisogno di solitudine, accompagnato da un altrettanto forte bisogno di amicizia e di convivialità, sempre in forme schive e spesso caratterizzate da un cinismo di facciata. Un uomo complicato e semplice, allegro e malinconico, segnato da problemi di salute che rendevano tutto più difficile. Ma questa seconda parte di un suo ritratto richiederebbe molto di più di queste brevi righe.

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