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“Controstoria di una Guerra Civile”, focus su la Spagna su Storia in Rete n. 194

Un saggio monumentale e documentatissimo sulla Guerra civile spagnola arriva in Francia e scatena un putiferio. L’autore, lo spagnolo Pio Moa, viene fatto oggetto di un vero linciaggio mediatico-accademico che ricorda il Pansa de “Il sangue dei vinti” in Italia. Cosa racconta Moa? Perché le sue tesi risultano tanto scandalose? Perché il fronte dell’anti-revisionismo reagisce in maniera così nervosa, se non isterica, al suo libro? E perché la Spagna – che aveva concluso pacificamente la sua esperienza franchista con un ventennio democratico di pacificazione – ha poi deciso di abbandonarsi a un orgia di cancel culture e leggi orwelliane sulla “memoria storica”, trasformando in reato d’opinione ogni narrazione storica diversa da quella ufficiale?

Dalla Spagna all’antica Roma, con le molte versioni della morte di Giulio Cesare, uno degli atti cardine della storia mondiale, che però è stato raccontato in tante maniere differenti. E ancora di cadaveri eccellenti parliamo, analizzando la morte di Napoleone: avvelenamento o malattia? Molti indizi portano a pensare che stavolta chi “pensa male” possa aver preso una cantonata…

Parliamo poi di inizio e fine della Guerra Fredda: i documenti americani che raccontano di come Truman, con le rovine di Hiroshima e Nagasaki ancora fumanti, stesse accarezzando l’idea di sottoporre allo stesso trattamento le città di Russia e Manciuria. E poi un contro-necrologio di Michail Gorbaciov: perché in Russia non sono esattamente d’accordo con la santificazione laica fatta in Occidente dell’uomo che ha “rottamato” l’URSS?

Infine due storie italiane: la triste fine di Salgari, il papà di Sandokan, autore di best-sellers che arricchirono i suoi editori, ma che morì suicida a causa della povertà in cui lui e la sua famiglia versava. E la “Legione Redenta” di Cosma Manera, l’ufficiale italiano che arruolava nei campi russi i prigionieri austroungarici di lingua e sentimenti italiani. Un (ennesimo) eroe d’Italia dimenticato.

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