Paolo Gulisano è uno e trino: medico specialista, scrittore impegnato e giornalista prolifico. Autore di tre romanzi e più di quaranta saggi, è tra i principali esperti italiani di Tolkien, oltre a ricoprire la carica di fondatore e vicepresidente della Società Chestertoniana italiana. Profondamente cattolico e altrettanto profondamente innamorato dell’Irlanda, ha appena dato alle stampe una avvincente vita di San Patrizio, il Santo più invocato e amato al mondo: Patrizio. Un santo tra le rovine dell’Impero (Ares, pp160 € 15).
Biografia di un Santo ma anche autobiografia di una nazione ribelle, l’Irlanda, il saggio di Gulisano scorre rapidamente come un romanzo, dove si intrecciano miti e leggende, paganesimo e cristianesimo, Santi ed eroi in una storia di fede e passione che non troveremmo altrove. Ignorata dall’Impero Romano, che la riteneva troppo insignificante e lontana per essere terra di conquista, l’Irlanda divenne invece una preziosa terra di missione per il monaco Patrizio, dopo aver avuto la visione di un angelo che gli indicava il suo compito: evangelizzare l’ultimo avamposto dei Celti. Impresa eroica, che gli riuscì perfettamente, oltre a un’altra Mission Impossible, ossia liberare -e per sempre- l’isola verde da ogni tipo di serpente. In attesa che un altro Santo torni a ri-evangelizzare l’Irlanda contemporanea, vittima della cultura woke e della cancel culture, godiamoci queste pagine, ritratto di un’Irlanda che fu, e che resta, come immagine archetipica, in tutti i nostri cuori.