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Newsletter n. 3 / 2007 di «Storia In Rete»

Anno VII – n. 3 – maggio 2007

A cura di Fabio Andriola (direzione@storiainrete.com )

Sommario:

  1. «Storia In Rete» n. 19 è in edicola
  • Festival Storia: «Rivoluzioni» a Gorizia
  • Iraq, ancora balle di guerra: ora è il turno dei “falsi eroi”
  • Scomparsa l’ultima principessa Romanov nata in Russia
  • Com’è morto Juri Gagarin? Mosca impone il segreto di Stato

«Storia In Rete» è in edicola, 96 pagine a colori, € 5,50, tutti i mesi nelle principali edicole

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per informazioni e preventivi gratuiti: Andrea Biscàro  340-8638369 – eliandr@inwind.it

1)  Il nuovo numero di «Storia In Rete» è in edicola

E’ forse l’attentato più famoso – e studiato – del XX secolo a campeggiare sulla copertina del nuovo numero di «Storia In Rete» (n. 19, maggio 2007) in edicola. La morte di John F. Kennedy a Dallas, nel novembre 1963, è uno dei casi storici che più ha scatenato passioni e teorie contrapposte. Da sempre la teoria dell’attentatore solitario, Lee H. Oswald, è stata criticata ma mai una perizia balistica aveva dato la certezza del complotto, cioè del fatto che quel giorno spararono più persone, sicuramente due (tra cui Oswald), forse più. Lo studio di Nicola Bandini non è però l’unica chicca di questo fascicolo di «Storia In Rete» che, infatti, offre molti altri spunti interessanti: la prima parte di una inchiesta di Andrea Biscàro su un personaggio decisamente strano coinvolto nel caso Moro; la seconda parte dell’excursus di Marco Scardigli sui trafficanti d’armi nella Storia; una nuova interpretazione dell’estate del 1914 che vide lo scoppio della Prima guerra mondiale (causata soprattutto dai russi?) e un’analisi del professor Raito su come gli storici stranieri hanno giudicato lo sforzo italiano nella Grande Guerra; Luciano Garibaldi ha intervistato Romano Bracalini autore di un saggio sulla vita durante il fascismo mentre Luca Di Bella ha dato conto di una recente polemica circa il presunto antisemitismo di Churchill; ancora Novecento italiano col pezzo di Sandro Provvisionato in cui si rievoca la strage del Cermis causata da alcuni Rambo-Top Gun Usa in vena di bravate nei nostri cieli. Andando indietro nel tempo invece troviamo un intervento di Aldo A. Mola sulla Massoneria nel Regno d’Italia in età napoleonica; una dotta rievocazione del Terrore nell’antichità firmato dal professor Luciano Canfora; un’anticipazione di una bella biografia di Eugenio di Savoia il grande condottiero del Seicento e, infine, la prima di tre puntate dedicate alle memorie, affascinanti e sconvolgenti come un film di Tarantino, di Mastro Titta, il boia della Roma di metà Ottocento. Sul nostro sito potrete trovare un estratto dei principali articoli: www.storiainrete.com

2)  Festival Storia: «Rivoluzioni» a Gorizia

Armata oppure nonviolenta, politica ma anche tecnologica, deflagrante o silenziosa, di genere e di costume, globale eppure intessuta nei piccoli impercettibili mutamenti del quotidiano, nel flusso inarrestabile della storia, dell’agire, del vivere umano: alla rivoluzione, o meglio, alle Rivoluzioni intese come una molteplice tipologia di cambiamenti, non più o non necessariamente generati da moti violenti e repentini, capaci di investire la politica e le istituzioni ma anche – per fare solo alcuni esempi – la scienza e la tecnologia, l’economia e la sociologia, l’arte, lo spettacolo, la letteratura e la comunicazione di massa – è dedicato «èStoria 2007», il terzo Festival internazionale della Storia in programma a Gorizia dal 18 al 20 maggio 2007, ideato e organizzato dalla LEG – Libreria Editrice Goriziana, promosso dal Comune di Gorizia, patrocinato e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorati al Turismo e alla Cultura – e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Di primissimo piano, come nella tradizione del Festival, i protagonisti chiamati a Gorizia ad avvicendarsi sui palcoscenici di «èStoria 2007». Quarantacinque gli eventi previsti nell’arco di un solo fine settimana, fra incontri, dialoghi, tavole rotonde, presentazioni, interviste e conversazioni pubbliche, lezioni, performance teatrali e musicali, mostre, animazioni e laboratori rivolti a giovani e giovanissimi, sul filo conduttore della storia e del suo inarrestabile flusso di cambiamenti, impercettibili o deflagranti, ma in ogni caso determinanti per l’agire e il vivere umano. Il Festival presenterà una nuova sezione esplicitamente dedicata alla presentazione di alcune novità editoriali svincolata dal tema delle rivoluzioni, intitolata «La Storia in testa», una citazione-omaggio nei riguardi della prima denominazione del Festival stesso.

Segnaliamo fra i moltissimi eventi: VENERDÌ 18, «Il 1848 europeo» con Simonetta Soldani, Marco Cimmino e Fulvio Salimbeni, coordinati da Roberto Coaloa (ore 10.30, Tenda Apih). Alle 15 (Tenda Erodoto), si parlerà della «rivoluzione che non ci fu» nell’Italia dal 1968 al 1977, tra anni di piombo e cronaca con Marcello de Angelis, Giovanni Minoli e Concetto Vecchio. Alle 16.30, ospite di respiro internazionale sarà il neocon Robert Kagan, affiancato da Massimo Teodori e Federico Rampini per una riflessione su «Missione nazionale e rivoluzione americana: il significato del neoconservatorismo», coordinata da Marco Cimmino. Alle 17.30 i docenti Claudio Venza e Pelai Pagès Blanch, coordinati da Vettor Maria Corsetti, converseranno su «Spagna 1936: la guerra divora l’utopia». Completano il programma della giornata le testimonianze sul «Diario di guerra di un adolescente» di Carlo Pokrajac (ore 12, Tenda Apih) con Anna Di Gianantonio e Alessandro Morena, su «Donne e istanze rivoluzionarie nella lotta di Resistenza» con lo storico Jože Pirjevec (ore 16.30, Tenda Apih).

Nella giornata di SABATO 19, le «Origini della rivoluzione americana» saranno trattate da due esperti quali Tiziano Bonazzi e Guido Abbattista, coordinati da Roberto Coaloa (ore 9.30, Tenda Erodoto). Sulla «rivoluzione scientifica» sarà imperniata la discussione tra lo storico delle rivoluzioni Massimo Bucciantini e lo scienziato Mariano Bizzarri (ore 10.30, Tenda Apih). «L’Occidente di fronte alla Rivoluzione sovietica», sarà il tema trattato dal docente Andrea Graziosi, dall’ambasciatore Sergio Romano, e dai docenti Giorgio Petracchi e Vittorio Strada coordinati dal giornalista del «Corriere della Sera» Antonio Carioti (ore 15.30, Tenda Erodoto). Nella stessa giornata la conversazione su «L’Italia e il confine orientale», coordinata dal direttore del quotidiano «Il Piccolo» Sergio Baraldi con Ernesto Galli della Loggia, Marina Cattaruzza, Stefano Pilotto e Nevenka Troha (ore 16.30, Tenda Apih); e il dialogo fra due autori e saggisti, Luciano Canfora e Piero Dorfles, intorno a «Libertà, democrazia e rivoluzione nella storia» (ore 17, Tenda Erodoto).E ancora, per la sezione delle novità editoriali, due autori e giornalisti, Pietro Spirito ed Alessandro Marzo Magno, converseranno di sommergibili in «Aria alla rapida, immergiamoci nella lettura» (ore 19, Tenda Apih).

Infine DOMENICA 20, uno sguardo «Dopo la Bastiglia», su miti, simbologie ed eredità della rivoluzione francese sarà proposto nella conversazione del politologo Ernesto Galli della Loggia con i docenti Pierre Serna e Antonino de Francesco, coordinati dal direttore de «Il Manifesto» Gabriele Polo (domenica 20, ore 15, Tenda Erodoto). Sempre domenica, due aspetti legati a profonde rivoluzioni socio-culturali saranno approfonditi, alle 10 (Tenda Erodoto) da Eugenia Roccella, Elisabetta Vezzosi, Martin van Creveld e Valeria Palumbo, caporedattore de «L’Europeo». L’esperto e studioso di storia militare israeliano Martin van Creveld non mancherà di suscitare curiosità e dibattito intorno alle tesi del suo libro, «Le donne e la guerra», edito per la prima volta in Italia a cura della LEG. E alle 11.30 (Tenda Erodoto) saranno due docenti a autori, Mimmo Franzinelli e Marco Tarchi, insieme al più noto critico musicale italiano, Mario Luzzato Fegiz, coordinati dal giornalista de «Il Sole – 24 Ore» Stefano Salis, a confrontarsi sulla «Rivoluzione del ’68. Un’altra vulgata». «Rivoluzione fascista: una rivoluzione incompiuta» è il tema su cui interverranno Mimmo Franzinelli, Giuseppe Parlato e Paolo Buchignani, coordinati dal caporedattore cultura de «Il Secolo d’Italia» Aldo Di Lello (ore 15.30, Tenda Erodoto). . Alle 12 «Rivoluzione militare», con gli esperti Andrea Nativi e Martin van Creveld, coordinati da Vettor Maria Corsetti. Alle 19 una conversazione sui temi della mostra «Nel segno di Klimt. Ver sacrum. La rivista d’arte della Secessione viennese», allestita in occasione del festival: interverranno il giornalista e caporedattore del Gazzettino Maurizio Bait, i curatori Marina Bressan e Marino De Grassi. A questi eventi si aggiungerà l’interessante iniziativa dello Storiabus, quasi un unicum in un paese come l’Italia dove il turismo storico è incomprensibilmente una rarità: una serie di visite guidate nei luoghi della Grande Guerra ’iniziativa sostenuta dall’APT Gorizia S.p.a., in collaborazione con la Leg – Libreria Editrice Goriziana, e dalla Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato al turismo. Il tour si svolge inoltre con la collaborazione degli esperti dell’Associazione culturale «Isonzo» – Gruppo di ricerca storica. Il tour è gratuito per tutte le tre giornate e poiché le escursioni sono a numero chiuso si raccomanda la prenotazione. Teatro degli eventi saranno i padiglioni nei giardini di Corso Verdi a Gorizia (18, 19 e 20 maggio 2007). Per ogni informazione, www.estoria.it, info@estoria.it, telefono 0481.33776 (Libreria Editrice Goriziana).

3) Iraq, ancora balle di guerra: ora è il turno dei “falsi eroi”

La dipinsero come un’eroina, raccontando che «sparò fino all’ultimo colpo» pur di non finire in mani irachene. Subito dopo la sua liberazione, avvenuta attraverso un blitz sensazionale nell’ospedale di Nassirya nell’aprile 2003, la sua foto fece il giro del mondo. Tanto da essere contrapposta a quella di Lynndie, la soldatessa delle torture del carcere di Abu Grahib, «il volto brutto della guerra». E invece la storia di Jessica era falsa. La giovane fu effettivamente rapita dagli iracheni e poi liberata, ma il suo comportamento non fu così eroico come il governo americano volle far credere. È stata la stessa soldatessa a ribadirlo. Lo aveva già fatto in passato, stavolta però la sua testimonianza è arrivata davanti alla Commissione di supervisione e di riforme governative della Camera dei Rappresentanti. «La questione, qui, è che il popolo americano sa decidere da solo chi è il suo ideale di eroe, e non c’è alcun bisogno che si senta raccontare una lunga serie di bugie» ha affermato. Jessica ha accusato il governo di creare eroi per sostenere la causa di una missione sempre più controversa e criticata, quale è la guerra irachena. Lynch si è seduta accanto ai familiari di Pat Tillman, l’ex campione di football americano che rinunciò a un contratto di un milione di dollari – dopo la tragedia dell’11 settembre – per andare a combattere in Afghanistan, e che il 23 aprile del 2004 perse la vita a causa del fuoco amico. La vicenda di Tillman ha scatenato un’ondata di polemiche in quanto anche in questo caso il governo fece di lui un eroe, arrivando addirittura a insabbiare la verità e lasciando credere alla famiglia che l’ex campione di football era morto eroicamente, in un’imboscata del nemico. Di Jessica si disse invece che combatté eroicamente contro gli iracheni, sparando alcuni colpi contro il nemico: una menzogna, visto che Lynch non sparò mai un colpo nel corso di quel combattimento. Anzi, durante lo scontro perse conoscenza e si risvegliò in ospedale, dove non fu affatto maltrattata come si disse. «La verità della guerra non è sempre facile – ha detto Jessica – La verità è sempre più eroica dell’esagerazione». Dello stesso avviso il fratello di Pat Tillman, Kevin, che ha accusato il Pentagono di aver raccontato “bugie intenzionali”, e di aver dato il via a una serie di «false verità in modo studiato e deliberato». «Riteniamo che questo racconto sia stato concepito per ingannare la mia famiglia ma, cosa ancora più importante, il pubblico americano – ha detto Kevin nel corso della sua testimonianza – La morte di Pat è stata chiaramente il risultato di “fratricidio”». Kevin ha precisato che le dichiarazioni con cui il corpo militare ha spiegato le ragioni della morte di Pat sono state una vera e propria “frode”. “Rivelare che la morte di Pat fu il risultato di un fratricidio si sarebbe confermato l’ennesimo disastro politico in un mese di disastri politici e dunque, fu necessario nascondere la verità».
Henry Waxman, presidente della commissione, ha accusato così il governo di aver inventato «storie e dettagli sensazionali», sia riguardo alla storia di Jessica Lynch che a quella di Tillman. Importante ricordare che la storia dell’ex soldatessa venne raccontata proprio quando gli Stati Uniti erano alle prese con lo scandalo degli abusi sui prigionieri di Abu Ghraib, in Iraq. «Il governo ha violato le sue responsabilità di base», ha detto Waxman. Il quadro si è fatto più controverso quando a prendere la parola è stato Bryan O’Neal, ex sergente che vide con i suoi occhi l’ex giocatore di football perdere la vita a causa di un fuoco amico. «Mi fu ordinato di non dire nulla» alla famiglia, ha ricordato O’Neal. L’ordine arrivò dall’allora colonnello Jeff Bailey, comandante del battaglione che controllava il plotone di Tillman. E Mary Tillman, madre dell’ex campione, ritiene che all’epoca, l’allora segretario alla Difesa Donald Rumsfeld sapesse alla perfezione come erano andate le cose. «Il fatto secondo cui nessuno abbia detto a Rumsfeld che (Pat) morì in un fuoco amico è ridicolo».

(da «Repubblica.it» del 26 aprile 2007)

4) Scomparsa l’ultima principessa Romanov nata in Russia

► La Principessa Yekaterina Ioannovna di Russia è morta a Montevideo (Uruguay) il 13 marzo 2007 all’età di 92 anni. Era nata il 25 dicembre 1915 a Pavlovsk, residenza di suo nonno il Gran Duca Constantin Constantinovitch di Russia. Suo padre, il principe Ioann Constantinovitch di Russia fu ucciso dai bolscevichi quando la bambina non aveva ancora tre anni : l’esecuzione avvenne ad Alapaevsk quasi contemporaneamente a quella ufficiale (si veda al riguardo l’inchiesta di «Storia In Rete» n. 1 del novembre 2005) della famiglia imperiale ad Ekaterinburg. Col principe Ioann furono uccisi anche altri membri della famiglia Romanov compresi i suoi due fratelli. Nel frattempo la principessa Yekaterina era già fuggita dalla Russia con sua madre, Elena di Serbia (figlia di Re Pietro I). Sposata con il marchese italiano Ruggero Farace, ebbe tre figli. Con Yekaterina Ioannovna di Russia scompare l’ultima rappresentante della Famiglia Imperiale russa nata prima della Rivoluzione russa.

 5) Com’è morto Juri Gagarin? Mosca impone ancora il segreto di Stato

Juri Gagarin, il primo uomo a compiere un’orbita attorno alla Terra il 12 aprile 1961 con una navicella spaziale sovietica, morì sette anni dopo, in un incidente aereo. Per decenni la versione ufficiale delle autorità sovietiche sulla sua fine ha alimentato una ridda di teorie complottiste: secondo alcuni Gagarin e il pilota istruttore perito con lui erano ubriachi, secondo altri il primo cosmonauta è morto nel 1990 in un ospedale psichiatrico, e i sovietici inscenarono l’incidente per coprire un personaggio così in vista. Ma c’è chi ha sostenuto addirittura che Gagarin sia stato rapito dagli alieni… Ora trenta studiosi russi credono d’aver risolto il mistero, ma, ancora una volta, le autorità del Cremlino hanno bloccato la loro ricerca: secondo Igor Kuznetsov, già ingegnere della commissione d’inchiesta nel 1968, la vera causa dell’incidente potrebbe essere stata una falla nella tenuta stagna della cabina: i due piloti decisero allora di scendere rapidamente di quota, ma lo fecero a velocità troppo sostenuta, e svennero o morirono prima ancora di schiantarsi. Kuznetsov insiste che ufficializzare questa tesi servirebbe a spazzare via le teorie complottiste ma per le autorità russe, non sussiste alcun buon motivo per riaprire la commissione d’inchiesta. 

La frase:

«Quale epoca può comprendere l’Inquisizione medioevale meglio della nostra, a condizione di trasferire il reato d’opinione dalla sfera religiosa a quella politica?».

Régine Pernoud, storica medievista francese (1909-1998)

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