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Storia, non storie

Machiavelli può dire cose utili anche per la questione di migranti, ONG e porti sicuri

Mesi fa avevo scritto un blog su questo sito a proposito della nefasta formula di ‘porto sicuro’, con la quale sono stati ribattezzati tutti i porti italiani del Mezzogiorno d’Italia, in particolare Sicilia e Calabria, per l’approdo dei clandestini raccolti nelle acque libiche e tunisine dalle navi delle ONG. Poi la gestione narcotizzata delle notizie relative al problema delle immigrazioni irregolari e del ruolo delle ONG fornita dal ministro dell’Interno del governo Draghi ha steso un velo su queste attività ridotte a comunicazioni di cifre di ingressi a sbarchi avvenuti. Anche le navi delle ‘organizzazioni umanitarie’ hanno sembrato rallentare le loro iniziative non solo per il covid, ma anche per prepararsi a tornare da protagoniste sulla scena in vista di un cambiamento del quadro politico italiano legato alle recenti elezioni.

Ora questo cambiamento è avvenuto e la flotta delle ONG è tornata rapidamente in azione, coordinata come quella della Lega Santa che nel 1571, al comando di Don Giovanni d’Austria, sconfisse a Lepanto la flotta turca. Gli obbiettivi però sono rovesciati. In quel caso si combatteva per impedire l’invasione turca in Europa; nel nostro caso si tratta di favorire l’ingresso in massa in Italia dei clandestini provenienti da Libia e Tunisia.

In campagna elettorale avevamo sentito promettere blocchi navali, arresti dei responsabili, sequestri delle navi ecc. nei confronti di queste attività. Ci sembravano un po’ delle guasconate, ma in ogni caso pensavamo che ci sarebbe stato un cambiamento sostanziale di comportamento in occasione di situazioni già mille volte vissute. Nulla di tutto questo, e quanto si è visto nel porto di Catania nei giorni scorsi ci induce a un amaro e completo sconforto.

Ma, mi domando: questi signori del nuovo governo hanno mai letto, almeno in forma riassuntiva, il sommo Machiavelli? Una delle prime raccomandazioni che rivolgeva ai governanti era di non minacciare mai qualcosa che poi non si è in grado di portare a compimento. E’ esattamente quanto è avvenuto in Sicilia. E’ stato detto alle ONG di non entrare in porto e sono entrate. Poi è stato vietato di far sbarcare i clandestini e, dopo le proteste delle opposizioni italiane e dei paesi europei, si è deciso di procedere a sbarchi selettivi di minori, donne e ‘fragili’. Infine, dopo le ulteriori proteste, si è utilizzata una nuova commissione medica per dichiarare tutti fragili quelli rimasti a bordo e procedere a uno sbarco generalizzato. Todos caballeros, come si diceva una volta. Dei sequestri delle navi incriminate e dei procedimenti giudiziari nei confronti dei loro responsabili, nessuna traccia. Stanno già per ripartire per nuove ‘missioni’. Forse ci saranno delle multe, che nessuno però pagherà. In ogni caso poi ci sono sempre i condoni.

Si può immaginare qualcosa di più maldestro? Scrivere una ordinanza ad hoc sugli sbarchi e farla aggirare 24 ore dopo? Un disastro annunciato, presentato, tra l’altro, come un successo, perché la Francia ha accettato di far sbarcare a Tolone una delle navi delle ONG, dicendo, in un primo tempo, che, se l’Italia proprio non ce la fa, la Francia sarebbe disposta a darle una mano. Una carità pelosa, accompagnata, subito dopo, da critiche minacciose al comportamento del governo del nostro Paese, definito inaccettabile, per una presunta inadempienza ad assolvere ai ‘doveri’ dell’assistenza umanitaria.

Un voltafaccia per alleviare i pruriti nazionalisti dei cosiddetti ‘cugini d’oltralpe’, scatenando una guerra verbale a buon mercato. Un voltafaccia accompagnato dall’invio di nuovi contingenti di polizia al confine francese di Ventimiglia, dal rifiuto di accogliere nei prossimi mesi i ‘migranti’ previsti dai piani di redistribuzione per la Francia e dall’invito agli altri Paesi europei a fare altrettanto per le rispettive quote.

Il danno e la beffa. Peggio di così!! Povero Machiavelli, profeta inascoltato soprattutto in Patria e destinato a rivoltarsi nella tomba, come gli capita spesso per quello che succede nel Bel Paese.

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