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Le invenzioni di Lussu sulla riconquista della Libia

Emilio Lussu nel XVIII capitolo del suo Marcia su Roma e dintorni, pubblicato  in esilio a Parigi nel 1930, dedica spazio alla presunta vicenda della 176° legione Camicie Nere Cacciatori-Guide di Sardegna di Cagliari durante la riconquista della Libia, dando informazioni una più inventata dell’altra: secondo lui, la legione sarebbe stata reclutata all’esterno del partito fascista, vista la presunta scarsità di fascisti nell’isola (non ci si poteva iscrivere alla M.V.S.N. senza la tessera del PNF) per ordine del Capo di Stato Maggiore della Milizia Asclepiade Gandolfo, ed anzi era servita come mezzo propagandistico per aggregare intorno al nascente regime delle simpatie. Per ottenere un buon numero di reclute tra i numerosi reduci della Prima guerra mondiale senza impiego era stata promessa una paga di 17 lire al giorno (contro le 7 dei militari), ottenendo quindi un buon numero di adesioni; poi l’unità era stata portata in Africa settentrionale dopo un troppo breve periodo di addestramento e, al momento del primo incontro con il nemico, constatato che la paga percepita era di sole 7 lire e non 17 come promesso, si era ammutinata nel corso di un’operazione contro l’oasi di Cufra. Stando al pamphlet di Lussu, gli ufficiali avevano completamente perso il polso della situazione e solo l’intervento delle unità del Regio Esercito volse a ripristinare una parvenza di ordine. La legione venne quindi ripartita in centurie presso altri reparti, e poco dopo reimbarcata verso la Sardegna, dove venne sciolta in maniera ingloriosa.

Vediamo quanto sia attendibile Lussu. Il primo settembre del 1923 il Ministero della Guerra, tramite quello delle Colonie, chiese alla Milizia di effettuare un arruolamento volontario straordinario di tremila uomini da inviare in Libia per concorrervi con le truppe coloniali alle operazioni contro i ribelli. A sette mesi dalla sua costituzione ufficiale (1 febbraio 1923) la Milizia fu quindi chiamata al battesimo del fuoco. La ferma minima stabilita per gli arruolandi fu di otto mesi. Trattamento economico della truppa identico a quello dei Cacciatori d’Africa (sette lire al giorno); per gli ufficiali, inferiore a quello dei pari grado dell’Esercito coloniale. Il Comando Generale della M.V.S.N. dispose per la mobilitazione di tre Legioni; 132a Monte Velino (Avezzano), 171a Vespri (Palermo) e appunto 176a Cacciatori – Guide di Sardegna di Cagliari, al comando del Console Riccomanni, forte di 51 ufficiali e 1.067 CC.NN., di cui l’80% ex combattenti. Non una Legione della Milizia Coloniale come scritto dal Lussu, ma della MVSN territoriale. Primo errore. Il secondo errore sono le date, assolutamente campate in aria: Gandolfo fu Capo di SM della Milizia dal dicembre 1924 all’agosto 1925, quando le prime tre legioni erano già state rimpatriate da mesi. Per inciso, il Capo di SM era il Luogotenente Generale Francesco Sacco.

La 176a Legione, sbarcata a Tripoli, venne posta a presidio della linea di comunicazione Tripoli- Azizia- Garian, per poi partecipare alle operazioni delle Colonna Graziani nella regione dell’Orfella. Il 24 dicembre 1923 la colonna Graziani raggiunse Tarhuna, il 25 Giaret dove venne attaccata da gruppi di ribelli che furono duramente battuti. Il 27 la colonna puntò su Beni Ulid; a 8 km. dalla meta fu attaccata da circa 3.000 ribelli che però vennero sanguinosamente respinti dopo diverse ore di lotta. Nel primo pomeriggio i legionari cagliaritani attaccarono alla baionetta l’abitato di Beni Ulid; ne seguì una lotta feroce casa per casa e nelle strette viuzze; le Camicie Nere misero in rotta i ribelli, che fuggirono nel deserto. A seguito di questo combattimento vittorioso ed a sanzionare il valore delle Camicie Nere cagliaritane il Generale Graziani inviava al Generale De Bono, comandante generale della Milizia, un telegramma di elogio. Lo stesso giorno, 27 dicembre, alla ridotta di Er Regima venne avvistato un forte gruppo di ribelli che furono inseguiti da legionari e zaptié fino all’Uadi Gattara dove fu distrutto il loro accampamento; il 26 marzo 1924 una pattuglia di Camicie Nere, individuò a un chilometro dalla ridotta di Zuetina circa 200 ribelli, che, divisi in due gruppi attaccarono la pattuglia l’uno e la ridotta. La pattuglia ripiegò combattendo verso la ridotta. I ribelli erano giunti a breve distanza dai reticolati, ma i legionari cagliaritani andarono al contrattacco: 150 CCNN uscite dalla ridotta si slanciarono alla baionetta e misero in fuga il nemico, inseguendolo per otto chilometri e catturando armi e munizioni.

Il 20 maggio 1924, essendo in scadenza il termine per la ferma contratta dalle Camicie Nere, le Legioni 132a e 171a vennero concentrate a Misurata, Homs e Tripoli per il rimpatrio. I sardi della 176a Legione furono invece trattenuti oltremare per altri due mesi in quanto ritenuti essenziali per il controllo del territorio. La 176a Legione partì il 26 luglio per Napoli, il 27 giunse a Roma dove venne passata solennemente in rivista dal Generale Emilio De Bono, Comandante Generale della MVSN, mentre gli ufficiali vennero ricevuti dal Duce; il 28 ripartì per Napoli e Cagliari dove ebbe luogo la smobilitazione. Cufra? Non pervenuta. Graziani la riconquistò solo nel dicembre del 1931…

Insomma, quelle del Lussu sono invenzioni prive di alcun riscontro nella realtà, fatte in malafede da un fuoriuscito rancoroso verso il Regime Fascista, inacidito per il passaggio al Fascismo dei migliori esponenti del Partito sardo d’Azione, per un pubblico della stessa estrazione politica, avida di quello che oggi si definirebbero fake news, ma che ancor oggi vengono prese per buone nonostante la loro totale assurdità.

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