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Ricostruzioni storiche ribelli

Fascismo, antifascismo… il consueto gioco delle tre carte

Nonostante siano passati 79 anni dalla fine delle tragedie della Seconda Guerra Mondiale, che causò 55 milioni di morti, tutto l’anno in Italia, vi sono continue polemiche ed estenuanti richieste di dichiarazioni di “antifascismo” a personaggi dei più svariati settori, come se con tale dichiarazione venisse rilasciato automaticamente un certificato di legittimità a scrivere un articolo, pubblicare un libro, esercitare una professione od altro. Ovviamente gli animi si infiammano ulteriormente in occasione del 25 aprile, data simbolo della caduta del Fascismo in Italia. Ciò si verifica in Italia, perché se guardiamo ad altri paesi europei la percezione è totalmente differente. Ad esempio in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Romania “il Mostro” è considerato il Comunismo. Ad esempio, impensabile in Italia, in Lettonia il 16 marzo vi è una celebrazione commemorativa di una battaglia sulla sponda orientale del fiume Velikaya combattuta dalle due divisioni di SS lettoni. Furono moltissimi i volontari lettoni, che si arruolarono nelle SS: oltre centomila, organizzati in due divisioni, la 15° Divisione (1° lettone) e la 19° Divisione (2° lettone). Ovviamente questi militari combatterono in funzione anti comunista. Analogamente, si è potuto recentemente riscontrare in Ucraina quanto sia forte il sentimento nazionale e sono molto numerosi coloro che si ispirano a Stepan Bandera (1909 – 1959). L’uomo politico ucraino fu uno dei dirigenti dell’Armata Insurrezionale Ucraina (UPA) e capo dell’ Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini. La collaborazione con la Germania nazional socialista nacque proprio in funzione anti sovietica. Anche in Ucraina, all’epoca, vi furono circa 300 mila richieste di arruolamento nelle SS. Ne vennero accettati circa 30 mila e venne costituita la 14° Divisione SS Galizia. Chi ha voluto gettare olio sul fuoco in Ucraina, in funzione anti russa, ha trovato un terreno facile, in considerazione della subita atroce deculachizzazione, delle carestie pianificate e del numero impressionante di morti (alcuni storici ritengono oltre 8 milioni) durante il famoso “Holomodor”.

Il voluto equivoco, ben sostenuto dagli artefici dell’ Ordo Ab Chaos (Nuovo Ordine dal Caos), trova fondamento nella voluta confusione fra Unione Sovietica e Russia attuale, che non sembra proprio voler essere continuatrice del regime comunista, ma piuttosto sembra richiamarsi ad un passato storico ante Rivoluzione d’Ottobre. Ritornando quindi al fascismo, il famoso storico israeliano, Zeev Sternhell (1935 – 2020) fece rilevare che, in Italia, senza il Biennio Rosso (1919 e 1920) non sarebbe mai nato il Fascismo. Similmente senza quella tragica mattanza della Rivoluzione Bolscevica, senza le durissime condizioni dettate contro la Germania, alla Conferenza per il Trattato di Versailles, dai francesi e da 117 sionisti capeggiati dall’uomo d’affari americano Bernard Baruch, in Germania non sarebbe nato il Nazional Socialismo. Non si può dimenticare che molti russi bianchi, scampati alla mattanza bolscevica, si rifugiarono in Germania e nel 1923 venne pubblicato per la prima volta a Berlino il libro di Sergej Mel ‘ Gunov “Il Terrore Rosso in Russia – 1918/1923″)”. Tale libro ebbe una grande diffusione e fece conoscere le impressionanti modalità ed il numero sconvolgente delle vittime del più feroce odio sociale, mai esploso, in forma così colossale, nella storia. Lo storico Ettore Cinella nel suo libro “La Vera Rivoluzione Russa” (Della Porta Editori, Pisa- Cagliari, 2008) non esitò a scrivere: “l’ottobre 1917 fu un sommovimento primordiale e caotico, selvaggio e distruttivo, cupo e rabbioso”. In quegli anni vi fu il tentativo di Bela Kun (vero nome Abele Cohen) di espandere in Ungheria gli stessi principi e meccanismi della Rivoluzione d’Ottobre. Durante il terrore rosso di Bela Kun in Ungheria vennero ritrovati negli scantinati di conventi e monasteri corpi martoriati di preti e suore, con corone di spine di ferro conficcate nella testa o crocifissi conficcati nel cuore. Non si può nemmeno dimenticare in Germania il ruolo di Rosa Luxemburg (1871 – 1919). Fu cofondatrice della Lega Spartachista, che aveva obbiettivi rivoluzionari in Germania e si ispirava a principi comunisti, marxisti, internazionalisti. Venne assassinata a Berlino nel 1919 in occasione della repressione della Rivolta Spartakista.

Analoghi tentativi di bolscevizzazione si espansero nell’Europa Occidentale, in particolare in Spagna. Il tutto sfociò nella tragica guerra civile (1936-1939). Alcuni storici sostengono che la Guerra Civile in Spagna fu una sorta ” di prova generale della Seconda Guerra Mondiale”, in realtà fu l’opposizione netta ad un tentativo di bolscevizzazione, bloccato dall’ Alzamiento del generale Francisco Franco. Quando si parla quindi di fascismo ed antifascismo non si dovrebbero mai dimenticare i presupposti storici e non scambiare, per opportunismo ideologico, cause ed effetti. Come indicato dallo storico israeliano Zernhell il fascismo fu effetto, ovvero la reazione a qualcosa di antecedente. Molti trascurano questo importante passaggio storico con l’intento di cristallizzare le categorie del Bene e del Male. L’antenato del disordine in Europa va sicuramente ricercato nella Rivoluzione d’Ottobre, che sparse a piene mani un feroce odio di classe. Il caos in Russia fu la prima pedina dell’effetto domino che portò poi al crollo delle colonne portanti dell’Europa, ovvero Impero Prussiano, Impero Austro Ungarico ed Impero Russo. Senza dimenticare gli sconvolgimenti creati anche dal disfacimento dell’Impero Ottomano, volutamente accelerato, perché il Sultano Abdul Hamid trattava un po’ troppo abilmente le concessioni per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Non si deve assolutamente omettere che parallelamente alle due guerre mondiali corse una terza guerra, forse ancora più feroce, per le risorse energetiche. Con la caduta dell’Impero Russo e di quello Prussiano vennero eliminati importantissimi attori dell’economia europea e la partita venne principalmente giocata da compagnie petrolifere inglesi, americane ed olandesi.

Quindi quando si procede ad una ricostruzione storica vanno analiticamente valutati tutti i passaggi precedenti per poter avere una piena visione d’insieme. In considerazione di quanto precedentemente esposto allora, secondo un analogo criterio, bisognerebbe richiedere ossessivamente ai più svariati personaggi una ferma dichiarazione di anti comunismo. Per quanto riguarda esclusivamente l’Italia, è interessante leggere una lettera aperta del Presidente del Movimento Nazionale Istria Fiume e Dalmazia, Sig. Romano Cramer. Il Signor Cramer spiega chiaramente perché il 25 aprile non può essere celebrato dagli eredi dei 350 mila esuli di Istria, Fiume e Dalmazia: perché non rappresentò per loro una liberazione, ma l’occupazione e la spoliazione di case, terre ed averi in territori che erano italiani da secoli. Sia in Italia che in Europa ciò che viene magnificato da alcuni non può essere condiviso da altri. Se si tralascia quindi la ricostruzione storica, ben distinguendo fra cause ed effetti… Potrà solo continuare l’eterno gioco delle tre carte, dando evidentemente ragione ad Honoré de Balzac che scrisse che: “esiste una storia ufficiale menzognera, ed una vera… vergognosa”.

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