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Dino Messina su http://lanostrastoria.corriere.it/
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La tesi di Aga Rossi è che l’eccidio non fu un incidente isolato ma la conseguenza della politica del Pci che appoggiava le pretese di Tito di impossessarsi di tutto il territorio, da Trieste al Tagliamento. In nome dell’internazionalismo comunista e degli interessi jugoslavi si poteva sacrificare la vita di qualche patriota italiano. Perché in tutta questa vicenda un fatto è molto chiaro: i 22 partigiani dela Brigata Osoppo erano patrioti che non volevano cedere la propria terra agli jugoslavi, mentre i comunisti di Toffanin, che nel 1952 fu condannato per la strage, obbedivano a logiche superiori, che nulla avevano a che fare con l’amor di patria.
Non sappiamo, dice Aga Rossi, se Togliatti fosse informato di quel che stava per succedere a Porzus, però “accettando la cessione di una parte del territorio italiano a Tito Togliatti porta su di sè una grande responsabilità per quanto è accaduto. La documentazione che abbiamo pubblicato nel libro ‘Togliatti e Stalin’ mostra in modo evidente quanto il leader del Pci fosse consapevole dela situazione. D’altra parte era proprio lui a sostenere che Trieste tenuta dall’Italia sarebbe stata una ‘città morta’, e che quindi era meglio che venisse annessa alla Jugoslavia”.
Alla luce di questo episodio c’è da chiedersi quale contributo reale diede la lotta partigiana in Italia per il ritorno della democrazia, e quanto importante fu invece il ruolo delle Forze alleate, c’è da riconsiderare il mito unitario della Resistenza, e infine chiedersi perché per cinquant’anni di questi episodi si parlò in Italia poco e malvolentieri.
Ps. Il dieci febbraio si celebra il giorno del Ricordo delle foibe e della persecuzione di migliaia di italiani in Venezia Giulia e Dalmazia fra il ’43 e il ’45.
Dino Messina
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Inserito su www.storiainrete.com il 5 febbraio 2010