di Emanuel Pietrobon, da InsideOver del 18 febbraio 2023
Piazze in fermento a causa di manifestazioni e proteste di stampo antisemita. Politici che invocano strette legislative contro comunisti ed ebrei. Chiese e organizzazioni di estrema destra che cavalcano l’onda dell’odio. Pubblici elogi di Adolf Hitler e della sua “opera magna”, il Mein Kampf. L’epoca sono gli anni Trenta e Quaranta, ma il luogo non è la Germania: sono gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti alle prese con la cospirazione del Fronte cristiano e del German American Bund.
L’America in fermento
Stati Uniti, fine degli anni Trenta. L’opinione pubblica e il mondo politico hanno da poco superato l’oscura vicenda del cosiddetto putsch di Wall Street, una presunta cospirazione filofascista di potentati industrial-finanziari dai contorni mai chiariti, che una nuova minaccia di simile natura è alle porte.
Nel novembre 1938, sotto influenza dei sermoni incendiari del telepredicatore Charles Coughlin, viene fondata un’organizzazione anticomunista, Fronte cristiano (Christian Front), che in breve tempo accumula migliaia di tesseramenti.
Lo scopo del Fronte cristiano è dei più onorevoli, la lotta alla diffusione del comunismo negli Stati Uniti, e gode dell’appoggio informale della classe dirigente. Ma qualcosa, a neanche un anno dalla nascita, si rompe: il motivo conduttore passa dall’anticomunismo al boicottaggio delle attività commerciali degli ebrei americani. Qualcuno ha diffuso negli ambienti della neonata organizzazione la teoria del “complotto giudeo-bolscevico“, molto in voga nella Germania nazista, e i suoi membri, ora, non fanno distinzioni tra ebrei e comunisti. Quel qualcuno è la longa manus del Terzo Reich negli Stati Uniti: il German American Bund.
Utili idioti di un astuto nemico
Il German American Bund è una realtà aperta ai tedeschi, che non potrà mai crescere oltre una certa soglia, ma il Fronte Cristiano è per tutti. Ed è sull’espansione di quest’ultimo che punterà il primo, cioè Berlino, supportandone la campagna di reclutamento, radicalizzandone i membri e indirizzandone l’agenda.
Fronte Cristiano e German American Bund, nel 1939, sono diventati una cosa sola. La prova inconfutabile sarà la loro storica marcia nazista su Madison Square Garden, del 20 febbraio, capace di attrarre oltre ventimila persone e terminata in gravi scontri con le forze dell’ordine. Preludio di un crescendo di violenze organizzate contro gli ebrei newyorkesi: negozi in fiamme, sinagoghe assaltate, accoltellamenti e pestaggi di gruppo.
In settembre, a Seconda guerra mondiale appena cominciata, la paura pervade New York. La polizia ha già tratto in arresto centinaia di membri del Fronte Cristiano, braccio violento del silente German American Bund, ma la paura è che il montante clima di tensione interetnica possa innescare degli estesi tumulti urbani. Nonostante le prese di distanza dei vertici cattolici e di alcuni pastori protestanti, che bollano l’organizzazione come contraria a dettami e valori dell’Evangelo, le violenze antiebraiche continuano a crescere. Per tutto l’autunno.
La grande cospirazione?
All’alba del 1940, il 28 dicembre 1939, la procura generale degli Stati Uniti apre un procedimento a carico del Fronte cristiano. Le accuse sono gravi, crimini d’odio, così come lo è il sospetto di una regia straniera nell’escalation di brutalità. A guidare le indagini è l’uomo più potente d’America: J. Edgar Hoover.
I primi arresti sono una questione di tempo. A gennaio, invero, vengono tradotti in carcere i primi membri del Fronte con un capo d’imputazione pesantissimo: cospirazione per rovesciare con la forza il governo degli Stati Uniti. Un tentativo di colpo di stato è ciò che, secondo Hoover, starebbe pianificando il Fronte.
Le operazioni di polizia continuano per tutto il 1940, portando al sequestro di armi da fuoco e all’arresto di altri membri, ma le prove raccolte dagli agenti di Hoover verranno recepite con freddezza nei vari tribunali. Il procuratore generale Robert Jackson, a proposito del presunto tentativo di golpe del Fronte cristiano, parlerà di una tesi “un po’ fantasiosa”.
Che il grande complotto antigovernativo sia esistito o meno, anche se è probabile che si sia trattato di un’esagerazione della polizia federale volta a giustificare la linea dura nei confronti dell’intero sottobosco nazista americano, certo è che la strategia di Hoover funzionò: i rimanenti membri del Fronte si diedero alla macchia, le violenze antiebraiche cessarono, dalla stampa scomparve ogni simpatia hitleriana e, non meno importante, il German American Bund, privato del suo braccio armato, smise di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. L’assalto del Terzo Reich agli Stati Uniti era fallito.