HomeIn primo pianoSindone, durante l'ultima guerra venne nascosta ad Avellino

Sindone, durante l’ultima guerra venne nascosta ad Avellino

L’Agenzia di stampa ADNKronos riprende la rivelazione di “Storia in Rete”: appena scoppiò la Seconda guerra mondiale la Sindone fu nascosta a Montevergine – vicino ad Avellino – per paura che fosse predata dai nazisti. A svelarlo è Sergio Boschiero, segretario nazionale dell’Unione Monarchica Italiana: re Vittorio Emanuele III volle e organizzò il trasferimento top secret del sacro lino nel santuario di Montevergine. Anche Mussolini e il regime fascista vennero tenuti all’oscuro dell’operazione.

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da ADNKronos del 15 maggio 2010

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Non fu sempre Torino la ‘casa’ della Sindone. Durante la Seconda guerra mondiale il sacro lenzuolo venne nascosto prima al Quirinale e poi, per sette anni, nell’abbazia Montevergine, vicino Avellino, dove si salvò dalle mire dei tedeschi che erano interessati alla reliquia. A svelarlo è Sergio Boschiero, segretario nazionale dell’Unione Monarchica Italiana, che anticipa all’ADNKRONOS un suo articolo per la rivista ”Storia in rete”.
La ‘fuga’ della Sindone, secondo Boschiero fu voluta da Vittorio Emanuele III che voleva salvarla dalle bombe e non solo. Era risaputo infatti che Hitler fosse alla ricerca delle reliquie famose, come il Santo Graal, la lancia di Longino e l’Arca dell’Alleanza, avrebbe quindi potuto pensare anche alla Sindone. Tutto fu fatto in grande segreto. Solo il re, Papa Pio XII e il Cardinale segretario di Stato Luigi Maglione e Monsignor Giovanni Battista Montini, allora sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, sapevano dell’operazione.
Inizialmente si pensò a tre diverse sedi: Quirinale, Vaticano oppure Abbazia di Montecassino. Nessuna di queste sembro’ una sede sicura, come del resto hanno dimostrato le vicende storiche. Quindi si opto’ per il l monastero di Montevergine dove fu tenuta nascosta fino alla fine della guerra in una cappella secondaria.

”Partirono dal Quirinale due automobili – spiega padre Andrea Davide Cardin dei Benedettini Sublacensi, direttore della Biblioteca Statale di Montevergine – ma non c’è alcuna documentazione su dove fossero dirette. Le notizie ci vengono fornite solo da alcuni nostri registri che abbiamo provveduto ad inviare, solo di recente, anche al Quirinale dove, era tale il segreto, che si evitò di lasciare alcuna testimonianza”.

Pure Mussolini e il regime fascista vennero tenuti all’oscuro dell’operazione. Nemmeno il cardinale Fossati, Arcivescovo di Torino, era stato informato della partenza della Sacra Sindone dal capoluogo piemontese il 7 settembre del 1939, a qualche mese dall’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania.

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”Una ragione plausibile – spiega Boschiero – può essere stata la necessità che il Cardinale, non sapendolo, non avrebbe potuto parlare neanche sotto tortura. Egli sarebbe andato a Montevergine a guerra finita, per riportare a Torino la reliquia dopo aver ottenuto il consenso del Re Umberto II, il consenso indispensabile essendo la Sindone proprieta’ di Casa Savoia”. Infatti, in una lettera del 10 giugno 1946, solo tre giorni prima della partenza dell’esilio, Umberto II scriveva al Cardinale Fossati dando il consenso a la Sindone “ritrovi il suo pristino collocamento a Torino, nella Cappella che ne reca il nome”.

Il Cardinale Fossati giunse a Montevergine per riportare la Sindone a Torino ma, prima di iniziare il viaggio di ritorno in auto fino a Roma e in treno da Roma a Torino, autorizzo’ una straordinaria ostensione della Sacra Sindone solo per i padri del monastero che l’avevano nascosta e protetta. Nella notte fra il 28 e il 29 ottobre 1946 la Sindone fu aperta per soli dieci minuti.

Il Cardinale Fossati in un messaggio indirizzato ai fedeli e al clero della diocesi di Torino, in occasione del ritorno della sacra Reliquia nella sua storica sede, scrisse che ”fu saggia cosa l’averla allontanata da Torino, perché se anche rispettata dalle bombe, non sarebbe forse stata rispettata dall’invasore che si affrettò a chiederne notizie”.

Infatti, il comandante tedesco della piazza di Torino dopo l’8 settembre del 1943 chiedeva notizia di dove fosse. Ora, in occasione della ostensione della Sindone, anche l’abbazia di Montevergine vuole celebrare la Sacra Reliquia con una mostra che inaugurerà il 5 giugno: ”Abbiamo voluto raccontare attraverso 20 pannelli – spiega padre Andrea Davide Cardin – tutta la storia della Sindone esponendo anche, per la prima volta, tutte le nostre testimonianze”.

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Inserito su www.storiainrete.com il 17 maggio 2010

Per saperne di più leggi il numero 55 di Storia in Rete

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