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Scandalo “Rosso-Bruno”? Ma gli opposti si toccano da sempre…

Sempre alla ricerca di qualche reprobo da additare alla pubblica riprovazione, i giornalisti nazionali hanno recentemente scoperto un nuovo fenomeno da stigmatizzare, il “rossobrunismo”, altrimenti detto, nelle parole di David Parenzo, il “fasciocomunismo”, manifestatosi in particolare nel libro scritto a quattro mani da Luciano Canfora e Francesco Borgonovo, Guerra in Europa e pubblicato da OAKS.

Visto lo scandalo suscitato, non tanto dal libro, che nessuno finora sembra aver letto e commentato nel merito, quanto dalla eterogeneità degli autori, suggeriamo agli zelanti reporter di Piazzapulita e agli altri fact-checker (Pound li chiamava muckraker) di allargare i loro orizzonti temporali. 

Leggendo il bel libro di Aldo Maria Valli Milano nell’anima. Viaggio nella Chiesa ambrosiana (Laterza 2013) i sedicenti reporter potrebbero infatti scoprire inedite alleanze “rossobrune” risalenti persino all’Ottocento, quando l’intransigente sacerdote don Davide Albertario, direttore del giornale “L’Osservatore Cattolico” (motto: “Col Papa e per il Papa”) combatteva il liberalismo in nome della Tradizione cattolica, e per questo motivo si trovò fianco a fianco con i sovversivi rivoluzionari.

Scrive Valli: “…la situazione più paradossale si viene a creare nel fatale 1898. Quando i milanesi, scesi in piazza per protestare contro la carestia e l’aumento del prezzo del pane, vengono affrontati dall’esercito con la forza, don Davide dà fiato a tutta la sua indignazione, accusa il liberalismo di aver portato l’Italia alla rovina, difende i manifestati che hanno fatto le barricate perché affamati e, naturalmente, viene prelevato dai carabinieri, ammanettato e messo sotto processo. Ma ecco che lì, tra gli imputati, si trova in compagnia di quelli che normalmente sono i suoi avversari ideologici: anarchici, repubblicani, socialisti. Tra questi ultimi ci sono firme importanti dell’ Avanti!, come Anna Kuliscioff.”

Ecco quindi trovata, ben prima dei libri di Antonio Pennacchi, e quando Nicola Bombacci (poi morto a Dongo insieme ai gerarchi della Rsi) non aveva ancora fondato il Partito Comunista, la vera origine dell’orrido ibrido rossobruno, che ancora spaventa (ed eccita) le penne nostrane.

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