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Marlene Dietrich: “Volevo uccidere Hitler a letto”

Marlene Dietrich voleva sedurre Hitler per ucciderlo in camera da letto e salvare così il suo paese e il mondo. La rivelazione viene dalla biografa della diva, Charlotte Chandler, che ha appena anticipato le conclusioni delle sue ricerche, raccontate nella nuova biografia di Marlene in uscita imminente. La fonte è diretta, o quasi: fu a Douglas Fairbanks junior, uno dei suoi amanti nell´esilio americano, che l´attrice, poi simbolo con Thomas Mann della coscienza esule della Germania, confessò il suo piano.

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di Andrea Tarquini per “la Repubblica” del 18 aprile 2011 Repubblica.it: il quotidiano online con tutte le notizie in tempo reale.

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L´idea, racconta la Chandler, venne a Marlene Dietrich all´inizio della dittatura. Lei era già famosa, con L´angelo azzurro era diventata star e sex symbol. La sua carriera era iniziata nel clima vivace della repubblica di Weimar, la fragile democrazia tedesca che fu travolta dalla crisi economica, dalla debolezza dei partiti democratici, dalla guerra civile iniziata dai nazisti e dall´ordine di Stalin alle sinistre mondiali di considerare la socialdemocrazia e non già nazisti e fascisti come nemico di classe numero uno.

Joseph Goebbels, il ministro della Propaganda del Reich e genio malefico del regime, fece di tutto per convincere i grandi nomi dello spettacolo a restare nella Germania hitleriana. Promise loro soldi, carriera, contratti da sogno. Fece così anche con Marlene Dietrich, ma a quanto già si sapeva invano. Adesso Charlotte Chandler scrive di aver raccolto un ricordo di Douglas Fairbanks. Nell´intimità, Marlene gli avrebbe narrato della sua intenzione di porre fine alla vita di Hitler e quindi di salvare il paese dalla tirannide. Uccidendolo con una spilla per i capelli.

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Secondo i ricordi di Douglas Fairbanks, così come Charlotte Chandler li riporta, Marlene Dietrich era disposta ad accettare le offerte di Goebbels pur di attuare il suo piano. Avrebbe continuato a lavorare in Germania, ad apparire come star nei film del regime. A una sola condizione: che Goebbels la aiutasse a organizzare un incontro intimo con il Führer.

«Progettavo di vederlo da sola e di confessargli il mio amore incondizionato, e di dirgli che ero pronta ad andare con lui in camera da letto, se necessario anche nuda», avrebbe detto Marlene all´attore americano. Il solo problema era come ucciderlo: con una spilla avvelenata nascosta nella chioma, appunto.

Verità storica o storia romanzata? Charlotte Chandler (nome d´arte di Lyn erhard) ha già scritto diverse biografie di divi di Hollywood, alcune molto attendibili e precise e altre meno. In base alla sua versione comunque il suo piano andò a monte. Marlene Dietrich scelse di voltare le spalle al Terzo Reich, e nel 1937 ottenne la cittadinanza americana.

Cominciò subito a impegnarsi: in guerra, cantava sempre al fronte per i soldati Usa, «era in prima linea più spesso del generale Eisenhower», disse di lei il grande regista Billy Wilder. Sempre secondo il libro in uscita, Marlene stessa una volta confessò a Wilder: «Se per una volta fossi stata io al posto di Eva Braun, il mondo si sarebbe risparmiato una guerra». Vero o no, è una trama suggestiva. La seconda guerra mondiale causò tra i 60 e i 70 milioni di morti.

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Inserito su www.storiainrete.com il 19 aprile 2011

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