HomeRinascimentoLa vera storia della Notte di San Bartolomeo

La vera storia della Notte di San Bartolomeo

“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”: così Gesù parla di Bartolomeo (Natanaele) nel momento in cui lo incontra. Apostolo scuoiato vivo e raffigurato da Michelangelo col trofeo della sua pelle in mano, a Bartolomeo è capitata post mortem una sorte infausta perché proprio nella notte del giorno festivo a lui dedicato, a Parigi avviene una strage di ugonotti (calvinisti francesi) arrivati nella capitale per festeggiare il matrimonio del loro leader Enrico di Borbone, re di Navarra, con la principessa Margherita di Valois, sorella del re. Nozze che, non essendo il matrimonio ritenuto dai calvinisti un sacramento, non devono essere celebrate in chiesa ma solo sul sagrato. Una vistosa concessione della corona francese al credo riformato che pure a Parigi non era riuscito a mettere piede.
di Letizia Laurenzi da La Bussola quotidiana del 13-11-2016 la nuova bussola quotidiana
La notte del 24 agosto 1572 dunque, si scatena una violenza indiscriminata contro gli ugonotti. Violenza che tutti i libri di storia non smettono di ricordare, raccapricciati, additando nel cattolicesimo la vera origine di ogni sopruso, intolleranza e guerra. Guerra di religione.
Ricordiamo invece come andò davvero. Lutero comincia la sua rivoluzione nel 1517: da allora l’assalto ai beni della Chiesa è generalizzato. Nel nome del puro vangelo e della vera religione, dal momento che i voti religiosi sono dichiarati inammissibili e la gerarchia ecclesiastica estinta, tutta l’enorme ricchezza accumulata dalla Chiesa nel corso dei secoli (amministrata per lo più in favore della popolazione, in particolare della popolazione povera) viene a perdere i legittimi proprietari. Per volontà di Lutero i beni ecclesiastici passano ai soli principi e di qui le guerre civili scatenate prima dai cavalieri poi dai contadini. Nel 1536 inizia la riforma di Calvino e anche in questo caso i beni della Chiesa perdono i loro proprietari. Anche in questo caso c’è un enorme bottino da spartire.
Francesco I re di Francia perseguita gli ugonotti ma le cose cambiano con Enrico II (1547-1559) e soprattutto con sua moglie Caterina de’ Medici che, rimasta vedova, esercita una durevole influenza nella conduzione del regno che passa in breve successione ai tre figli maschi (Francesco II, Carlo IX, Enrico III). La purezza della fede riformata voluta da Calvino induce i calvinisti francesi ad alleanze internazionali con gli altri puri (luterani e anglicani) in funzione anticattolica: si tratta di un vistoso tradimento della patria cui Caterina e i suoi figli contrappongono una politica oscillante, ambigua, di fatto favorevole ai protestanti che sono ovviamente ostili agli Asburgo, i principali difensori della Chiesa e dei suoi beni (la Francia, da sempre, vuole essere il numero uno in Europa e, pur di ottenere una posizione di preminenza rispetto alla Germania, si allea con i nemici della Chiesa, siano essi turchi o protestanti).
La popolazione francese è cattolica. Dal 1560 al 1598 si combattono in Francia otto guerre di religione. Non volute dai cattolici. Scatenate dall’odio protestante che, con l’aiuto di truppe, soldi e armi luterani e anglicani, devasta e saccheggia ripetutamente le regioni centro meridionali della Francia, radendo al suolo centinaia di villaggi, chiese e monasteri. In difesa dei cattolici combattono la nobile famiglia Guisa, la Santa Sede e, soprattutto Filippo II di Spagna. Nasce la Lega: un movimento popolare spontaneo che raccoglie il 90% della popolazione. Una risposta nazionale contro l’aggressione straniera sollecitata dagli ugonotti. A guerre di religione concluse con l’Editto di Nantes del 1598, Enrico IV, divenuto dopo l’ennesima conversione al cattolicesimo re di Francia, per gettare discredito sulla memoria e sulle ragioni del popolo cattolico, ordinerà la distruzione di tutti i documenti della Lega e ne fa stampare e diffondere di falsi.
Nell’editto di Saint Germain del 1570, dopo il saccheggio di buona parte della Francia centro-meridionale, la regina madre Caterina arriva a ringraziare per il loro aiuto i prìncipi stranieri definiti “buoni vicini, genitori e amici”. Questo è il contesto in cui, per motivi di potere, lo stesso Carlo IX e la stessa Caterina scatenano a Parigi la repressione contro gli ugonotti. Regina madre e re che non sembrano guidati da grande spirito cattolico. L’uccisione degli ugonotti – organizzata dalla corona – non è comunque paragonabile al vandalismo di cui per quattro decenni si è macchiata l’internazionale protestante.
In un’intervista a papa Bergoglio realizzata da Scalfari e pubblicata su Repubblica l’11 novembre, il Fondatore mette sulla bocca del Pontefice questa considerazione: “Certo ci sono state guerre sostenute dalla Chiesa contro altre religioni e ci sono state perfino guerre dentro la nostra religione. La più crudele fu la strage di San Bartolomeo e purtroppo molte altre analoghe. Ma avvenivano quando le varie religioni e la nostra, come e a volte più delle altre, anteponevano il potere temporale alla fede e alla misericordia”.
Bel colpo, Scalfari. Uno dei numerosissimi contro la Chiesa cui nei decenni ci hai abituato.

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