Mentre la Francia sprofonda (o dovrebbe farlo) nella vergogna per l’oscena apertura dei XXXIII Giochi Olimpici, anche in considerazione del fatto che fra gli scarni riferimenti alla storia dell’Esagono messi in scena dagli ideatori di quello scempio non c’era nulla relativo al ventennio napoleonico, ci vogliamo consolare con uno sguardo a un prodotto francese su fatti francesi (ancorché il loro principale protagonista fosse più italiano che francese, ma vabbè): “Infografica dell’Impero Napoleonico” (L’Ippocampo, pp. 160, € 25.00, www.ippocampoedizioni.it). Una gargantuesca opera scritta da Frédéric Bey e Vincent Haegele e realizzata graficamente da Nicolas Guillerat.
L’Ippocampo edizioni, fra le poche case editrici ancora arma al piede sul fronte degli atlanti storici, ha già pubblicato due lavori di Guillerat, “Infografica della Seconda guerra mondiale” (2019) e “Infografica della Roma antica” (2020), che i lettori di “Storia in Rete” conoscono per averne letto le recensioni rispettivamente sul numero 167 e sul 190.
Come per le precedenti opere, si conferma tutta la stupefacente potenza dell’infografica come strumento per sintetizzare e rendere schematici dei concetti complessi. Tanto più quando si deve lavorare su un periodo così ricco come quello del Gran Còrso, che è probabilmente l’epoca più densa di riforme mai vista nella storia.
Napoleone fu letteralmente un demiurgo, cambiando per sempre volto all’Europa. Tutt’oggi il continente resta sotto l’influenza di ciò che egli ha plasmato, dalla politica al diritto, dalla scienza militare a quella teorica e applicata. Figura gigantesca, Napoleone portò bensì a compimento la fine dell’Antico Regime voluta dalla Rivoluzione, ma contemporaneamente riallacciò – non sempre con fortuna – i tanti nodi della storia francese ed europea col suo passato. Profondamente attento alle simbologie e ai riti, mentre smantellava i residui dell’ordine feudale ripristinava i fasti della monarchia, aboliva il Sacro Romano Impero agganciandosi alla tradizione carolingia, faceva di Roma e dell’Italia un’appendice del suo impero ma dava alle sue divisioni simboli da legione romana e faceva diffondere propagandisticamente i suoi busti realizzati da Canova sullo stile di quello degli imperatori di Roma…
Nessuno nella storia è stato un ponte così lungo gettato fra passato e futuro.
In soli vent’anni, la Folgore splendette e si spense. Eppure il suo impatto fu epocale. L’atlante concettuale realizzato da Bey, Haegele e Guillerat si trova dunque ad affrontare la sfida non facile di schematizzare questo impatto. Un’impresa resa ancora più complessa dai mutamenti continui a cui la macchina napoleonica andò incontro, sia per le congiunture storiche che per il progressivo affastellarsi di riforme, cambiamenti in corso d’opera e inversioni di rotta che Bonaparte impresse al suo passaggio.
Il volume, nelle sue pagine necessariamente di grande formato, riassume l’epopea napoleonica in quattro blocchi principali: il potere, l’Impero e le istituzioni; la Grande Armée e la Marina imperiale; la guerra e le coalizioni; la caduta. Un approccio dunque duplice: cronologico e concettuale.
Come nelle due opere precedenti, il vantaggio principale dell’estrema sinteticità si scontra a volte con un eccesso di simbolismi, tali che può capitare di complicare, anziché semplificare, la comprensione dei concetti. In altre parole, se per comprendere un grafico occorre leggere e studiare testi soverchi, era più facile descrivere a parole quell’argomento che non usando i simboli.
In ogni caso, quello di indulgere in alcuni casi in un certo autocompiacimento verso il segno grafico non toglie valore a un volume che è bene sia sugli scaffali di ogni amante della storia.