Cristoforo Colombo non è colpevole di aver portato l’antrace (la malattia del carbonchio ematico) in America. A scagionarlo dall’accusa (molti scienziati pensavano che gli europei avessero introdotto alcune malattie dal Vecchio continente) ci pensa una nuova ricerca che potrebbe avere ripercussioni anche sugli studi relativi all’estinzione di molti mammiferi.
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da www.ansa.it del 15 marzo 2009
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Secondo la ricerca, riferisce Newscientist.com, i batteri della malattia sarebbero arrivati nelle Americhe migliaia di anni prima di Colombo, quando l’uomo della pietra attraversò a piedi lo stretto di Bering. I batteri dell’antrace sono molto resistenti e possono vivere per decenni nel suolo, finché vengono inalati, per esempio, da un pascolo. A quel punto, si moltiplicano fino a uccidere l’animale e ritornare nel suolo in attesa della prossima vittima.
La malattia è stata, infatti, un flagello per vacche e cowboy del selvaggio west e alcune spore ancora segnano il percorso del bestiame. Soltanto dopo l’intensa analisi genetica di antrace, in seguito agli episodi di terrorismo, si è riuscito a rintracciare l’albero del virus nelle Americhe. L’antrace parte dall’Africa australe.
econdo Paolo Keim della Northern Arizona University, che ha curato la ricerca, le spore di antrace normalmente non si trovano lontano dalle vittime e proprio il trasporto di una vittima avrebbe portato l’antrace nel nord Africa e poi in tutta l’Eurasia. Il trasferimento è poi continuato: nuovi studi confermano che alcuni ceppi sono venuti in Europa con lana e bovini negli ultimi secoli. Il ceppo Ames, usato dai terroristi, si verifica solo in Texas, ma differisce dal carbonchio Eurasiatico per otto mutazioni.
L’analisi indica anche che la maggior parte del carbonchio ematico, dalle praterie del nord del Canada al Messico, si differenzia da un massimo di 106 mutazioni, mostrando una ramificazione risalente a molto tempo fa. La linea di discesa dell’antrace segnala un gradimento che va da nord a sud. Questo dimostrerebbe che è stato l’uomo a portarlo, dal momento che gli animali non ritornano verso nord con i ghiacciai che si ritirano.
Inserito su www.storiainrete.com il 15 marzo 2009