Di Davide Bartoccini da Difesa Online del 21 novembre 2016
Conquistare la ‘perfida Albione’ è rimasto a lungo desiderio del führer, come per l’imperatore Napoleone prima di lui; nessuno dei due riuscì nell’intento: Hitler però, dal canto suo, poté consolarsi con un gioco da tavolo ideato ‘proprio’ per mettere alla prova le qualità di strateghi dei giovani nazisti modello. Il gioco si chiamava ‘Wir Fahren Gegen Engeland’ e probabilmente nelle serate malinconiche il führer vi giocò qualche mano, magari alla luce del camino nel Berghof, in compagnia del feldmaresciallo Göring, che fallì miseramente contro la RAF nelle prime fasi dell’operazione Seelöwe (l’Invasione dell’Inghilterra appunto), e dell’amico Rudolf Hess, che poi in Inghilterra ci arrivò sul serio: ma per arcane e oscure motivazioni.
‘Wir Fahren Gegen England’, qualcosa che dovrebbe suonare tipo ‘Assaliamo l’Inghilterra’, era un gioco da tavolo studiato dalla macchina della propaganda nazista per far dilettare i piccoli figli del Reich a conquistare la Gran Bretagna con U-boat e bombardieri della Luftwaffe: affondando il blocco navale della Royal Navy e spazzando via la Royal Air Force. Sei giocatori potevano sfidarsi nella conquista dell’arcinemico europeo rappresentato su una cartina dove venivano raffigurate anche le coste di Norvegia, Danimarca, Germania, Belgio e Francia passando per due percorsi che, tra la Manica e il Mare del Nord, portavano alla conquista del arcipelago britannico. Tra un lancio di dadi e una carta pescata dal mazzo: che rappresentava una sosta, un turno, una nave distrutta o un aereo abbattuto, vinceva ovviamente il giovane condottiero che conquistava per primo Albione.
La simpatica scatola, che riportava l’immagine di uno dei famigerati U-boat impegnati a dare la caccia ad ogni natante alleato in movimento del Atlantico, era provvista anche di due fasce con la svastica, da indossare per impersonarsi meglio nel führer di domani, di diverse pedine, a forma di sommergibile e bombardiere.
Un set da gioco completo, oggetto da collezionisti indubbiamente raro, è stato battuto recentemente ad un’asta di Chiswick, in Inghilterra, raggiungendo le 350 sterline. John Meyer, il banditore, ha commentato che il gioco non avrebbe ottenuto lo stesso successo in Europa, soprattutto in Germania, ma in Inghilterra i collezionisti lo adorano, perché diciamolo: in certo senso fa ridere.
La vera Invasione dell’Inghilterra
L’operazione ‘Leone Marino’ (Unternehmen Seelöwe) venne progettata al termine della ‘Campagna di Francia’, nell’estate del 1940, ed era basata sul successo che la Luftwaffe avrebbe dovuto ottenere nel ‘Giorno dell’Aquila’: la totale distruzione della forza aerea inglese e dei suoi aerodromi. Una volta eliminata la RAF, si sarebbe proceduto con un lancio di paracadutisti e con lo sbarco di un grosso contingente che sarebbe partito da Calais e dalle zone limitrofe della costa francese ormai occupata: un D-Day al contrario.
Nonostante i 1.485 attacchi aerei lanciati dalla Germania, la Royal Air Force, sottostimata nei numeri e avvantaggiata dal ‘Radar’- arma di una tecnologia provvidenziale che riuscì ad indirizzare le poche squadriglie della RAF sugli obiettivi, portandole ad intercettare con un certo vantaggio le formazioni nemiche – riuscì a resistere alla potenza di una forza aerea numericamente superiore (4 a 1), cambiando, sulle ali dei celebri Spitfire e Hurricane, le sorti dell’intero conflitto.
Quando nel settembre del 1940 la Luftwaffe constatò le proprie perdite, assodando che nessuna operazione anfibia avrebbe potuto avere luogo senza la supremazia aerea sulla Manica, passò la mano.
Il resto è storia.