Costruire a Parigi il “Museo Universale” e raccogliere tutta l’arte d’Europa. Un sogno accarezzato da Napoleone e dai suoi collaboratori dopo l’orgia di distruzione portata dalla Rivoluzione Francese e sull’onda dell’esaltazione provocata dalle vittorie del Gran Corso. Così l’Europa – e l’Italia in particolare – furono saccheggiate dei loro capolavori, gran parte dei quali non rientrati in patria con il Congresso di Vienna.
Dall’epopea napoleonica agli archivi: da quello dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito (con cui “Storia In Rete” ha avviato una collaborazione stabile) emerge la relazione della missione militare del Regio Esercito in uno degli ultimi posti dove ci si sarebbe aspettati di vedere degli ufficiali inviati dal governo fascista: l’URSS di Stalin. Nel 1934, unica nazione al mondo, l’Italia fu invitata dal regime comunista come osservatrice alle manovre dell’Armata Rossa.
E ancora questioni diplomatiche fra Mosca e i paesi occidentali, con un nuovo libro che racconta i retroscena dell’accordo fra Molotov e Ribbentrop nel 1939: un protocollo segreto che definiva le sfere di influenza e i prossimi obbiettivi di Stalin e Hitler e che, nel dopoguerra, fu fonte di grande imbarazzo per l’Unione Sovietica per decenni.
Poi, un’analisi dettagliata delle contraddizioni nel fortunato libro di Fasanella e Cereghino “Nero di Londra” (Chiarelettere), in cui si cerca di dimostrare che gli inglesi avrebbero avuto a libro paga come agente segreto nientemeno che Mussolini, nome in codice “The Count”.
In Francia, quindi, con le polemiche attorno al film “Vaincre ou mourir”, che col suo racconto dalla parte dei vinti della guerra civile in Vandea durante la Rivoluzione francese sta infiammando le polemiche nell’Esagono.
E infine il ritratto di una Landrù in gonnella: Belle Gunness, la Vedova Nera di Chicago, responsabile a inizio ‘900 di decine di delitti.
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