Agostino Gramigna dal “Corriere della Sera” del 12 maggio 2022
Non capita spesso che l’autore di un libro parli della sua opera con una negazione: «Questo libro non doveva uscire. Non doveva vedere la luce». Eppure il lavoro è durato oltre dieci anni, la ricerca è stata certosina, basata su decine di migliaia di pagine di atti giudiziari e trascinata da fiumi di parole scambiate con protagonisti che a diverso grado sono entrati in una storia densa di fatti palesi e di molte ombre. Ma allora di che sostanza è fatto un libro che non sarebbe dovuto esistere?
In questo caso ha un nome. Giangiacomo Feltrinelli. Ferruccio Pinotti, scrittore di numerosi libri d’inchiesta e giornalista del Corriere della Sera è l’autore che ha speso dieci anni a ricostruire la vita del ricco editore, controversa e affascinante, terminata sotto un traliccio di Segrate, mentre cercava di piazzare una bomba esplosa (forse) per un errore.
Nel suo libro su Feltrinelli (Untold, La vera storia di Giangiacomo Feltrinelli, Round Robin Editore, 812 pagine), Pinotti ha lavorato sulle decine di migliaia di pagine di atti giudiziari scannerizzati dal Tribunale di Milano che riguardano l’editore da quando, poco più che ventenne, iniziò a frequentare il Pci e i gruppi di estrema sinistra, sino alla morte sotto il traliccio di Segrate.
Questi atti sono un patrimonio che apre squarci nuovi, integrato dalla consultazione di archivi esteri e da interviste esclusive: dal generale Maletti («Lo ha ucciso il Mossad») a Sibilla Melega, ultima moglie dell’editore; dal fondatore delle Br Alberto Franceschini fino a Franco Freda; da magistrati come Viola, Bevere, Mastelloni a esperti di intelligence.
Le domande erano e restano tante: qual era il progetto politico di Feltrinelli? Il suo crescente impegno rivoluzionario preludeva ad una dedizione totale alla lotta armata?
Se è così, chi erano davvero i suoi compagni di viaggio? Si limitavano ai militanti del suo gruppo, i Gap, e ad alcuni esponenti di Lavoro Illegale, di Potere Operaio e delle nascenti Brigate Rosse? Oppure comprendevano scenari più ampi, dai palestinesi alle Raf?
Resta irrisolta, infine, la domanda più grande, quella che concerne la sua morte. Feltrinelli è saltato in aria per un banale errore nella messa a punto dell’esplosivo con cui voleva divellere un traliccio.
Ma se al contrario si è trattato di una abile messinscena, chi voleva la sua morte? L’inchiesta Untold segue una chiave di lettura inedita, quella internazionale, che fa di Feltrinelli una figura nuova. E che conferma che non era un rivoluzionario ingenuo e impreparato. Era un intellettuale che rifletteva sui temi dell’ineguaglianza, della povertà, della lotta operaia, dell’economia internazionale e dei movimenti di liberazione nazionali. Pinotti indaga sui lati oscuri di Feltrinelli. Ma scrive: «Su tante cose è lecito sollevare dubbi, ma non su una: l’idealismo e la buona fede di Feltrinelli».