Il 29 settembre la Cristianità celebra l’Arcangelo Michele. Non un santo nel senso stretto del termine, dunque, ma il suo culto è talmente solido da mettere in ombra quello degli altri due arcangeli – Gabriele e Raffaele – che condividono la festa liturgica il 29 settembre.
Il culto di Michele venne istituito dall’Imperatore Costantino I nel 313. Considerato archistratega, ovvero, comandante supremo delle milizie celesti, è stato immediatamente accolto come patrono militare, guida spirituale per i soldati e per la cavalleria. La sua iconografia tradizionale, mentre volando piomba sul drago-diavolo per trafiggerlo con la spada fiammeggiante, si è sovrapposta a quella di Ercole che uccide l’Idra di Lerna o a Sigfrido che uccide il drago Fáfnir. Ulteriori legami si snodano fino ai culti ancestrali di Marduk, di Mitra e di Ermete, e non a caso tanto la festività cade subito dopo l’Equinozio d’Autunno, consacrato a queste divinità orientali, quanto gli si attribuisce il ruolo di Psicopompo (oltre che di giudice delle anime, Psicagogo, da cui l’attributo della bilancia accanto alla spada o alla lancia), come Ermete-Mercurio.
Per i Longobardi, la cui conversione è legata al culto di Michele, l’attributo della lancia permette l’identificazione fra l’Arcangelo con Odino. Ma è soprattutto il suo ruolo di difensore contro il male che affascinò nei secoli le popolazioni che ne hanno praticato il culto. Come Eracle-Ercole della classicità, Michele è il guerriero che schiaccia le forze oscure (il Drago, il Serpente, il Maligno) che minacciano l’uomo e dalle quali l’uomo sarebbe altrimenti indifeso: l’Idra per gli antichi, il Diavolo per i cristiani.
Nel Medioevo San Michele sarà il riferimento nelle lotte contro le invasioni saracene e poi nella Crociata per la liberazione del Santo Sepolcro. Nel Medioevo San Michele sarà il riferimento nelle lotte contro le invasioni saracene e poi nella Crociata per la liberazione del Santo Sepolcro. Pochi anni prima, Michele era stato invocato da un Papa che era stato protagonista proprio dello scontro con la Germania della kulturkampf anticristiana.
Il 13 ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione del Maligno che minacciava la Chiesa, e immediatamente compose una preghiera-invocazione a Michele Arcangelo affinché intervenisse nella lotta contro Satana. San Michele è infatti anche un santo esorcista, anche se nella preghiera è invocato come ausilio in battaglia:
Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli
esto praesidium.
Imperet illi Deus,
supplices deprecamur: tuque,
Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum
pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen
In questo modo alla fine del XIX secolo l’Archistratega era il trait-d’union fra i culti cristiani e neopagani d’Europa. Nonostante ciò i due fronti rinunciarono a parlarsi. Nel Concilio Vaticano II, infine, la Prece Leonina venne abolita, secondo alcuni perché citare la battaglia contro le forze sataniche poteva… “spaventare i fedeli”.