È stato localizzato il relitto della corazzata giapponese Musashi, nata come la nave da guerra più grande del mondo e affondata dagli americani durante la Seconda guerra mondiale. La scoperta del gigante sommerso è stata fatta da Paul Allen, co-fondatore di Microsoft, esploratore per passione. Allen, annunciando il ritrovamento, ha voluto rendere onore alla Musashi e al suo equipaggio: “Sono onorato di avere un ruolo nella scoperta di questa nave così importante nella storia navale e di onorare la memoria dell’incredibile coraggio degli uomini che hanno operato a bordo. Riposino in pace.”
di Simone Pellico dal Primato Nazionale del 5 marzo 2015
La Corazzata n. 2, poi chiamata Musashi, venne costruita dalla Mitsubishi su incarico del Governo giapponese, e varata il 5 agosto del 1942. Si trattava della nave da guerra più grande al mondo. Ci volle il tempo di due gravidanze perché nascesse la creatura, sorella della corazzata Yamato. La gestazione avvenne in gran segreto, nel porto di Nagasaki, dove furono erette barriere per impedire l’avvistamento e creato un sistema mimetico fatto di corde che avvolgevano la struttura come un Gulliver di metallo. La leggenda vuole che per coprire la corazzata il Giappone dette fondo a tutti gli approvvigionamenti di corde disponibili.
Quando venne tirato su il sipario, gli americani affacciati alla finestra della loro ambasciata, situata proprio di fronte al porto di Nagasaki, si trovarono davanti un mostro marino lungo oltre 260 metri e alto quasi 40. Lo stesso stupore rimase negli occhi dei soldati assegnati alle mitragliatrici della portaerei Franklin, che incrociò la Musashi nel mare di Sibuyan, nelle Filippine. “Non potevo credere a quanto fosse enorme”, ricorderà il mitragliere Joe Anderlik. “Non avevo mai visto niente di più grande in tutta la mia vita. Era una visione magnifica”, gli farà eco il marinaio Russ Dastan.
Il teatro dell’incontro fu la Battaglia del Golfo di Leyte, considerata la più grande battaglia navale della seconda guerra mondiale e, secondo alcune stime, la più grande battaglia navale della storia moderna, per la presenza di 244 navi da guerra e 2000 aerei. Il degno scenario per la Musashi e per i kamikaze giapponesi, che fecero in quell’occasione la loro prima apparizione sul campo di battaglia.
Lo scontro fra americani e giapponesi durò tre giorni. Il 24 ottobre 1944 la Musashi capitolò. Gran parte degli attacchi navali e aerei vennero concentrati su quell’immensa balena, che oppose fino all’ultimo un fuoco di fila che fece sollevare il mare. “Correre dentro i gayser che sollevava era come correre dentro una montagna”, dirà un altro reduce americano, il pilota Jack Lawton.
Dopo cinque ore di fuoco, 17 bombe e 20 siluri incassati, ormai rimasta senza copertura aerea dall’alto, la corazzata Musashi iniziò ad inabissarsi. Il comandante della nave, Toshihira Inoguchi, dato l’ordine di abbandonare la nave, si ritirò nella sua cabina per affondare con essa. Oltre mille marinai lo seguirono nella città in fondo al mare.