Seimila rievocatori in uniforme storica, settantamila spettatori per ciascuna serata, due bivacchi con centinaia di tende, dieci milioni di euro di investimento pubblico immediatamente coperti con la sola vendita dei biglietti, un investimento abbondantemente ripagato dall’enorme indotto creato fra Brussels e i comuni a sud della capitale belga, da Waterloo a Ligny. Queste le cifre della gigantesca rievocazione che si è tenuta in Belgio per i 200 anni della battaglia che pose fine all’epopea di Napoleone.
Dal 18 al 21 giugno si affrontano sulla ricostruzione del campo di battaglia di Waterloo (o, meglio sarebbe dire del mont Saint Jean) gli eserciti di Napoleone, Wellington e Blücher. In quello che è un gigantesco gioco di guerra in scala 1:30 gli spettatori hanno potuto vedere riassunte le 10 ore che in quel fatale 18 giugno 1815 hanno fatto sperare a Bonaparte di poter tornare padrone dell’Europa e che invece si sono concluse con la sua definitiva sconfitta.
Negli accampamenti, i due eserciti contrapposti – francesi e alleati – hanno offerto ai visitatori spaccati realistici della vita quotidiana degli eserciti dell’epoca, dalla manutenzione delle armi alla cura dei cavalli (oltre trecento i quadrupedi chiamati a rievocare i loro gloriosi antenati di Waterloo), dalla preparazione del rancio a quella dei giacigli in paglia per la truppa (gli ufficiali invece avevano più comodi letti da campo), dalle funzioni religiose alla musica militare, con un occhio anche ai civili che seguivano gli eserciti da vicino. Per cinque giorni i rievocatori hanno vissuto realmente nelle condizioni in cui vivevano i protagonisti dell’epoca napoleonica, in quella che può essere considerata come una delle più gigantesche lezioni di storia mai realizzata. E di sicuro, una delle più interessanti.
“Storia in Rete” era là, e ha preparato per i suoi lettori in anteprima un reportage dall’accampamento alleato.