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L'insolita Storia

Via Abramo Lincoln dalle intitolazioni delle scuole! La “cancel culture” impazza e non fa sconti a nessuno

La notizia è di quelle pesanti: Lincoln che prima era una figura intoccabile della storia statunitense è, come scriviamo in Iconoclastia – La pazzia contagiosa della cancel culture che sta distruggendo la nostra storia, sempre più sotto attacco da parte di chi vuole cancellare la Storia. Lincoln sta diventando sempre più da mito fondante degli Stati Uniti un personaggio scomodo, come quei generali confederati che aveva combattuto! L’ultimo attacco arriva dalla California, dal distretto scolastico di San Francisco, che ha dato vita ha un comitato per la ridenominazione delle scuole. Comitato che ha nel mirino la Abraham Lincoln High School.

Ma prima di approfondire quest’ultimo attacco vale la pena di riepilogare le vicende di due statue che indicano come il cappio della cancel culture si stia per stringere intorno alle statue di “Honest Abe” come venne soprannominato duranti i suoi anni da avvocato. Prima statua ad essere sotto attacco è l’Emancipation Memorial in Washington D.C. diventato oggetto di controversie per l’atteggiamento paternalista nei confronti dello schiavo con un ginocchio a terra impegnato nel gesto di rialzarsi grazie all’emancipazione offerta dal presidente. Un monumento che dovrebbe essere a prova di “riscrittura della Storia”, visto che la prima a contribuire alla sottoscrizione della statua fu la schiava liberata Charlotte Scott, o almeno così raccontano i giornali dell’epoca. Certo invece che tra coloro che parlarono all’inaugurazione del monumento ci fu Frederick Douglass, uno dei leader del movimento abolizionista, e che era egli stesso un ex schiavo.

L’Emancipation Memorial di Washington

Nel discorso Douglass non fu certo tenero con Lincoln, secondo Douglass, non ha torto, l’emancipazione e la fine dello schiavismo non erano stati il primo pensiero di Lincoln. Pure Douglass concordava che Lincoln era stato il primo motore di quel movimento che aveva portato alla liberazione degli schiavi. Allo stesso modo Douglass fu il primo a criticare la postura della statua dello schiavo liberato, almeno a quanto risulta da un articolo di giornale del 1876 riscoperto nel giugno 2020… proprio quando si decideva per la rimozione della statua.

Poi è stata la volta di Portland, Oregon, dove la statua di Lincoln e quella di Teddy Roosvelt sono state tirate giù con la fiamma ossidrica la notte dell’11 ottobre 2020, prima del Columbus Day, in quello che viene definito l'”Indigenous Peoples Day of Rage“.

Statua di Lincoln abbattuta a Portland, Oregon, l’11 ottobre 2020, via CTV News

E dalle statue si sta passando alla figura di Lincoln, è quello che sta avvenendo a San Francisco dove si sta pensando di ridenominare la scuola intitolata al 16° presidente degli Stati Uniti. Almeno è quello che traspare leggendo la dichiarazione di Jeremiah Jeffries, “chairman of the renaming committee”, ovvero il presidente del comitato di ridenominazione scolastica, che dalle pagine del San Francisco Chronicle – Abraham Lincoln, once a hero, is now a bad guy in some S.F. education circles ha dichiarato: “The history of Lincoln and Native Americans is complicated, not nearly as well known as that of the Civil War and slavery, Lincoln, like the presidents before him and most after, did not show through policy or rhetoric that Black lives ever mattered to them outside of human capital and as casualties of wealth building.”

Ovvero: “La storia di Lincoln e dei nativi americani è complicata, non è così nota come quella della Guerra Civile e della schiavitù, Lincoln, come i presidenti prima di lui e la maggior parte di quelli dopo, non ha dimostrato attraverso la politica o la retorica che le Black Lives hanno mai avuto importanza per loro al di fuori del capitale umano e come vittime della costruzione della ricchezza”.

La riflessione di Jeffries arrivava dopo che ad ottobre era stato reso pubblico l’elenco di 44 scuole a rischio denominazione secondo il comitato San Francisco Chronicle – San Francisco school names targeted for change range from divisive to obscure. Lista tra cui i lettori di Iconoclastia – La pazzia contagiosa della cancel culture che sta distruggendo la nostra storia ritoveranno le figure di Junipero Serra e di Thomas Jefferson. Ma da segnalare tra le “nuove tendenze della cancel culture, anche Franklin Delano Roosevelt, Thomas Edison, William Tecumseh Sherman e Robert Louis Stevenson!

Le accuse contro Lincoln riguardano le sue politiche verso i nativi, con il forte impulso per lo sviluppo delle ferrovie verso il Pacifico che sottrasse ulteriori terre alle nazioni indiane. E all’onesto Abramo è anche incolpato di due eccidi: il trasferimento forzato dei Navajo, noto come Lunga marcia, nel 1864, in cui morirono per fatica e stenti circa 200 persone, e l’impiccagione di 40 prigionieri Dakota al termine della guerra di Piccolo Corvo del 1862.

La notizia, subito ripresa dai media conservatori con parecchia enfasi, è stata persino bollata come “fake” da uno dei siti più noti per la lotta alle bufale, fake news e leggende metropolitane, ovvero Snopes.com! Nell’articolo Is SF Changing the Name of a School Because Lincoln Didn’t Show ‘Black Lives Matter’? e definisce la notizia falsa! Ma a essere falsa è solo la citazione letterale riportata da alcuni siti, ovvero «San Francisco’s school district is renaming Abraham Lincoln High School because Lincoln didn’t show that “Black Lives Matter.”»

Mentre la citazione corretta, come abbiamo visto è: «Lincoln, like the presidents before him and most after, did not show through policy or rhetoric that Black lives ever mattered to them outside of human capital and as casualties of wealth building.»

Insomma, per Snopes, il fatto che il Jeffries, presidente della commissione per la ridenominazione dica che “Lincoln, come i presidenti prima o dopo di lui,” e non specifichi esattamente Lincoln-e-solo-Lincoln, bolla come falsi i titoli dei siti conservatori! Comunque per adesso il sindaco di San Francisco London Breed, partito democratico, ha dichiarato che è offensivo che venga dedicato del tempo a queste “ridenominazioni”, quando le scuole stesse sono chiuse per la pandemia! E che bisognerebbe riaprirle. Una ventata di saggezza di fronte alla paranoia iconoclasta che impazza.

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