HomeIn libreriaSenza grandi ideali nessuna società può crescere e svilupparsi

Senza grandi ideali nessuna società può crescere e svilupparsi

Nonostante la copiosa produzione di libri e l’assidua collaborazione con le numerose Riviste, Kurt Schilling rimane sconosciuto anche agli studiosi italiani più esercitati a seguire le diversificate correnti culturali che hanno arricchito il mondo accademico tedesco.

Kurt Schilling nacque a Monaco di Baviera il 17 ottobre del 1899. Il padre era un ufficiale dell’esercito imperiale, deceduto poco prima della nascita del figlio. Il giovane Kurt riuscì a conseguire la licenza liceale frequentando il celebre Ludwig Maximilian Gymnasium di Monaco. A diciotto anni fu arruolato nell’esercito e subito inviato al fronte occidentale come sergente di artiglieria. Dopo la sconfitta, il giovane Kurt studiò filosofia nelle università di Monaco, Freiburg im Breisgau, Marburg e Göttingen. Nel 1926 acquisì finalmente il dottorato con una tesi Sulla conoscenza concettuale in opposizione alla conoscenza matematica. I quattro anni successivi per il giovane studioso furono molto pesanti ma, grazie ad alcune borse di studio che attenuarono il suo disagio economico, poté continuare a studiare i temi che lo interessavano, e soprattutto la filosofia hegeliana. Cominciò a comporre una serie di libri che gli consentirono di accostarsi autorevolmente al mondo accademico. A cominciare dal 1928 apparvero, tutti pubblicati dalla casa editrice Reinhardt di Monaco, sue opere di alto profilo scientifico che affrontano via via la portata della filosofia aristotelica, il rapporto della speculazione hegeliana con le scienze sociali, i princìpi che ordinano le relazioni fra natura e verità nella filosofia di Friedrich Schelling e il significato dello Stato. Le origini dell’istituzione statale e la sua stessa funzione storica vengono esaminate nella prospettiva di una società moderna ormai “aperta” alle istanze politico-sociali delle masse popolari e all’apporto dei nuovi protagonisti della vita politica. La sua estesa attività editoriale fu immediatamente notata dai responsabili dell’Università di Monaco che nel 1937 gli conferirono l’incarico di Professore straordinario presso la Facoltà di Filosofia. Nella sua nuova veste di accademico in uno dei più prestigiosi Istituti universitari, Schilling venne associato a un gruppo di studi diretto da Martin Heidegger che doveva approfondire l’eredità filosofico-culturale di Immanuel Kant e svilupparne le intuizioni politiche più innovative nella Germania del suo tempo.

Il Rettore dell’Università di Monaco era Walter Wüst, un importante orientalista diventato da poco responsabile dell’Ahnenerbe, l’Istituto di ricerca sulle origini ancestrali del popolo tedesco fondato nel 1935 dall’olandese naturalizzato tedesco Herman Wirth. Questi era ben noto nel mondo culturale tedesco non solo come conoscitore di una quantità inverosimile di lingue antiche, ma anche come antropologo ed esperto di preistoria, mitologia e runologia. La sua celebrità derivava soprattutto dalla pubblicazione del famoso Der Aufgang der Menschheit (1928) diffusissimo ormai non solo nei variegati gruppi völkisch, ma anche in molti ambienti accademici presso cui era riuscito a superare le abituali diffidenze. La sua brillante carriera lo portò nel 1939 a ottenere la Direzione dell’Ufficio per l’insegnamento e la ricerca dell’Ahnenerbe finché nel 1940 poté assumere anche l’incarico di vicedirettore della Facoltà di Filosofia della sua università. Dal 1939 al 1941 fu inviato a Praga, appena occupata dalla Germania con lo scopo di rendere omogenei i corsi di Filosofia della sua antica Università con quelli tedeschi. Tornato a Monaco, ebbe la mansione di aiutare come Professore associato lo storico cattolico conservatore Max Buchner (1881-1941) e il filosofo Fritz-Joachim von Rintelen (1898-1979) nel cui sistema speculativo si tentava di conciliare filosofia, antropologia e le forme di sociologia che vigoreggiavano in Germania.

La sconfitta della Germania obbligò molti accademici tedeschi a lasciare i rispettivi incarichi, ma il suo prestigio scientifico era ormai talmente solido da far dimenticare il suo lavoro nell’Ahnenerbe e lo fece richiamare nel 1948 all’insegnamento nella sua antica università che lasciò solo nel 1965, raggiunti i limiti di età. La sua attività di scrittore continuò ancora: man mano apparvero ancora altri libri: una fondamentale analisi del pensiero di Platone (Gryphius, 1948); una monografia su Shakespeare (Reinhardt, 1953); la presente storia delle idee sociali (Kröner, 1957); un’ampia riflessione sull’arte preistorica (Hain, 1961); una inusuale storia mondiale della filosofia (Duncker & Humblot, 1964, ristampata nel 2006); e uncelebre excursus filosofico della tecnologia (Maximilian, 1968) che ha anticipato i molti studi successivi sul destino delle ideologie nell’èra tecnocratica.

Onorato dagli amici, dai colleghi e dai suoi molti studenti, Kurt Schilling morì nel 1977 a Kreuth am Tegernsee, un piccolo villaggio delle Alpi bavaresi dove si era ritirato in cerca del silenzio elargito dalle foreste e dalle montagne inviolate.

(Dall’introduzione di Nuccio d’Anna a Kurt Schilling, Storia delle idee politiche e sociali, OAKS, pp. 400, € 25,00)

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