Sulle prime l’hanno presa a metà tra provocazione e boutade. Poi, vista la determinazione del premier greco Alexis Tsipras, hanno cominciato a prendere sul serio la sua richiesta del pagamento dei danni di guerra. Ora in Germania, sensibilissima su questi temi, il dibattito si sta surriscaldando. Molti parlamentari e storici tedeschi concordano nel dire che la questione non è chiusa dal punto di vista giuridico, come sostenuto dal portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert. E come sta sostenendo tranchant in queste ore la cancelliera Merkel.
dal Corriere della sera del 28 marzo 2015
Offrire «una riparazione morale» ad Atene
Alcuni parlamentari hanno inoltre raccomandato a Berlino di offrire «una riparazione morale» ad Atene. Un autorevole storico come Eberhard Rondholz – autore tra l’altro di studi sulle «sviste» investigative tedesche su eccidi come quello di Cefalonia – definisce l’opinione del governo «falsa». E afferma che «la questione non è chiusa, tutt’altro. È ancora molto aperta». L’opinione di Rondholz coincide con quella di altri esperti più sbilanciati a favore della Germania, come lo storico Hans Guenter Hockerts. Simili voci si sollevano anche dal campo politico. Gesine Schwan, due volte candidata alla presidenza del Paese per l’Spd, ha affermato che occorre rispondere alle richieste di assumersi responsabilità storica.
«Riconoscere la terribile ingiustizia fatta alla Grecia»
«Bisogna riconoscere la terribile ingiustizia fatta alla Grecia», ha detto Schwan in un’intervista a Der Spiegel, concordando con la posizione espressa dai partiti dell’opposizione Die Linke e Verdi. Il vice presidente dell’Spd, Ralf Stegner, ha ammesso che ci sono molti aspetti che non possono essere risolti dal punto di vista del diritto internazionale nei confronti di un Paese che fu particolarmente colpito dall’occupazione nazista e che ha ricevuto ai sensi degli accordi globali siglati nel dopoguerra l’equivalente di 58 milioni di euro. Briciole, dicono in Germania, confronto a distruzioni e orrore e morte perpetrati.
250 mila morti sotto l’occupazione nazista
I nazisti massacrarono la popolazione civile greca (fonti greche parlano di 250 mila morti tra caduti, deportati e morti di fame e stenti) distrussero le infrastrutture del Paese e imposero nel 1943 un prestito forzoso di 476 milioni di marchi del Reich per «le spese dell’occupazione». Secondo Rondholz, le due parti dovrebbero distinguere queste categorie di ingiustizie e atrocità, di cui quella del prestito è la più percorribile dal punto di vista giuridico. Per Rondholz il valore attuale di quel debito è stimato a 11 miliardi di euro «senza gli interessi», mentre per Hockerts è pari a circa la metà di questa somma. «Il governo tedesco afferma che la questione sia conclusa dal punto di vista giuridico e politico, ma sa che non è vero», ha osservato Eberhard Rondholz, giornalista e autore di diversi libri sull’argomento. «Ci sono – ha notato – molti punti che non sono stati chiusi o che sono stati chiusi male. Non ha senso ignorarlo».