Vittorio Sabadin per “la Stampa” del 13 giugno 2021
Si credeva che il commerciante d’ avorio Kurtz, il protagonista del più cupo racconto di Joseph Conrad, Cuore di tenebra, fosse un personaggio inventato dal grande maestro della letteratura inglese per indagare negli abissi della mente umana. Ma Kurtz è esistito davvero: si chiamava Paul Voulet, era francese, era un capitano dell’ esercito, e si era macchiato di delitti così orrendi nell’ Africa coloniale di fine ‘800 da avere lasciato dietro di sé, lungo le rive del Congo, un ricordo indelebile.
Conrad aveva risalito il fiume nel 1880 sull’ imbarcazione a vapore «Roi des Belges» e molti dei personaggi descritti in Cuore di tenebra li aveva davvero incontrati in quel viaggio. Gli studiosi si domandano da tempo se anche Kurtz sia stato ispirato da una persona realmente esistita. Il principale indiziato era un agente della Compagnia per l’ avorio di nome Klein, morto sul battello proprio come il protagonista del racconto. Ma ora un documentario della Bbc sostiene un’ altra tesi, del tutto plausibile.
In Congo, ha scoperto il regista Rob Lemkin, Conrad era stato ospite di Cora Stewart, moglie separata del capitano Donald Stewart, rappresentante britannico nell’Africa occidentale. In un rapporto segreto inviato al primo ministro Lord Salisbury l’ufficiale aveva descritto con sgomento la condotta del suo rivale francese, il capitano Voulet, accusandolo di catturare donne e bambini e di venderli come schiavi per pagare i suoi mercenari. Stewart, anche se il rapporto per Salisbury era top secret, ne aveva di certo parlato con la moglie e Cora potrebbe certamente averlo riferito a Conrad, forse invitandolo a scriverne un romanzo.
Ma che cosa hanno in comune Kurtz e il capitano Voulet, che cosa unisce il loro cuori di tenebra? Nel racconto di Conrad, un marinaio di nome Charles Marlow racconta ai compagni l’incontro con il commerciante d’ avorio nella insidiosa e malsana foresta pluviale del Congo, popolata da personaggi che non possiedono più tracce di umanità. Kurtz, il losco trafficante di maggior successo, ha creato un piccolo regno personale che gestisce con violenza inaudita usando come schiavi gli indigeni, che lo temono e lo credono un dio. La sua capanna è circondata da teste mozzate, un ammonimento per chi non lo ritenga tale.
Voulet era di stanza in Africa alla fine dell’ 800, come l’immaginario Kurtz. Era un giovane e promettente ufficiale francese, insignito della medaglia di soldato dell’anno a Parigi nel 1889. Era stato poi incaricato di mettere in sicurezza il lago Ciad, unificare i territori francesi dell’ Africa Occidentale e proteggere la zona a Est del Niger.
Nessuno gli aveva posto limitazioni su come eseguire l’incarico. Ubriaco di potere, il capitano Voulet si era trasformato presto in un criminale di guerra, responsabile con i suoi mercenari del massacro di migliaia di indigeni e dello stupro di centinaia di donne, poi deportate con i loro bambini per essere vendute come schiave.
I suoi pretoriani tagliavano le mani delle vittime come prova dell’uccisione e venivano pagati per ogni mano. Voulet teneva un registro dei massacri e dell’ammontare che aveva speso. Le teste venivano mozzate e collezionate, proprio come avrebbe poi fatto Kurtz nel racconto di Conrad.
L’ufficiale francese si convinse presto di essere un nuovo Napoleone, il cui destino era quello di creare un impero nero in Africa. Consapevoli che la sua follia li avrebbe presto portati alla rovina, i mercenari lo uccisero e lo seppellirono in un villaggio del Sahel, dove la sua tomba si troverebbe ancora.
La storia del capitano Voulet fu raccontata per la prima volta nel 1899, con molte censure, su Blackwood’s, lo stesso periodico scozzese che aveva appena pubblicato a puntate Cuore di tenebra.
Il documentario della Bbc African Apocalypse prende il nome dal riadattamento più famoso del racconto di Conrad, il film del 1979 Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, che si avvalse di una delle più intense interpretazioni di Marlon Brando. Anche il Kurtz di Coppola era un militare, anche lui alla fine ucciso da un altro soldato, il capitano Willard. Il regista americano ebbe la grande intuizione di trasformare alla fine del film l’uccisore di Kurtz nel nuovo Kurtz, completando la visione dell’eterna natura del male che ha ispirato tanti lavori di Conrad e, di riflesso, molti dei più grandi scrittori in lingua inglese del primo Novecento.
Il racconto di Conrad è di fatto un ritratto della storia brutale dello Stato libero del Congo, all’ epoca dominio privato del re del Belgio Leopoldo II, e degli aspetti più torbidi e crudeli del colonialismo europeo. Si è anche ipotizzato che Kurtz sia stato ispirato da Léon Rom, l’ amministratore di re Leopoldo, o da Edmund Musgrave Barttelot, feroce capo di una spedizione di soccorso, o da Arthur Hodister, un commerciante privo di scrupoli. Forse il cuore di tenebra era in tutti loro, ma Conrad lo ha visto nascosto dove sta dai tempi degli Adamiti, in ognuno di noi.