Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera” dell’8 novembre 2022
Churchill dalle stelle alla polvere: almeno nell’opinione dei giovani britannici.
Perché i risultati di un sondaggio condotto dal think thank conservatore «Policy Exchange» sono sorprendenti: soltanto un quinto dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni ha un’opinione positiva del grande statista, contro il 58% degli over 65. La ragione? Il vecchio Winston è visto dai più giovani sostanzialmente come un razzista e un colonialista, piuttosto che come il leader che sconfisse il nazismo.
È un’inversione di tendenza clamorosa, se si pensa che vent’ anni fa un sondaggio della Bbc aveva visto Churchill votato come il più grande britannico di tutti i tempi, addirittura al di sopra di William Shakespeare. Sic transit gloria mundi: anche fra il pubblico generale solo il 36% ha un’opinione decisamente positiva di Churchill, a fronte di un 20% che ha «vedute miste» e un 7% che ne dà un giudizio negativo. Ma molto dipende dall’orientamento politico: fra gli elettori conservatori Sir Winston riceve il plauso di oltre il 60%, mentre fra i laburisti il gradimento scende al 22%. Appena quattro anni fa, in un sondaggio analogo, il 47% di tutti gli interrogati si professava invece deciso ammiratore dell’ex premier.
È un revisionismo storico, quello che ha investito la figura di Churchill, che va di pari passo con il riesame critico del passato imperiale della Gran Bretagna. E se è vero che cinque anni fa un film come The Darkest Hour – L’ora più buia , dedicato alla lotta dello statista contro la Germania nazista, strappava applausi e lacrime durante le proiezioni nei cinema londinesi, è anche vero che nel 2020 la statua di Churchill davanti al Parlamento venne imbrattata da graffiti che gli davano del «razzista»: tanto che le autorità dovettero proteggerla con un paravento per un certo periodo, nel timore di ulteriori sfregi. Ed è un’onda lunga che ha investito anche le istituzioni, se si pensa che pure il Fondo alla Memoria di Winston Churchill, un ente di beneficenza, ha deciso di recente di cambiare nome e rimuovere le sue foto dal sito web.
Ma quello che colpisce è soprattutto la disaffezione delle giovani generazioni verso figure che fino ai ieri erano percepite come gli indiscussi grandi del passato: e il motivo è rintracciato nel fatto che ormai nelle scuole ci si concentra soprattutto sugli aspetti negativi della storia, in particolare sulle malefatte del colonialismo. Jeremy Black, docente all’università di Exeter, ha detto di sospettare che i risultati del sondaggio mostrano «il malaugurato impatto della cattiva storia».
«Churchill è stato il più grande primo ministro che questo Paese abbia visto», ha detto al Mail on Sunday lo storico Sir Anthony Seldon. «Lui è stato, più di ogni altro, responsabile della resistenza a Hitler e alla minaccia posta alla Gran Bretagna e all’Europa. Qualcosa è andato decisamente storto se i giovani la pensano diversamente. O non gli viene insegnato, o vengono insegnate loro le cose sbagliate».
E Chris McGovern, ex consigliere del ministero per l’Educazione, ha aggiunto che molti professori «non lo considerano una figura eroica. Se viene trattato, è spesso in termini delle sue vedute razziste». Che Churchill indubbiamente aveva, ma che andrebbero piuttosto collocate nell’ottica del suo tempo.