Il nefrologo danese Arne Soerensen ritiene di aver messo fine alle molte diverse ipotesi e fantasie sulla morte di Napoleone (vedi anche Storia In Rete n° 13/14, novembre/dicembre 2006). Napoleone morì a Sant’Elena il 5 maggio 1821 all’eta’ di 51 anni, secondo Soerensen, specialista dei reni, non per un avvelenamento da arsenico o per un tumore allo stomaco, bensì per insufficienza renale a cui avrebbe fatto seguito un’intossicazione renale. Lo studioso presenta la sua ipotesi nel libro ”I reni di Napoleone”, pubblicato in Danimarca dalla casa editrice Hovedland, in cui Soerensen sostiene di fare piazza pulita, sulla base di ”precisi dati clinici”, di ogni presunto giallo sulla morte del Bonaparte circolato in da oltre 180 anni.
Arne Soerensen, 82 anni, è nefrologo in pensione dell’ospedale di Aalborg: Nelle 160 pagine del suo volume racconta gli studi durati mezzo secolo sulla salute di Napoleone, con ricerche in decine di biblioteche e archivi di mezzo mondo. Il medico danese, riferisce la stampa francese dando spazio alle anticipazioni del libro, avrebbe accertato che Napoleone soffriva di un restringimento cronico al canale urinario, che gli avrebbe procurarono infezioni alla vescica atrofizzata.
Soerensen sostiene anche che l’imperatore aveva una nefropatia ostruttiva: sarebbero state proprio le complicazioni legate a questa patologia renale a essergli fatali 188 anni fa. Per molti anni, sostiene Soerensen, Napoleone urinava con sofferenza già a partire dall’ultimo decennio del Settecento, ovvero quando era ancora un giovane e rampante ufficiale rivoluzionario.