Nel 1945 il filosofo Louis Rougier ha scritto un libro per rivelare i dettagli di una sua missione segreta a Londra nell’ottobre 1940: Missione segreta a Londra (Oaks editrice, pp. LII + 262, € 24,00). L’obbiettivo di Rougier era quello di trovare una modus vivendi tra la Gran Bretagna di Churchill e la Francia, guidata dal governo di Vichy, ormai sconfitta e sotto il controllo della Germania nazista. Una missione che a guerra finita mise in grande imbarazzo Londra – che smentì più volte Rougier senza mai poter però provare che aveva mentito – e anche la nuova classe dirigente francese che si reggeva sulla demonizzazione preconcetta del regime fondato dal Maresciallo Petain nell’estate 1940. Torna oggi, dopo 75 dalla sua prima edizione, il libro di Rougier (con un’ampia prefazione di Fabio Andriola) e si conferma un testo decisamente scomodo. Scomodo era allora – e infatti, lui, francese, lo poté pubblicare inizialmente solo all’estero e non in patria – e lo è oggi per la sua intatta capacità di rompere schemi e luoghi comuni. Come? Ad esempio raccontando di una sua missione nell’ottobre 1940 a Londra per arrivare ad una pace di fatto tra la Francia “collaborazionista” di Vichy, ormai nell’orbita della Germania nazista, e il governo della Gran Bretagna, rimasta sola a fronteggiare Hitler. Da quella missione Rougier sarebbe tornato con un documento concordato direttamente con il premier inglese Churchill che, contemporaneamente, già stava lavorando al proprio mito di alfiere della democrazia e della libertà nonché di inflessibile nemico dei totalitarismi. Un mito ancora oggi ben solido e che può essere infastidito dai racconti, puntigliosi e circostanziati, di un filosofo francese che per testimoniare la verità (e cioé che anche il governo “collaborazionista” di VichY fece a modo suo “resistenza”) pagò pesantemente e personalmente.
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