Milei apre gli archivi su dittatura degli Ammiragli e rifugiati nazisti in Argentina

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di Paolo Arigotti da InsideOver del 27 marzo 2025

Nei giorni scorsi il governo argentino, guidato dal presidente Javier Milei, ha annunciato per bocca del capo di Gabinetto Guillermo Francos, la declassificazione (leggasi desecretazione) dei fascicoli concernenti i rifugiati nazisti nel Paese dopo la Seconda guerra mondiale, precisando che trattasi di un impegno assunto dal capo dello Stato in occasione di un incontro della settimana scorsa, a Buenos Aires, con alcuni rappresentanti del Centro Simon Wiesenthal. Di sicuro, non è estraneo alla decisione un altro meeting, quello con il senatore statunitense Steve Daines, che avrebbe fatto pressioni su Milei affinché vengano resi pubblici i documenti, risalenti alla seconda metà del XX secolo, comprovanti l’asilo concesso a diversi criminali nazisti, fuggiti dall’Europa dopo la fine del conflitto.

La maggior parte dei file in questione si troverebbero presso gli archivi del ministero della Difesa, e comproverebbero il sostegno offerto dall’allora Governo di Juan Peròn ai “reduci” del Terzo Reich, possibile anche grazie dalle cosiddette Rat Lines, reti clandestine che garantirono fuga e salvezza per molti criminali, diversi dei quali si sottrassero per sempre a giudizi, e condanne. L’Argentina divenne una delle mete preferite (non l’unica) per i nazisti in fuga, anche a causa della ritrosia del governo per la concessione di estradizioni.

La decisione si innesta nella politica estera di Milei, che ha voluto da subito allinearsi con quella statunitense e israeliana – lo stesso Daines è considerato molto vicino allo Stato ebraico – e potrebbe aprire nuovi e interessanti scenari su quello che, ad onor del vero, è tutt’altro che un mistero: in base a diverse stime e analisi condotte da molti storici, sarebbero diverse migliaia gli ex nazisti che ripararono in Argentina dopo la guerra, tra i quali il famigerato medico di Auschwitz Josef Mengele e uno dei massimi responsabili dell’organizzazione dello sterminio ebraico, Adolf Eichmann; il tutto, senza dimenticare gli ex collaboratori del Terzo Reich che trovarono riparo (e lavoro) negli Stati Uniti.

La documentazione che sarà resa pubblica

Negli stessi giorni, un altro importante esponente della compagine governativa, il portavoce presidenziale Manuel Adorni, ha comunicato che Milei ordinerà la declassificazione di tutta la documentazione concernente l’operato delle Forze Armate durante l’ultima e sanguinosa dittatura militare, che governò il Paese col pugno di ferro dal 1976 al 1983. L’annuncio è arrivato lo scorso 24 marzo, in occasione della giornata dedicata alla memoria per la verità e la giustizia. In occasione del 49^ anniversario del golpe del 1976, decine di migliaia di persone – compresi esponenti di sindacati, partiti politici, gruppi universitari e organizzazioni per i diritti umani – si sono date appuntamento in Plaza de Mayo, luogo simbolo dell’opposizione al regime e della tragedia dei migliaia di oppositori scomparsi senza lasciare traccia (i desaparecidos).

I fascicoli, detenuti dai servizi di intelligence (SIDE), verranno presto trasferiti presso l’archivio nazionale e saranno consultabili da chi ne farà richiesta. La decisione si collega a un decreto del 2010, con il quale l’allora presidente Cristina Fernández aveva già ordinato la declassificazione di tutti i documenti che potessero ostacolare il processo di ricostruzione della verità storica sulla violazione dei diritti umani.

La pubblicazione della documentazione suscita, come giusto e comprensibile, grandi aspettative, per quanto – uno dei più tristi insegnamenti che la Storia ci offre – ben difficilmente i colpevoli, ammesso che ce ne siano ancora in circolazione, saranno mai chiamati a pagare per i loro crimini.

Il senso di queste iniziative dovrebbe essere il famoso monito “mai più”, a suo tempo invocato da Giovanni Paolo II, eppure proprio i tempi che stiamo vivendo ci inducono, ancora una volta, a dare ragione ad Antonio Gramsci, quando sosteneva che “l’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.”

(foto: Il presidente dell’Argentina Javier Milei parla a CPAC 2025 presso il Gaylord National Resort & Convention Center di National Harbour, Maryland. Foto Gage Skidmore, cc 4.0 by)

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