Dietro il genio c’è sempre qualche disastro. Dietro Napoleone c’è uno stuolo di fratelli rissosi e soprattutto c’è il terzogenito di Carlo e Letizia Romolino, Luciano, di sei anni più giovane e in diretta competizione col secondogenito più scaltro, brillante e promesso alla gloria delle armi. Diversissimi di aspetto – basso, timido e insicuro fino alla misoginia Napoleone, alto, aitante, passionale e molto sciupafemmine Luciano – anche di carattere i due erano agli antipodi.
da “Il Foglio” del 17 dicembre 2011
Tanto Napoleone è cinico, compassato, padrone di sé, proteso al culto della volontà con cui piegare il destino, quanto Luciano è ondivago, passionale, capriccioso. Passa dall’infatuazione per Pasquale Paoli, eroe dell’indipendenza della Corsica, al suo tradimento quando sull’isola arrivano gli inglesi, e la famiglia dell’avvocato di Ajaccio, vedova in testa, scelgono il fronte giacobino dei francesi. Inevitabile il dissidio tra i due, alimentato per altro da reciproca conoscenza del nemico. Luciano non ha ancora vent’anni quando nel 1792 analizza “l’ambizione non completamente egoista” del fratello, lanciando la sua previsione: “Mi sembra destinato a diventare un despota, e penso che lo diventerà, se fosse un re, e che il suo nome sarà un orrore per i posteri e i patrioti sensibili”. Napoleone è già alle prese con la prima campagna d’Italia, quando si rivolge a Carnot per contenere la foga ondivaga di Luciano, commissario a Marsiglia: “Questo giovane ha una certa dose di talento, ma allo stesso tempo una mente priva di equilibrio”. Eppure nel novembre 1799 sarà Luciano, con la sua abilità retorica, a salvare il fratello dalle coltellate dell’Assemblea dei Cinquecento e consegnargli il potere col colpo di stato del 18 Brumaio. Ingrato, Napoleone cercherà solo di umiliare, dimenticare, allontanare quel fratello ingombrante, il quale, rimasto vedovo a trent’anni, convolerà in seconde nozze con Alexandrine de Bleschamp – bellissima, dalla forte personalità, invisa all’imperatore – con la quale si ritirerà a Roma per una vita borghese. Di quest’amore contrastato e appassionato, sepolto per anni nel silenzio degli archivi, ormai grazie a questa biografia romanzesca sappiamo tutto. Documentaristi provetti, Simonetta e Arikha sono infatti riusciti a scovare sia il manoscritto dei Mémoires di Luciano conservato al Quai d’Orsay, riesumandone tutti gli avvincenti dettagli rimasti inediti, sia l’archivio dei Faina, ramo italiano dei Bonaparte, con le lettere di Alexandrine e il quadernetto rilegato in cui Luciano raccontava il colpo di fulmine per la donna della sua vita.
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