A Torino l’ostensione della Sacra Sindone sta riportando in questi giorni alla ribalta uno dei più famosi e controversi oggetti di culto della storia. Un oggetto mistico le cui vicende si intrecciano con i grandi episodi della storia europea, dalle Crociate alla questione dei Templari (quelli veri, non quelli dei romanzetti di fantastoria, ovviamente). Riportiamo qui uno degli approfondimenti scritti da Massimo Centini (Università Popolare di Torino) per l’articolo “I Templari distrutti per la Sindone” da “Storia in Rete” n° 45-46 di luglio-agosto 2009.
La Sindone aveva un “concorrente” a Besanzone
Con certezza sappiamo che dalla seconda metà del XIII secolo, a Besançon – Besanzone in italiano – era custodita una Sindone posseduta dalla famiglia de La Roche che ebbe un ruolo non secondario nella IV Crociata e il cui nome appare più volte negli anni oscuri della reliquia. Dall’iconografia e dalle fonti più antiche otteniamo una serie di indicazioni fondamentali: la principale è quella relativa all’immagine. Infatti nel sudario di Besançon, custodito con altre reliquie in un’apposita urna, Capsa Omnium Sanctorum, era riprodotta solo la figura anteriore, mentre in quella di Lirey è presente anche quella posteriore. Le dimensioni sono diverse: da un’opera del XVIII secolo apprendiamo che il sudario misurava «otto piedi per quattro» (2,60 per 1,30 metri), mentre quella di Lirey 4,36 per 1,10 metri. Queste misure pongono una seria ipoteca sull’ipotesi che il sudario di Besançon fosse quello di Lirey mostrato piegato, in quanto avrebbe dovuto avere un lato di 2,18 metri. Inoltre se fosse stato ripiegato con le misure riportate dalle fonti, si sarebbe vista anche una parte dell’immagine posteriore e questo fatto non sarebbe sfuggito ai cronisti. Accadde però un fatto singolare: nel marzo del 1349, un fulmine abbattutosi sulla chiesa Santo Stefano provocò un grande incendio che distrusse gli arredi della chiesa e gran parte delle reliquie. La Sindone non fu più trovata: si pensò che fosse andata distrutta, ma si ipotizzò anche un furto sacrilego. Comunque, il prezioso telo uscì dalla storia. Per un certo periodo… Nel 1356 «una» Sindone apparve a Lirey posseduta da Goffredo di Charny e che donò alla Collegiata di Lirey. Nel 1377, colpo di scena: la Sindone di Besançon fu miracolosamente ritrovata. La cronaca di questo fatto è caratterizzata dai toni tipici della letteratura agiografica, che intende porre in luce gli aspetti straordinari dell’evento. Si disse che quel sudario fosse una copia. Qualcuno disse che quella di Lirey fosse quella di Besançon sottratta nel corso dell’incendio: le polemiche continuarono per molto tempo e per alcuni secoli in Europa vi furono due sindoni in concorrenza. Il 24 luglio 1794, la reliquia di Besançon fu portata davanti alla Convenzione Nazionale: il verdetto fu impietoso e sentenziò che quel lenzuolo, considerato un falso, fosse tagliato in filacce e utilizzato per gli ospedali, e anche «il disegno dovrà essere tagliato». La Sindone di Lirey non aveva più concorrenti. (Massimo Centini)
Inserito su www.storiainrete.com il 13 aprile 2010