Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Al centro del nuovo libro di Massimo Centini, antropologo, saggista e collaboratore storico di “Storia In rete” c’è “un” fatto di cronaca, drammatico ma, apparentemente, come tanti altri avvenuti nell’antichità, duemila anni fa, in una città periferica dell’impero romano. La esecuzione di un uomo e il destino del suo corpo. Che però, ad un tratto, sparisce. Quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi dello “scomparso” post mortem, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l’indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande “complotto” mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all’indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l’anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un’indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.-
TS – Terra Santa Edizioni | pp. 300