Ritengo che ben pochi conoscano François Fournier-Sarlovèze (1773-1827), ufficiale francese di cavalleria (per la precisione degli ussari). La sua fu una carriera caratterizzata da molti alti e bassi, iniziata durante la Rivoluzione, proseguita ai tempi dell’Impero napoleonico e conclusasi durante la Restaurazione.
di Piero Visani da Destra.it del 18 novembre 2014
Personaggio alquanto controverso, dopo varie vicissitudini divenne amico di un importante comandante di cavalleria, il generale Lasalle (colui che era solito affermare che “un ussaro che a 30 anni non è ancora morto è una nullità“), con il quale condivise il gusto per una vita alquanto sregolata. Ancora meno noto è probabilmente il fatto che la sua esistenza fu condizionata da un evento cruciale, tipico del suo carattere litigioso e della sua perenne inclinazione a sfidare a duello chiunque.
Nel 1794, infatti, egli provocò un giovane di Strasburgo, lo indusse a sfidarlo a duello e lo uccise. La cosa non piacque ai suoi superiori, per cui il capitano Dupont d’Etangvenne incaricato dal generale Moreau di impedire a Fournier di recarsi a un ballo che si teneva quella sera stessa. Irritato per quanto Dupont gli comunicava, Fournier lo sfidò a duello (un duello con la spada) e lo perse. Tuttavia, quello fu solo il primo di una serie di duelli tra i due che si protrassero per quasi venti anni, con ogni tipo di arma.
Joseph Conrad prese lo spunto da questa vicenda, assolutamente vera, per il suo racconto Il duello, poi ripreso dal regista Ridley Scott nel celebre film I duellanti (1977). Nella pellicola, Fournier-Sarlovèze diventa il tenente Féraud, del 7° Reggimento Ussari, mentre Dupont diventa il tenente d’Hubert, ussaro pure lui, ma del 3° Reggimento.
Come si è detto, quindi, la storia del ventennio di ininterrotti duelli è assolutamente vera e ha avuto come uno dei due protagonisti proprio Fournier-Sarlovèze, diventato in seguito generale di divisione e barone dell’Impero.
Nominato capo di Stato Maggiore della divisione di cavalleria comandata da Lasalle, come quest’ultimo Fournier si distinse nella battaglia di Eylau (8 febbraio 1807) e in quella successiva di Friedland (14 giugno 1807), guidando numerose cariche.
Promosso al grado di generale di brigata per il valore mostrato sul campo, nel 1808 venne inviato in Spagna e colà si distinse nella difesa della città di Lugo, dove, con soli 1.500 uomini, riuscì a respingere 20.000 assedianti.
Malgrado questo exploit, Fournier anche in Spagna diede prova di non saper frenare il proprio carattere, visto che prese a sciabolate un aiutante di campo assegnatogli dal ministro della Guerra.
L’insano gesto gli valse l’immediato collocamento in disponibilità e l’appellativo – peraltro a lui non sgradito – di “peggior soggetto della Grande Armée“.
Richiamato successivamente in servizio, si distinse nella lotta antiguerriglia condotta dai francesi in Spagna, sia per la brutalità dei suoi comportamenti (che gli valsero – da parte spagnola – il soprannome di el Demonio) sia per l’efficacia con cui seppe condurre numerose azioni di controinsurrezione.
Non dimenticò comunque le sue capacità militari tradizionali e il 5 maggio 1811, nel corso della battaglia di Fuentes de Onoro, al comando di due soli squadroni di cavalleria riuscì a spezzare ben tre quadrati di fanteria inglesi, evento tutt’altro che abituale.
Nella successiva campagna di Russia, Fournier si distinse nell’avanzata verso Mosca e venne promosso generale di divisione l’11 novembre 1812. Solo pochi giorni dopo, al momento del passaggio della Beresina, Fournier-Sarlovèze ebbe modo di esibire ancora una volta il proprio straordinario coraggio, caricando con soli 800 cavalleggeri della sua brigata (formata da truppe alleate tedesche del Baden e dell’Assia) ben 5.000 cavalieri russi, e mettendoli in fuga al terzo tentativo.
Nel 1813, Fournier diede buona prova di sé nelle battaglie di Grossbeeren e di Lipsia, ma venne destituito dal servizio il 26 ottobre, dopo un duro scontro verbale con Napoleone, nel corso del quale diede una volta di più prova della propria intemperanza (e imprudenza…).
Anche se Conrad e soprattutto Ridley Scott lo dipingono come un acceso buonapartista, Fournier non seguì Napoleone durante i Cento Giorni e venne per questo premiato da Luigi XVIII con il titolo di conte. Dei suoi duelli con Dupont non è noto l’esito finale, nonostante le supposizioni avanzate da Conrad e Scott.
Un caso esemplare di incrocio tra fantasia e realtà.