da AgenziaCULT del 17 ottobre 2024
È legge il testo che istituisce a Roma il Museo del Ricordo. Dopo l’ok lo scorso luglio da parte del Senato, oggi è arrivato il via libera definitivo da parte della Camera. La commissione Cultura di Montecitorio ha infatti approvato all’unanimità, in sede legislativa, il provvedimento voluto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha lo scopo “di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, di ricostruire e narrare la storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e della più complessa vicenda del confine orientale italiano“.
A ospitare il Museo, secondo quanto aveva riferito Sangiuliano, sarà un edificio già individuato nella zona di Piazza del Popolo. Lo scorso 8 ottobre, nel corso dell’audizione alle commissioni Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del MiC, il ministro Alessandro Giuli aveva dichiarato: “Le prossime settimane, proprio qui alla Camera, verrà votata, e spero approvata, l’istituzione del Museo del Ricordo. Nel frattempo si lavorerà anche a una grande mostra da fare al Vittoriano in collaborazione con la Federesuli. E anche qui mi piace pensare che si esca dallo schema una mostra mia, una mostra tua”.
Il testo di legge prevede che il Museo, per il suo funzionamento, avrà una dotazione iniziale di 8 milioni di euro in tre anni e 50 mila euro annui a decorrere dal 2026. Alla sua gestione provvederà la “Fondazione Museo del Ricordo”, ente di diritto privato costituito dal Ministero della Cultura a cui possono partecipare, oltre al MiC, la Regione Lazio, la Regione Friuli Venezia Giulia, Roma Capitale e altri soggetti pubblici e privati. Il patrimonio della Fondazione è costituito da apporti del Ministero della Cultura e può essere incrementato da ulteriori apporti dello Stato, nonché dalle risorse provenienti da soggetti pubblici e privati. Sarà il ministro della Cultura, con un proprio decreto, ad approvare gli schemi di atto costitutivo e di statuto della Fondazione che sarà sottoposta alla vigilanza del Collegio Romano secondo le modalità previste dalla normativa vigente e sarà svolta nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.