HomeBlogEsodo istriano, fumetti e cortocircuiti

L'Insolita Storia

Esodo istriano, fumetti e cortocircuiti

Passare dalle pagine della “rivista fondata da Pietro Nenni” all’etichetta di “nazista”, “erede di Boccasile” e “di Salò” è un attimo. Davvero poco c’è voluto perché un fumetto sulla questione dell’esodo giuliano-dalmata realizzato da disegnatori da sempre vicini alla sinistra finisse nel tritacarne isterico del “fascisti, fascisti ovunque”. Una vicenda che ha del surreale e che si fatica perfino a seguire, nella tortuosità dei ragionamenti che l’hanno animata.

Il numero di gennaio 2019 della rivista mondoperaio (rivista fondata da Pietro Nenni, come recita a scanso di equivoci la copertina) mostra in copertina l’estratto di un fumetto, una graphic novel, come la definiscono i suoi autori. Nell’antemprima che compare in copertina, una sola vignetta, una donna su una panchina e la consueta nuvoletta che recita “mi sono rimasti solo gli incubi”. Il fumetto in questione si intitola Anime in Transito ed è stato realizzato dal collettivo Anonima Fumetti con la partecipazione dell’Accademia di Progettazione Sociale Maurizio Maggiora e del Rotary Club Torino Sud Est con Partner e Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Non mancano il patrocinio dell’Istituto Piementese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto) e del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana (Giunta regionale allora di centro sinistra).

La copertina di mondoperaio con la tavolta tratta da Anime in transito

Un (altro) fumetto sull’esodo

Insomma un’iniziativa che potrebbe legittimamente richiedere tutte le patenti di antifascismo che vanno tanto di moda. Anche perché Anime in transito tratta di una vicenda storica delicata, diventata dopo anni di oblio, oggetto del contendere della politica attuale, ovvero l’esodo giuliano dalmata. (Sì non esiste solo Foiba Rossa a trattare la questione orientale. Ci sono anche Anime in Transito e Orrido Familiare).

Il fumetto viene presentato ufficialmente il 13 febbraio 2019 e nelle settimane successive si è tenuta una mostra delle tavole presso la Sala Lettura del Polo del ‘900 (fonte Relazione attività 2019 dal sito Anonima Fumetti). A parte il sito di Anonima Fumetti e le notizie in cronaca locale della presentazione a febbraio 2019 non si ha evidenza di ulteriori iniziative per la promozione della graphic novel. Vuoi perché iniziativa locale. Vuoi perché il fumetto viene reso disponibile gratuitamente sul sito del collettivo. Qualche maligno potrebbe pensare che magari la scarsa “visibilità” possa essere legata anche al fatto che negli ultimi anni il tema del giorno del Ricordo abbia assunto un ruolo sempre più politico e divisivo. E che anche con tutte le patenti antifà del caso Anime in transito potesse essere non così gradito a parte dei suoi sponsor. Ma queste è solo un “pensar male”, e le cronache di oggi riferiscono che all’epoca la graphic novel avesse ottenuto anche il plauso di Mattarella.

La tavolta da cui è tratto il manifesto del 2022

Il manifesto ispirato al fumetto

Ed ecco come Anime in transito trova la sua visibilità tre anni dopo. Visibilità nazionale stavolta, e suo malgrado. Perché nonostante tutte le patenti di antifascismo che potrebbe richiedere un progetto del genere, non andando in porto la ristampa del fumetto, gli autori si sono offerti di realizzare una locandina per la giornata del ricordo 2022, ispirata proprio dal fumetto. Leggiamo dal Corsera: «In principio — raccontano dall’associazione —, volevano ristampare la nostra graphic novel Anime in transito, ma il Polo del ‘900 si è opposto. Così, ci hanno commissionato il manifesto che in realtà prende spunto da una vignetta contenuta all’interno del fumetto».

Da Repubblica apprendiamo l’origine dell’opposizione: è cambiata la giunta regionale piemontese e la prefazione sarebbe stata affidata al nuovo colore politico della giunta. «quando fu proposta dall’assessore Marrone una riedizione del graphic novel, fu concordemente respinta dagli enti e dagli autori che l’avevano promossa, contrari all’uso strumentale, ravvisabile nelle nuove pagine introduttive. Tale uso strumentale è purtroppo riconfermato dal manifesto che circola in questi giorni”. Già a dicembre, infatti, il presidente dell’Istituto Paolo Borgna aveva chiesto alla Regione di sospendere il progetto di ripubblicazione del fumetto con la nuova prefazione, a firma Marrone, perché ne cambiava “l’orientamento e la collocazione, sottraendola al ruolo che in origine la caratterizzava”, e per l’uso “di concetti errati, come genocidio e pulizia etnica, propri della polemica politica” e “interessati a riproporre la contrapposizione con gli avversari di un tempo e alleggerire le responsabilità del fascismo italiano, promotore di una guerra sbagliata e perduta”.»

Non abbiamo letto la prefazione in questione, ma certamente non è la prefazione a determinare le qualità di un’opera. E un’opera che risale a “soli” tre anni orsono, quindi non dovrebbe presentare diverse sensibilità o valutazione di una vicenda risalente a un periodo compreso tra i settanta e ottanta anni orsono.

Inoltre a leggere il Corsera la posizione degli autori del fumetto non sembra così netta. Soprattutto perché gli autori (“tradendo lo spirito originale degli autori” è la conclusione che si potrebbe malignamente fare confrontando Repubblica e Corsera) si sono prestati alla tavola manifesto.

Il manifesto incriminato

Iconografia tra nazismo e Salò

E fin qui la vicenda di Anime in transito potrebbe ridursi a una mera questione di querelle politica sulle strumentalizzazioni da una parte e dall’altra di una vicenda storica. Soprattutto di quella parte che nega di voler strumentalizzare, ma solo di ristabilire la verità storica. Salvo poi di arrivare al parossismo di censurare le proprie iniziative passate.

Infatti il manifesto ispirato alla tavola a pagina 32 di Anime in Transito con le ombre dei partigiani jugoslavi con la stella rossa che sovrastano la protagonista è finito per “triggerare”, come si dice oggi, più di una reazione negativa da parte dei corifei di quella narrazione che vuole il giorno del Ricordo, e la memoria di Foibe ed Esodo come un’iniziativa buona solo per gli estremisti di destra.

Ed ecco che i fumettisti si sono ritrovati paragonati ai manifesti di propaganda nazista e di Salò. E più di qualcuno ci ha visto evidenti omaggi allo stile di Boccasile!

Marco Grimaldi, capogruppo LUV, lo definisce: «un’immagine che sembra propaganda nazista». Mentre Eric Gobetti, (che negli ultimi anni ha preso il posto delle troppo divisive Kersevan e Cernigoi negli eventi volti a “ristabilire la verità storica”), nel suo profilo Facebook (ormai emendato dai selfie sorridenti con i busti di Tito) scrive:

«Io mi chiedo: davvero la Regione Piemonte pensa di “favorire una narrazione condivisa e partecipata rispettosa della complessità storica” utilizzando una locandina che sta a metà strada fra un fumetto anni ’50 e i manifesti di propaganda nazista? Davvero pensa di “discutere sul senso della convivenza” mostrando gli “altri” come mostri assetati di sangue italiano? Così abusa la storia chi governa la mia regione. Spendendo 31.114 euro di denaro pubblico… (qui il link del progetto:https://www.regione.piemonte.it/…/identita-oltre-confine)»

E nei commenti tutti a cercare la somiglianza con Boccasile e similari.

Anime in transito come Boccasile, screenshot dal thread sul post Facebook di Gobetti

Dal trigger al cringe

Proprio la reazione sguaiata di fronte all’operato di fumettisti a suo tempo patrocinati da un Istituto di Storia della Resistenza dimostra che chi accusa la destra di aver strumentalizzato la questione esodo, non ha interesse a proporre una narrazione condivisa o una lettura obbiettiva. Ma solo strumentalizzarla in maniera opposta. C’è da domandarsi se la “tavola incriminata” fosse stata esposta all’epoca. Ma è irrilevante. Anche se fosse stata esposta e ci fossero fior di foto dell’evento, le reazioni scomposte di oggi avrebbero necessariamente cancellato qualunque lettura condivisa. Dell’evento e del Ricordo.

Negli anni sul giorno del ricordo si sono compiuti errori grossolani anche in maniera reiterata. Si sono fatte cifre degne della peggior storiografia neoborbonica. L’accumularsi degli errori negli anni hanno consentito di sminuire l’approfondimento storico promosso dal giorno del Ricordo usando la leva del necessario fact checking come un manganello.
Era evidente che queste “contronarrazioni” sul giorno del Ricordo, talvolta ridotto a mera psicosi collettiva, non fossero altro che riportare la storiografia indietro di cinquant’anni. Ma questa restava una evidenza per chi conoscesse gli aspetti storici e politici della narrazione storica.

Ora arriva la storiella del manifesto dove la sinistra antifascista dà del nazista a una rielaborazione di una tavola pubblica su una rivista antifascista come mondoperaio.

Fremdschämen o cringe che dir si voglia. Peccato che questa sensazione durerà appena il tempo che ci vorrà a qualche (mal)destro e volenteroso amministratore locale a pubblicare qualche foto di militari del Regio Esercito che fucilano partigiani sloveni con la didascalia “massacri delle foibe”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

DALLO STESSO AUTORE

ARTICOLI PIù LETTI