Mary Cléo Tarlantini (Milano, 22 aprile 1878 – Tivoli, 22 ottobre 1954) si chiamava in realtà Maria Cleope Terlani. E’ stata forse la prima diva del cinema muto italiano ed ha aperto la strada alle grandi stelle della generazione successiva: la Borelli, la Menichelli, la Quaranta, la Jacobini… Famoso il suo celebre “capriccio” di voler recitare solo se accompagnata dal sottofondo musicale di un violino. Il suo esordio davanti alla cinepresa non fu immediato: infatti il suo primo film è del 1909 quando ha già 31 anni. A scritturarla è la maggiore casa di produzione italiana dell’epoca, la Ambrosio Film di Torino per la quale gira per prima cosa “Signori Ladri” per la regia di Luigi Maggi, il regista che la guiderà in quasi esclusiva per i successivi tre anni. In poco tempo la Tarlantini, alta, segaligna, dal portamento aristocratico e dalla recitazione sobria che la distingue da altre dive italiane è protagonista di una media di 5/6 film all’anno, scritturata anche da altre case di produzione di primo piano come Itala Film, Pasquali Film. Spesso è in coppia con un divo di prima grandezza dell’epoca: Alberto Capòzzi. Nel 1918, caso abbastanza raro tra le dive del tempo, decide di fondare a Torino, insieme ad Eugenio Vecchioni, una propria casa cinematografica, la Cléo Film, che in breve tempo realizzò sei lungometraggi. Con l’inizio degli Anni Venti, la carriera di Mary Cléo inizia a segnare il passo sia per il passare degli anni sia per l’agguerrita concorrenza di attrici più giovani. E’ in quattro film nel 1921, in uno solo nel 1922, in due nel 1924, in uno nel 1925 e nel 1926. Poi niente fino a gli ultimi tre lungometraggi tra il 1939 e il 1940. La prova del sonoro non l’ha aiutata a rilanciare una carriera che al tramonto del Muto era già finita.