Tensioni diplomatiche tra Londra e Atene. Per colpa di George Clooney. La star americana ha affermato che sarebbe opportuno che la Gran Bretagna restituisse i marmi del Partenone alla Grecia, suscitando un vero e proprio vespaio. La Grecia l’ha presa molto bene, come c’era da aspettarsi. Al punto che il ministro della Cultura Panos Panayiotopoulos ha ringraziato calorosamente l’attore e lo ha invitato a trascorrere una vacanza in Grecia.
da Lettera43 del 13 Febbraio 2014
IRA DI LONDRA. Ma Clooney si è pure attirato l’ira di Boris Johnson, il sindaco della capitale britannica (dove i marmi sono ospitati nel British Museum dal 1816), il quale, piuttosto irritato, ha detto senza termini che «qualcuno deve con urgenza restaurare i marmi (in inglese colloquiale ‘marbles’ vuol dire anche il cervello, oltre che ‘marmi’) di George Clooney».
La vicenda ha avuto inizio in sordina lo scorso 8 febbraio durante la presentazione alla 64esima Berlinale di Monuments men, l’ultimo film diretto da Clooney che narra le gesta degli uomini che durante la seconda guerra mondiale recuperarono le opere d’arte trafugate dai nazisti.
LA DOMANDA DI UN REPORTER. A un giornalista greco che gli aveva chiesto se ritenesse che i marmi del Partenone, trafugati due secoli fa da un diplomatico della Corona, dovessero tornare in patria, l’attore americano aveva pacatamente risposto: «Forse non sarebbe male se venissero restituiti. Ritengo che sia una buona idea. Sì, penso davvero che sarebbe la cosa giusta da fare», aveva detto.
Immediato il plauso alle parole di Clooney da parte del ministro Panayiotopoulos, il quale si è affrettato a scrivergli una bella lettera per ringraziarlo dell’opinione espressa in pubblico e definendolo «un cittadino impegnato e un artista creativo che difende risolutamente ciò che è buono e giusto».
E per invitarlo a trascorrere qualche giorno in Grecia.
JOHNSON: «PENSI A RISPETTARE LA STORIA». Di ben altro tono, come s’è visto, la reazione di Johnson, che ha rimproverato all’attore Usa di aver «fatto la promozione del suo film sulle opere d’arte trafugate dai nazisti senza realizzare che lo stesso (Hermann) Goering aveva in programma di saccheggiare il British Museum. E dove i nazisti volevano spedire quei marmi? Ad Atene! Questo Clooney sta difendendo nient’altro che i programmi che Hitler aveva fatto per i tesori culturali di Londra. Dovrebbe piuttosto pensare a scrivere i copioni dei film e rispettare la Storia», ha concluso.
CHIESTA LA RESTITUZIONE DAL 1981. I fregi di cui Atene chiede la restituzione dal 1981, quando era ministro della Cultura l’attrice Melina Mercouri, sono 15 metope, 56 bassorilievi di marmo e 12 statue (quasi l’intero frontone Ovest del tempio), oltre a una delle sei cariatidi del tempietto dell’Eretteo.
TRAFUGATI TRA IL 1802 E IL 1811. I marmi, che ornavano il tempio di Athena Parthenos (vergine), gioiello architettonico del V secolo a.C. eretto sulla collina dell’Acropoli, furono asportati e trafugati fra il 1802 e il 1811 da Lord Thomas Bruce Elgin, allora ambasciatore britannico presso la Sublime Porta, e venduti al British Museum nel 1816 per 35 mila sterline oro.
A nulla sono valse sino ad ora le richieste greche, le petizioni internazionali e dello stesso ‘Comitato britannico per la restituzione dei marmi’ (che gode del sostegno di molte personalità da Sean Connery a Judi Dench, da Vanessa Redgrave a Sir Ian McKellen), mentre anche gran parte dell’opinione pubblica britannica è schierata a favore del ritorno dei fregi in Grecia.
L’argomento principale dei sostenitori del ritorno dei marmi in patria è che, a differenza di altre opere, essi appartengono a un edificio storico ancora in piedi.
AD ATENE È PRONTO UN MUSEO PER ACCOGLIERLI. E alla ‘storica’ argomentazione britannica, secondo cui ad Atene non saprebbero conservarli in modo adeguato, rispondono che la Grecia non è più il Paese arretrato da cui Lord Elgin li sottrasse e che nella capitale ellenica, nel 2009, proprio ai piedi dell’Acropoli, è stato inaugurato un modernissimo Museo già predisposto ad accogliere i marmi.