HomeMedio EvoCaccia alle streghe. Cosa è successo realmente? (parte 1)

Caccia alle streghe. Cosa è successo realmente? (parte 1)

Confesso di aver anche io preso per buone tutte le convinzioni circa la caccia alle streghe da parte dell’inquisizione, (a mia discolpa posso dire di non essere mai stato particolarmente interessato all’argomento), fino a quando su focus storia non lessi una notizia che mi fece sorgere molti dubbi: i processi per stregoneria furono circa 3 milioni di cui solo circa 40 mila conclusi con una condanna. In pratica neppure il 2% del totale, prova evidente di giudici più motivati ad assolvere che a condannare. A quel punto, incuriosito, ho cominciato a raccogliere tutte le informazioni utili a distinguere quanto fosse un semplice stereotipo dalle verità storiche.

di Ettore Panella da SUBLIMIA! del 4 dicembre 2015

Questo articolo è un po’ lungo e per questo lo ho diviso in diverse domande e risposte.
Vorrei partire citando un caso particolare che di fatto contraddice tutte le convinzioni comuni circa la caccia alle streghe.
Durante la piccola era glaciale che andò dal 1540 d.C. circa a metà del 1700 d.C, (non tutti concordano con la data di inizio e la retrodatano al XIII secolo). l’avanzata inarrestabile dei ghiacciai mise in crisi le popolazioni alpine che cercarono di fermarne l’avanzata con processioni e preghiere. Nella valle di Rofen in Austria , visti gli scarsi risultati delle preghiere, si arrivò alla conclusione che la causa di tutto fosse un povero sventurato senza fissa dimora che venne messo al rogo dopo un sommario processo per stregoneria. In questo caso la vittima è un uomo che viveva ai margini della società, le autorità religiose non c’entrano e anzi il rogo è la conseguenza della incapacità della chiesa di fermare i ghiacciai, cosa che le fa perdere credito.
Prima di entrare nel vivo dell’articolo è bene ricordare che essere accusati di un delitto non è la stessa cosa di essere condannati. Nei sistemi in cui esiste l’obbligatorietà dell’azione penale chiunque può essere accusato e i magistrati devono comunque indagare mentre, al contrario, la condanna è il frutto di una valutazione maturata dai magistrati nei vari gradi di giudizio dopo le indagini.

Le persone condannate per stregoneria oggi sarebbero state assolte?

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La risposta è NI . La strega Giulia Tofana (giustiziata nel 1659 insieme alla figlia sua discepola e agli apprendisti) era una fattucchiera che produceva veleni destinati alle mogli desiderose di avvelenare i mariti. La fattucchiera Catherine Deshayes (al rogo nel 1680) officiava messe nere, (è la prima prova attendibile della celebrazione di messe nere), con rituali a base di sangue e ostie consacrate sul corpo nudo della marchesa di Montespan allo scopo di realizzare filtri magici e pozioni abortive. Va detto che la marchesa fu graziata dal re e questo mostra che avere dei santi in paradiso aiutava anche le streghe.

Ovviamente oggi nessuno verrebbe condannato per il reato di stregoneria ma se sei complice di omicidi o produci intrugli abortivi, (l’infanticidio era l’ossessione degli inquisitori), qualche problema legale anche oggi lo avresti. A portarci fuori strada è la nostra incapacità di comprendere la mentalità del tempo che vedeva gli esseri umani come strumenti di entità superiori sia del bene che del male, il merito delle opere buone compiute da un santo non era di quella persona ma di Dio come per poter operare il male bisognava richiedere l’aiuto del diavolo. In pratica il reato era la prova del patto con il diavolo che diveniva il vero crimine. Sotto certi aspetti era anche un modo per salvare la faccia, pensiamo ad una persona truffata, accusare qualcuno di averlo “fregato” costringeva ad ammettere di essere stato ingenuo, accusare qualcuno di stregoneria perché per truffarti aveva chiesto l’aiuto del diavolo permetteva di evitare questo fastidioso effetto collaterale in quanto il maligno trascende le capacità umane.

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Tornando ai giorni nostri, molto interessante è il processo a Wanna Marchi accusata di aver venduto numeri vincenti per il lotto, talismani, amuleti e kit contro le influenze maligne. In pratica in un processo di cinquecento anni fa si sarebbe presentata con l’accusa di essere una strega fattucchiera davanti a giudici pienamente convinti dell’efficacia dei suoi intrugli e sarebbe stata condannata per stregoneria invece la “fattucchiera” Wanna Marchi si è trovata davanti ad una corte che non credeva affatto all’efficacia dei suoi intrugli ma la ha condannata ugualmente per truffa aggravata.

Perchè anticamente tutti, dal dottore al servo della gleba, dal mercante al mendicante, credevano nell’esistenza della stregoneria?

E’ una delle cose che stupisce di più chi si occupa della questione ma ad essere onesto io non mi meraviglio affatto di ciò, le conoscenze scientifiche dell’epoca erano molto rudimentali e l’esistenza di forze maligne che agivano tramite gli esseri umani a loro fedeli permetteva di spiegare fenomeni altrimenti inspiegabili quali ad esempio gli improvvisi e distruttivi temporali ,(ritenuti causati dai tempestiari) ,o le improvvise epidemie, (ritenute causate dagli untori), che inaspettatamente falcidiavano la popolazione.
Mi meraviglio molto di più che nel 2014 ci sia gente che crede nella magia nera e che spenda cifre consistenti per fatture di morte, malefici all’utero della rivale o filtri d’amore. Il già citato processo ad una famosa imbonitrice televisiva dei giorni nostri ha mostrato persone che avevano perso tutti i loro averi , (tantissimi soldi), pur di farsi togliere il malocchio e parliamo del 2000 d. C. non del medioevo, figuriamoci che cosa avrebbe potuto fare la stessa persona nel 1550 d.C. (vedi nota 1)

La chiesa ha sempre perseguitato la stregoneria?

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La chiesa , contrariamente a quello che si crede, non ha sempre perseguitato la stregoneria , fino all’editto di Rotari (634 d.c) era vietato accusare qualcuno di stregoneria, in seguito e fino al 1430 circa la stregoneria è stata considerata una superstizione da evitare ma non da perseguitare.
Particolarmente interessante è il caso dei tempestiari, una particolare categoria di stregoni, in grado, (si riteneva), di scatenare tempeste per rovinare i raccolti dei contadini che per evitare di andare in rovina pagavano il “pizzo”. Intendiamoci, non ho nessuna difficoltà a credere che qualche soggetto con delle rudimentali conoscenze empiriche di metereologia andasse in giro a millantare i suoi “poteri” dando nuovo credito a questa leggenda la cui esistenza risaliva addirittura nelle credenze del mondo pagano. Sant’Agobardo di Lione nel IX secolo fu chiamato a giudicare 4 tempestiari (3 uomini e una donna, tutti senza fissa dimora) che la popolazione voleva lapidare. Non solo li fece liberare ma scrisse addirittura un’ opera polemica verso questa superstizione.
Le cose cominciarono a cambiare nel 1300 e intorno al 1430 iniziarono le condanne vere e proprie per stregoneria, in pieno rinascimento e non nell’alto medioevo come comunemente ritenuto. E’ però tra il ‘500 e il ‘600 che la caccia alle streghe raggiunge il suo apice.
Una data importante è il 1487 quando fu pubblicato il malleus maleficarum, un tentativo di fornire delle descrizioni oggettive di una pratica quale la stregoneria dai confini molto labili.
A questo punto diventa molto stimolante provare a capire perché la chiesa fa questa inversione di rotta, cosa la spinge a cambiare idea e comunque va detto che furono processate circa 3 milioni di persone e di queste solo 40mila circa furono condannate a morte ( per fare un paragone nel solo 1793, durante il periodo del terrore, solo in Francia sono state mandate al patibolo circa 40mila persone, un numero pari a quante ne furono mandate in tutta Europa durante i tre secoli della caccia alle streghe). Come già detto neppure il 2% degli accusati furono condannati e questo è un dato che abbatte lo stereotipo degli inquisitori come accaniti cacciatori di streghe, in realtà venivano chiamati dalla popolazione e dalle autorità civili a giudicare gli accusati. Gli inquisitori furono invece degli implacabili ricercatori di eretici, quella è sempre stata la loro missione.
Anche in questo caso un atteggiamento sostanzialmente molto tollerante della maggioranza dei giudici può benissimo nascondere al suo interno qualche elemento fortemente ideologizzato che sacrifica il dovuto equilibrio ,dote essenziale di ogni giudice, alla realizzazione di una missione ritenuta superiore. Anche oggi giudici simili potrebbero esistere e sarebbero una disgrazia per chi ci capita sotto e per la giustizia in generale. In assoluto però i dati sulle assoluzioni ci mostrano senza possibilità di errore che nell’insieme gli inquisitori chiamati a giudicare i reati di stregoneria cercarono di essere equilibrati altrimenti avremmo avuto il 98% di condanne a morte e non il 2%
La conclusione del fenomeno in esame cominciò all’inizio del ‘700 quando sempre più paesi smisero di considerare la stregoneria un reato, (anche grazie ai progressi della psichiatria che permise di guardare con occhio diverso alla malattia mentale facendola uscire dal cono d’ombra della possessione diabolica), fino all’ ultima condanna a morte in Baviera nel 1756 o l’ultima condanna in Svizzera nel 1782, in pieno illuminismo quindi.

Di quale inquisizione stiamo parlando?

In effetti c’è un equivoco di fondo in quasi tutti quelli che parlano di caccia alle streghe e inquisizione ovvero ma di chi stiamo parlando? Il primo errore comune è confondere la giustizia civile e quella religiosa a cui appartiene l’inquisizione. Non sono affatto la stessa cosa. Altro errore è confondere l’inquisizione con i tribunali protestanti, non solo non sono la stessa cosa ma ognuno avrebbe mandato volentieri al rogo l’altro . Altro errore è confondere la cosiddetta giustizia popolare alias linciaggio dopo sommario processo con la giustizia civile, (in effetti non sempre la differenza era così evidente ma almeno formalmente non sono la stessa cosa).

Non di rado una famiglia che subiva un lutto o un grave danno a causa , credevano, di un maleficio provvedeva a farsi giustizia da sola senza passare per tribunali civili o religiosi.

Anche l’inquisizione presenta differenze di cui tener conto.
L’inquisizione spagnola dipendeva nei fatti dal re e non dal papa. Il re Ferdinando II d’Aragona ottenne da papa Sisto IV (nel 1478) il diritto di scegliere lui stesso gli inquisitori (tra gli esponenti del clero) il celebre Torquemada era uno di questi . Lo scopo ovviamente era quello di usare l’inquisizione per colpire l’opposizione interna e scacciare, incamerando i loro beni, gli arabi e gli ebrei, anche quelli convertiti.
Si crea quindi una differenza notevole tra l’inquisizione dipendente dal papa che operava in sintonia con le comunità locali e quella dipendente dal re di Spagna che invece operava sotto l’egida del re che amministrava i processi, pagava le spese e soprattutto incamerava i beni dei condannati.
Papa Paolo III concede lo stesso privilegio al re del Portogallo Giovanni III (1536)
Abbiamo quindi una inquisizione unica e dipendente dal papa per un certo periodo di tempo che con la crescita del potere geopolitico di Spagna e Portogallo si spezza in tre tronconi di fatto indipendenti. Una inquisizione valida nei territori sotto la Spagna, una per i territori sotto il Portogallo, (praticamente insieme fanno mezzo mondo considerando le colonie) e una per i restanti paesi cattolici. (FINE PRIMA PARTE)

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