Uno studio pubblicato da Geophysical Research Letters rivela che la pratica aborigena di bruciare le pianure durante le stagioni fredde e secche può aver avuto un’influenza determinante sul ciclo monsonico del continente. Lo studio si è basato su una complessa simulazione al computer di come avrebbe reagito il clima australiano senza i vasti incendi appiccati dagli aborigeni, e mostra che le precipitazioni non sarebbero mai scese sotto i 3 cm d’acqua durante le stagioni pre-monsoniche. Una quantità di pioggia modesta, ma necessaria e sufficiente alla vegetazione locale per riprendersi dalla stagione secca e che gli incendi avrebbero ridotto anno dopo anno, instaurando una spirale verso la siccità permanente. Anche la temperatura del continente avrebbe subito una crescita di 0,5° in media.
Negli anni passati era stata provata l’azione antropica nell’estinzione di gran parte della macrofauna australiana ben precedente all’arrivo dei bianchi, con la scomparsa di numerose specie di canguri, vombati e altri marsupiali.
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Inserito su www.storiainrete.com il 18 luglio 2011