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Asburgo di Spagna: troppi consanguinei per sopravvivere

La consuetudine di sposarsi fra consanguinei sarebbe all’origine dell’estinzione del ramo spagnolo degli Asburgo, che resse le sorti del regno di Spagna dal 1516 al 1700, quando Carlo II morì senza discendenti nonostante i due matrimoni, e aprendo così le porte alla salita al trono della dinastia francese dei Borbone. A sostenerlo è una ricerca diretta da Gonzalo Alvarez dell’Università di Santiago de Compostela, in Spagna, pubblicata sulla rivista PLoS ONE.

da Le Scienze.it 

Utilizzando le informazioni disponibili su circa 3000 fra parenti e antenati dei regnanti lungo 16 generazioni, i ricercatori hanno infatti calcolato il coefficiente di incrocio (F) per ciascuno di essi. Questo valore indica la probabilità che un individuo riceva, per un dato locus, due geni identici legati a un antenato comune dei genitori. In questo modo hanno scoperto che nella casata degli Asburgo di Spagna il valore di F aumentava enormemente col passare delle generazioni, passando dallo 0,025 di Filippo I (1478-1506) allo 0,254 di Carlo II (1661-1700). Ad avere un coefficiente si incrocio superiore a 0,2 – il che implica che in media il 20 per cento del genoma è omozigote – erano in effetti molti membri della casata.

I due personaggi con il massimo coefficiente di incrocio furono Carlo II e il nonno Filippo III: pur essendo entrambi figli di un matrimonio zio-nipote, il loro valore di F era simile a quello che si avrebbe da una nascita fra fratello e sorella o genitore-figlio. Secondo i ricercatori, ciò sarebbe stato dovuto ai numerosissimi matrimoni fra parenti stretti avvenuti in molte generazioni precedenti.

Inoltre, nella famiglia degli Asburgo si riscontrava una mortalità infantile particolarmente elevata, tanto che solo la metà dei nati arrivava a un anno di vita, contro un tasso dell’80 per cento dei villaggi spagnoli dell’epoca.

Infine, Carlo II soffriva di numerosi disturbi e malattie, alcune delle quali verosimilmente su base genetica.

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Sulla base delle conoscenze di genetica clinica e dei documenti relativi alla salute di Carlo II, Alvarez e colleghi ipotizzano che il sovrano soffrisse di due distinte patologie genetiche (una deficienza di ormoni ipofisari e una particolare tipo di disturbo renale), legati a due alleli recessivi in due loci non correlati, che potrebbero spiegare la sua sua infertilità e l’estinzione della dinastia. (gg)

(15 aprile 2009) – inserito su www.storiainrete.com il 16 aprile 2009

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