Centinaia di migliaia di morti, forse quasi un milione e mezzo. Un’intera civiltà cancellata dalle terre dove viveva da tremila anni. Una guerra di religione contro i più antichi cristiani del Medio Oriente: quello che oggi conosciamo come “genocidio armeno”, il primo tentativo di sterminio in massa di intere popolazioni (armeni, assiri, greci del Ponto…) è ancora sconosciuto alla maggior parte dell’opinione pubblica in Occidente, ed è negato per legge in Turchia. Un orrore senza fine perpetrato fra 1915 e 1918 approfittando della “nebbia della guerra” da un governo islamo-nazionalista alla canna del gas, deciso a rendere l’Anatolia etnicamente e religiosamente omogenea.
Fra un anno si celebrerà il 150° dalla morte del quarto Padre della Patria: Giuseppe Mazzini. Iniziamo a ricordarne la figura, nel momento più nero dell’eclissi del Diritto nel nostro paese.
Dal Risorgimento al XX secolo: un documento inedito racconta la reazione dei militari tedeschi alla liberazione di Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso, mentre nuovi elementi mostrano quanti falsi e mezze verità si raccontano e circolano sulle questioni della Frontiera orientale, dai manifesti degli “squadristi di Dignano” ai discorsi apocrifi attribuiti a un giovane Mussolini.
E ancora, le epidemie che arrivano in Europa dall’Asia Orientale e il racconto della sorte della gigantesca biblioteca di Stalin, malamente dispersa dopo la caduta del regime comunista. Infine, la guerra della memoria e dei monumenti: è giusto abbattere o non sarebbe più giusto ripristinare ciò che fu abbattuto? E quello che raccontano i muri del carcere dell’inquisizione spagnola di Palermo.
Tutto questo e molto altro su “Storia in Rete” n. 180