Di Katia Bernacci per Storia in Rete
Nel 1898 Morgan Robertson, un autore americano di racconti marinareschi, figlio di un comandante navale, scrisse un libro profetico: “Futility or the wreck of the Titan”. La trama era incredibilmente realistica: una grande e indistruttibile nave inglese, la Titan, si scontra con un iceberg e affonda in breve tempo con quasi tutti i suoi passeggeri, poiché non tutte le scialuppe di salvataggio sono state installate. Vi ricorda qualcosa? Una storia pressoché identica avvenne realmente il 15 aprile del 1912, quando il transatlantico britannico Titanic, appena varato, colò a picco dopo aver urtato un iceberg durante la notte.
Robertson non raccontò mai come mai avesse avuto l’idea di scrivere una storia così simile a quella che sarebbe avvenuta nel futuro, un evento che avrebbe scatenato i cercatori di misteri e che agli effetti contiene talmente tanti riferimenti da lasciare basiti: ad esempio il nome, Titan, la carenza di scialuppe, il naufragio avvenuto molto velocemente e nel mese di aprile, per giunta verso mezzanotte, quasi nello stesso orario. Anche alcuni elementi tecnici sono uguali o simili, come la velocità, 25 nodi nel caso del Titan e 22,5 per il Titanic, il dislocamento, la lunghezza, il punto stesso dell’impatto, a 400 miglia da Terranova.
Come faceva Robertson a conoscere il futuro? Non lo sapremo mai ma le congetture si sono sprecate, così come quelle inerenti la maledizione che avrebbe colpito il Titanic e che per un insieme di catastrofiche casualità avrebbe portano la lussuosa imbarcazione alla sua fine e alla morte di migliaia di persone. Pare persino che quella notte ci fosse una superluna, che avrebbe causato una maggiore velocità dell’iceberg, a causa dell’innalzamento delle acque; oppure che il personale di bordo non disponeva dei binocoli, perché non si trovavano. E così le vedette, Fleet e Lee, addestrati per vedere e addirittura annusare il ghiaccio, non lo individuarono che all’ultimo minuto, mentre erano appollaiati nel loro “nido di gazza”, come si chiama il posto di vedetta.
C’è anche da aggiungere che tra le varie analisi dei decenni successivi, emerse che il Titanic era stato forse assemblato con un po’ di fretta e con materiale non proprio di prima scelta, si ritiene persino che fosse partito con un incendio a bordo, del quale era stata sottovalutata la portata e che potrebbe aver indebolito le pareti dell’imbarcazione. La verità sul tragico incidente è probabile che non verrà mai alla luce, ma quell’evento ha segnato un’epoca e le (solo) 706 persone che si sono salvate, su 2.223 che erano state imbarcate, hanno raccontato la loro versione e sin da subito sono partite delle inchieste per cercare di far luce sul disastro.
Un fatto curioso ha portato al grande pubblico la storia del Titanic solo un mese dopo il naufragio: si dà il caso che sull’imbarcazione ci fosse anche un’attrice, Dorothy Gibson, all’epoca già abbastanza famosa come modella, anche se aveva iniziato come attrice di teatro e continuato a recitare in ruoli minori. Si era imbarcata a Cherbourg con la madre, alla conclusione delle riprese del film “Berretto rosso” e fortunatamente, essendo una passeggera di prima classe, era riuscita a salire sulla prima scialuppa messa in acqua, la numero sette, riuscendo così a salvarsi. Pochi giorni dopo vendette la sua storia e girò il film “Salvata dal Titanic” nel quale, tra l’altro, vestiva gli stessi abiti e le stesse scarpe che aveva la notte del naufragio. La pellicola venne proiettata nelle sale a partire dal 14 maggio 1912, davvero poco tempo dopo gli accadimenti di cui stiamo parlando e causando, probabilmente, qualche problema a chi aveva perso amici e famigliari.
Il film fu un successo. Migliaia di persone andarono a vederlo, con un certo gusto voyeuristico, attirati dall’enorme impatto psicologico che l’affondamento della nave ritenuta la più grande e solida del mondo aveva causato nella popolazione. Dorothy non ebbe fortuna come attrice, non girò altri film, fu raggiunta da qualche scandalo e pare che simpatizzasse con i nazisti, anzi, che fosse una spia. Dopo essersi dissociata dal nazismo, venne incarcerata a San Vittore, con Indro Montanelli e dopo essere uscita dal carcere, venne colpita da un attacco cardiaco a Parigi e se ne andò, senza che nessuno ricordasse il film che forse l’aveva resa famosa ma che aveva attuato, ancora una volta, la maledizione del Titanic, quella che si diceva che avrebbe colpito ogni passeggero.
Il relitto del Titanic venne trovato, a seguito di numerosissime ricerche, il 1º settembre 1985, dal ricercatore Robert Ballard, a oltre tremila metri di profondità. Erano passati 73 anni. Grande fu l’emozione quando si riuscirono a recuperare gli oggetti presenti e a osservare nuovamente gli interni, che ispirarono numerosi romanzi e film, tra i quali quello iconico con Leonardo di Caprio e Kate Winslet, che ha visto la luce nel 1997 e che probabilmente, oltre che agli eventi realmente accaduti, si è altresì ispirato al racconto di Robertson, nel quale viene raccontata una storia d’amore tra il capitano e una passeggera. Tutto torna, speriamo che però la maledizione del Titanic non prosegua il suo implacabile percorso, perché già sappiamo che le visite sia scientifiche che turistiche stanno accelerando la distruzione del relitto, a causa di un batterio, l’Halomonas Titanicae, così chiamato perché scoperto proprio sui resti del Titanic, che divora la ruggine e che sta letteralmente digerendo tutte le parti dell’imbarcazione protagonista di uno dei più devastanti naufragi di cui siamo a conoscenza.