Scrittore, medico, giornalista, Ferdinando Petruccelli della Gattina, nato a Moliterno, in provincia di Potenza, nel 1835, e morto a Parigi nel 1890, è stata una delle figure più anticonformiste e autentiche del nostro Risorgimento. Ora lo ricorda, in occasione del 150 anni dell’Unità d’Italia, un cammeo di Aldo A. Mola sull rivista “Storia in rete“, diretta da Fabio Andriola.
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di Dino Messina dal blog del “Corriere” La Nostra Storia
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Laureatosi a 21 anni in medicina all’università di Napoli, eletto deputato all’assemblea di Napoli del 1848, arrestato ed espulso, trovò rifugio non sereno in Francia e in Gran Bretagna, Paesi da cui fuggì per partecipare nel 1860 alla spedizione garibaldina del 1860. Venne eletto quindi come deputato per il collegio di Brienza e in quanto tale potè partecipare alle prime riunioni del primo parlamento italiano. Un’esperienza dalla quale nacque il suo libro più bello e conosciuto, “I moribondi del palazzo Carignano”, irriverente ritratto della nostra classe politica, in cui l’appartenenza ideologica dell’autore al gruppo della sinistra non faceva velo all’obiettività di giudizio.
Petrucelli della Gattina, che aveva imparato il mestiere di giornalista con Alessandro Dumas, tratteggiò in maniera sintetica le varie famiglie ideologiche (anticlericali, garibaldini, moderati, conservatori, reazionari, “a noleggio”, oggi diremmo “responsabili”) e regionali che si strutturavano in gruppi di pressione (lobby) e partiti. Allo sguardo del dissacratore Petruccelli (spirito goliarda che in francese si era ribattezzato Pierre oiseaux de la petite chatte, traduzione letterarle del suo nome che denota una spiccata predilezione per il gentil sesso) non sfuggiva la realtà: lui, uomo di sinistra, aveva capito che il vero dominus della scena politica era Camillo Benso conte di Cavour, che Marco Minghetti aveva indubbie doti di legislatore, ma anche che Bettino Ricasoli non era un genio quanto un “onesto uomo di Stato”, che Giovanni Lanza era un “mediocre, pedante, senza tatto poltico”, che l’illustre storico della letteratura Francesco De Sanctis, meridionale come lui, “di politica ne sa come gli uscieri della Camera”.
Nel 1872 Petrucelli venne sconfitto alle elezioni e, dopo aver sperato invano in un seggio senatoriale, se ne tornò a Parigi, dove visse con poco e con l’aiuto di uno dei personaggi che aveva tante volte punzecchiato, Agostino Depretis. Di Petruccelli ci restano tra l’altro una storia diplomatica dei conclavi (1864), romanzi anticlericali come “I pinzoccheri”, le “Memorie di un ex deputato” e soprattutto “I moribondi”. Petruccelli è importante per questa breve opera, ma anche per il fatto che è stato uno degli autentici protagonisti meridionali del Risorgimento.
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L’articolo di Aldo A. Mola su Petruccelli della Gattina è sul numero 68 di Storia in Rete disponibile in edicola e in PDF